Un'immagine di scena dello spettacolo in 5D della compagnia de "La Casa di Bulgakov" per bambini non vedenti (Foto: Ufficio stampa)
Un giorno, la scrittrice Ksenja Dmitrieva ha scritto un racconto e ha chiesto a Ekaterina Nerguca, regista del centro culturale “La Casa di Bulgakov” di farne una sceneggiatura per uno spettacolo per non vedenti. La regista si è subito interessata al progetto e ha iniziato a cercare informazioni su qualcosa di simile su Internet, non riuscendo però a trovare nulla di interessante, se non una serie di storie sui bambini ciechi che non hanno fatto altro che spaventarla .
Il centro culturale “La Casa di Bulgakov” si trova al numero 10 di Bolshaja Sadovaja. Fondata originariamente da un gruppo di appassionati dilettanti dell’opera di Mikhail Bulgakov, scrittore moscovita degli inizi del XX secolo, “La Casa di Bulgakov” è diventata, poco a poco, una mecca per gli appassionati dell'autore, ha messo su un teatro, un museo, una piccola biblioteca e ha un sacco di stanze e passaggi segreti
“Su di loro scrivono che sono indietro nelle fasi dello sviluppo, che sono scontrosi e chiusi. Ho cercato di immaginarmi come debba essere quando nasci e non hai nulla, se non te stesso e dei suoni, che non riesci nemmeno a spiegarti”, confessa la regista.
La troupe teatrale si è recata allora a far visita alla scuola-collegio №1 di Mosca per bambini ciechi e ipovedenti, in cerca di risposte. La realtà ha sconcertato gli attori ancor più degli articoli su Internet: gli studenti del collegio si sono rivelati degli interlocutori aperti, curiosi e dotati, nonostante gli 11 anni, di un forte senso dell'umorismo intellettuale. Questi bambini vivono assieme, studiano, suonano strumenti musicali, dipingono, imparano tutto ciò che può essere loro utile nella vita di tutti i giorni e si rallegrano molto quando ricevono visite.
“Forse, è a causa della loro introversione forzata, che sono molto più proiettati verso il mondo interiore e non si vergognano di dare libero sfogo alla loro creatività, di esprimersi e di leggere ad alta voce. Durante la lezione di musica abbiamo ascoltato tutti assieme Grieg, dopodiché un ragazzino si è alzato in piedi e ha raccontato di immaginarsi una grotta, al mattino. In una scuola normale, gli avrebbero dato subito uno schiaffo”, sorride Ekaterina.
Nuvole nell’oscurità e spettatori
immobili
Il protagonista dello spettacolo “Wolke” (dal tedesco “nuvola”) è un ragazzino che
si appresta a compiere il primo passo nel mondo degli adulti e
per questo intraprende un viaggio in
compagnia di una nuvola magica.
Nell’ultima prova, prima di presentare lo spettacolo a un pubblico di spettatori adulti non vedenti, tutta la troupe era molto nervosa; temeva che lo spettacolo sarebbe stato un fiasco. Durante la rappresentazione, la disperazione si è intensificata; gli attori non capivano come il pubblico stesse reagendo alla loro recitazione. “Gli attori erano scioccati dal fatto che in sala gli spettatori rimanessero assolutamente immobili, come se stessero tutti dormendo”, afferma la regista.
Al termine dello spettacolo, i commenti del pubblico hanno lasciato di nuovo tutti sbigottiti. Gli spettatori avevano avvertito delle sfumature nello spettacolo, che i produttori stessi non sospettavano nemmeno ci fossero. La paura è riaffiorata quando la troupe si è dovuta esibire davanti a un pubblico di 20 bambini non vedenti. Gli attori temevano di deludere i piccoli, i quali sono in grado di passare dalla confusione al silenzio, in un istante, ascoltando solo due parole: “Un giorno ...”.
Tecnologie
moderne e metodi artigianali
Il nuovo progetto della “Casa di Bulgakov” è
iniziato con un tour: gli ospiti sono stati ricevuti sulle scale, guidati attraverso le sale, dove hanno potuto toccare gli oggetti
esposti, chiamare utilizzando un vecchio telefono
e accarezzare un gatto enorme che vive
nel museo. Poi, senza avere neanche il tempo di finire
la discussione, si sono ritrovati di colpo nel teatro, sulla scena. L’azione si è svolta alla distanza di un braccio
teso. Gli attori sono passati
tra gli spettatori, agitando davanti ai loro nasi curiosi
una teiera con sentore di cannella e sfiorando
le loro guance con una stola di
pelliccia, come se tra di loro stesse saltellando un
personaggio magico delle fiabe.
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Un'immagine di scena (Foto: Ufficio stampa)
Gli attori hanno interpretato a turno la parte del narratore e quella dei personaggi, e hanno emesso una serie di suoni, quelli che meglio riuscivano a riprodurre. Durante le prove, erano emersi dei veri talenti inaspettati, come la capacità di “riprodurre il fruscio della neve”.
“Abbiamo fatto tutto il possibile per creare un’atmosfera che desse modo ai bambini di vedere quello che stava succedendo sul palco e viverlo: abbiamo cambiato di colpo le luci di modo che avvertissero il cambiamento del giorno e della notte e spruzzato su di loro dell’acqua con un nebulizzatore, di modo che si immaginassero lo scorrere di un fiume. Dopo lo spettacolo, i bambini hanno urlato che per loro era stato come vivere uno spettacolo in 5D! E abbiamo potuto finalmente trarre un sospiro di sollievo: era proprio il risultato che ci aspettavamo di ottenere”, dichiara la regista soddisfatta.
I bambini hanno registrato lo spettacolo con dei registratori così da poterlo riascoltare di nuovo a casa e, poi, a scuola disegnare le proprie impressioni. “Si sono entusiasmati molto. Hanno disegnato i fiumi, le nuvole rosa, e uno dei bambini ha raffigurato, come protagonista della storia, il cappello che gli avevano fatto toccare durante lo spettacolo”, racconta Natalja Morozova, un’insegnante della scuola.
Dopo la prima rappresentazione, la troupe del museo-teatro si è resa conto che gli spettacoli per non vedenti sono un genere particolare e che non possono esistere senza il coinvolgimento diretto degli spettatori. Ciò richiede grandi abilità professionali e una grande cura nell’uso delle parole, giacché esse influiscono sui bambini a livello fisico - ad esempio, se i piccoli ascoltano la parola “sonno”, iniziano a sbadigliare.
I produttori hanno adesso in mente diversi progetti, tra cui correggere il copione, invitare allo spettacolo bambini provenienti da altre scuole, organizzare spettacoli in altre strutture, masterizzare un Cd audio per poi distribuirlo gratuitamente nelle biblioteche e nelle scuole per bambini con problemi di vista.
“Di sicuro abbiamo capito una cosa: questi spettacoli non possono essere prodotti in serie e diventare di repertorio. Sì, certo, si potrebbe pensare a un vero e proprio show da mettere in scena sui grandi palcoscenici, dove la tecnologia ti consente di raggiungere effetti maggiori, ma questo è un altro tipo di teatro”, ha spiegato la regista.
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