L'attrice italiana Sonia Bergamasco in scena con “Anna Karenina. Prove aperte di infelicità” (Foto: Ufficio stampa)
Una donna elegante che parla al pubblico, seduta a un pianoforte a coda. Sul palcoscenico, una luce lieve, due sedie, le note di Tchajkovskij. E la tragica passione di Anna, bellissima e aristocratica, per il brillante e superficiale conte Vronskij.
Una donna che riscrive regole e abitudini del suo tempo, tra reale e immaginario. E che si dispera follemente per amore. Tra vaneggiamenti, sconforto, riso isterico, pianto. Sino a constatare dolorosamente che l’uomo è nato per soffrire e che trascorre la propria esistenza escogitando espedienti per illudersi. Al teatro Galleria Toledo di Napoli è andata in scena, 8 marzo 2013 compreso, “Anna Karenina. Prove aperte di infelicità”, spettacolo scritto dall’attrice Sonia Bergamasco e dal drammaturgo Emanuele Trevi, per la regia di Giuseppe Bertolucci.
Un breve e appassionato viaggio all’interno del percorso – tra stesure e rifacimenti - che ha accompagnato il grande scrittore russo Lev Tolstoj a comporre il suo capolavoro letterario, simbolo del realismo, dal 1873 al 1877. Con l’attrice Sonia Bergamasco che racconta, a pochi minuti dal suo ingresso in scena, le sue emozioni, l’idea di rappresentare la creazione del romanzo, il rapporto con Tolstoj e con la letteratura russa.
Sonia Bergamasco,
la sua Anna Karenina percorre un viaggio alla ricerca dell’autore.
È vero. Tutto parte dal fantastico romanzo dello scrittore. Mentre lo leggevo
arrivava l’illuminazione. Sono stata presa dalla potenza della lingua fisica a
carnale di Tolstoj, così vicina ai sentimenti più profondi dell’uomo. Alle sue
corde. E in questo senso la presenza del pianoforte a corde sul palcoscenico
non è casuale. E dalla presenza tra le righe del suo capolavoro di autori come
Pushkin, il suo nume tutelare. E sul palco voglio provare a trasmettere al
pubblico un frammento di questa passione. Anzi, questo lavoro è una porta di
servizio per rendere a teatro passione e lingua dello scrittore russo. La
storia è avvincente, con tanti colpi di scena, con fatti di cronaca che aiutano
a caratterizzare maggiormente la figura di Anna Karenina, un angelo nero,
bellezza misteriosa. Con l’autore Emanuele Trevi abbiamo deciso di raccontare
la creazione di Anna e come si è articolata la storia intorno al suo
personaggio.
Cosa
ha significato interpretare Anna Karenina anche nel giorno della Festa della
Donna, a Napoli?
Bella congiunzione, anche se casuale.
Anche perché Anna è legata - nell’immaginario collettivo – alle tematiche
femminili. In realtà, in lei c’è una radicata componente maschile. Che è la
parte maschile di Tolstoj. Quindi, Anna è un’anima tormentata divisa in due. Moderna
e indipendente.
Sonia
Bergamasco e Anna Karenina hanno qualcosa in comune?
La tendenza verso l’irrazionale. È un
elemento che la Karenina, sofferente e sola e disperata, mostra sul palco e che io
provo ad affrontare nella mia vita quotidiana. Un elemento che provoca molta sofferenza.
Qual
è il suo rapporto con la Russia e la letteratura russa?
Un rapporto speciale. Che è divenuto ancor
più stretto dopo il mio ultimo viaggio a Mosca, a dicembre 2012. Portavo in
scena Anna Karenina al Meyerhold Theater and Culturale Center. Due repliche,
una grande sfida, una grande emozione. Un’esperienza bellissima ma estremamente
pericolosa. Avevo timore di rappresentare Karenina a casa sua, tra i russi. Questo
spettacolo è un soffio. Una sola protagonista sul palco, il successo dipende
dall’empatia che si crea con il pubblico. In Russia è stato davvero apprezzato.
Agli spettatori è arrivata l’apertura di pensiero e di scrittura che rende la
lingua di Tolstoj così palpitante. Tanto che sono stata invitata all’edizione
2013 del Festival internazionale delle arti e della letteratura "Il Giardino dei Geni", in programma in
estate.
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