Nelle viscere dell'Appennino con Dostoevskij

L'evento tra natura e letteratura, intitolato “Memorie dal sottosuolo”, come l'opera dello scrittore russo, proponeva la discesa alla Grotta Bella di Santa Restituta, vicino Terni, accompagnata dall'incipit del racconto

Caschetto, faro in testa, stivali, guanti e prima di entrare un’ultima raccomandazione da parte della guida: “Non svegliate i pipistrelli”. Ci sarebbe in giro anche un rapace non meglio identificato: un gufo o una civetta. Ma dopo i tornanti dei Monti Amerini, neve e grandine a intermittenza, ci voleva ben altro per spaventare le 30 persone che domenica 24 febbraio 2013 sono arrivate alla Grotta Bella di Santa Restituta (Terni), per un’escursione dedicata a Fedor Dostoevskij.  Giù, fino a 20 metri, accompagnati da alcuni dei personaggi più tormentati delle sue opere.

Titolo dell’evento “Memorie dal sottosuolo”, dall’omonimo romanzo del 1864. Gigantesca metafora: qui il sottosuolo non è solo quello dell’anima, ma una caverna buia e profonda con i suoi cunicoli. Un luogo, la Grotta Bella, frequentato dall’uomo dai tempi del Neolitico fino ai Romani. “Per un periodo - ha spiegato un’altra guida - anche centro di culto, come testimoniano alcuni bronzetti votivi riemersi insieme con alcune ceramiche”.

A coordinare l’escursione è stato il gruppo di guide Umbria Exploring insieme ai volontari del Soccorso alpino e speleologico umbro (Foto: Simone Lupino)

Tra natura e letteratura, uno degli appuntamenti più attesi della rassegna “Bagliori di autore” (22 febbraio - 3 marzo 2013), che da otto anni a Perugia rende omaggio a un autore con concerti, spettacoli, tavole rotonde, conferenze: “Tutto questo - spiega il referente di produzione Bruno Taburchi - per vivere la cultura in modo diverso, trasversale, fuori dai luoghi canonici. Un’occasione per socializzare, stimolare riflessioni collettive, nel caso di Dostoevskij partendo dalle tante cadute che hanno segnato la sua vita”.

Più di mille le prenotazioni registrate, il doppio dell’anno scorso quando in cartellone c’era Hermann Hesse. “È il primo scrittore russo che affrontiamo. La selezione viene svolta da un’equipe di 20 persone tra cui docenti dei licei e universitari. Perché proprio lui? Prima di tutto per le fortissime tematiche che tratta, quelle tipiche del romanzo psicologico di cui è precursore con 50 anni di anticipo. I suoi scritti, inoltre, si prestano benissimo a un festival di dieci giorni come il nostro. Infine, per la sua multidisciplinarietà: è un autore che puoi leggere dal punto di vista storico, filosofico, mistico, psicologico e scientifico”.

Lungo il percorso tre attori hanno letto e interpretato alcuni brani tratti dai più celebri romanzi di Dostoevskij (Foto: Simone Lupino)

A coordinare l’escursione a Santa Restituta è stato il gruppo di guide Umbria Exploring con l’ausilio dei volontari Sasu (Soccorso alpino e speleologico umbro). Lungo il percorso, a piccole tappe, tre giovani attori - Ingrid Monacelli, Francesca Goracci e Pier Paolo Cesarano - hanno letto e interpretato alcuni brani dei romanzi: alla partenza, dai “Fratelli Karamazov”, il dialogo tra Ivan e Alesa sulla violenza sui bambini.  “Secondo Dostoevskij che aveva studiato molto il fenomeno, una colpa impossibile da espiare”, ha sottolineato Taburchi introducendo la performance artistica.

Poi, all’ingresso della Grotta, un estratto da “Delitto e castigo”. Per la precisione la parte in cui il giovane Raskolnikov, “dopo aver consumato uno degli omicidi della storia della letteratura sprofonda in un abisso interiore senza fine”. E terza tappa, una volta dentro, con il delirio ludico del “Giocatore”, di cui, come noto, lo stesso Dostoevskij è stato preda.

Finito? No, ora viene il meglio. Facendo bene attenzione a dove mettere i piedi, con i volontari a guidare per mano le persone nei passaggi più angusti, si è scesi nel cuore della caverna per ascoltare quasi bisbigliato e alla luce di una lanterna (ricordate i pipistrelli?) l’incipit delle “Memorie dal sottosuolo”. Bellissimo, ma meglio riportarsi all’entrata, dove è stata la volta delle “Memorie dalla casa dei morti”.

Tour completato in circa due ore. Ma prima di tornare al campo base, dove i partecipanti hanno trovato un pranzo a base di bruschetta, pasta con funghi e salsicce e affettati, ultima sosta in una radura in compagnia del principe Myskin (“L’idiota”): “Io non amo stare con gli adulti, con la gente, coi grandi, l’ho notato già da tempo, non mi piace perché non ne sono capace. Qualunque cosa mi dicano, per quanto siano buoni con me, chissà perché mi riesce sempre difficile stare con loro, e sono terribilmente contento quando posso tornare al più presto dai miei compagni, e i miei compagni sono sempre stati i bambini, ma non perché sia un fanciullo io stesso, ma semplicemente mi sento attirato dai bambini”.

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