La prima della pièce su Sergei Magnitskij, portata in scena da Teatr.doc (Foto: Kommersant Photo)
Il teatro russo non è solo Cechov e Gogol. Il circuito teatrale indipendente della Russia si azzarda ad allontanarsi dal comfort dei classici per affrontare le problematiche sociali del XXI secolo. Non è localizzato solo a Mosca o a San Pietroburgo, ma è particolarmente attivo anche nella periferia.
Si tratta di voci nuove, giovani, disinibite, attente al resto delle drammaturgie straniere, ma consapevoli di scrivere da una realtà concreta e con una maggiore libertà rispetto a quella che si respira nel cinema o nella letteratura.
Vivendo in un mondo molto più interconnesso rispetto a quello dei loro genitori, i temi, che questi giovani autori affrontano, trovano eco in altri pubblici non slavi. La nuova corrente è stata battezzata “Novaja Drama” (Nuovo Dramma) e rispolvera la combattività che in passato caratterizzava il teatro, uno spazio di libertà, al quale ricorrevano molti autori, le cui opere, in prosa o in versi, venivano proibite.
L'esperienza teatrale è sempre stata vista dagli amanti della censura come un’espressione residuale, poco pericolosa, giacché non può beneficiare della diffusione di cui godono i libri, e il suo pubblico è sempre limitato. Eppure questo pubblico partecipa a un’esperienza del “noi” molto più viva e, allo stesso tempo, più intensa.
Mikhail Durnenkov (Foto dall'archivio personale)
A Mosca il punto nevralgico di questo fenomeno è rappresentato dal Teatr.doc, conosciuto oltre ai confini della Russia per la pièce su Sergei Magnitskij, l'avvocato che denunciò un sistema di frodi fiscali in cui erano coinvolti alcuni politici di alto livello e che morì nel 2009 per maltrattamenti, mentre si trovava in carcere in attesa di essere processato.
Grande successo ha riscosso anche un’opera sulle reazioni della società civile a seguito della strage di Beslan. Si tratta di temi attuali, di confronto diretto, attivo e necessario, che non richiedono né grandi mezzi né tantomeno scenografie pirotecniche: solo testo, autori e pubblico.
Questa nuova corrente si sta facendo conoscere all’estero grazie a traduzioni, premi e messe in scena. A Londra, per esempio, troviamo il progetto Sputnik, il cui obiettivo è far conoscere questi testi, al pubblico, con nuove versioni, letture e un festival biennale.
![]() |
Yaroslava Pulinovich (Dall'archivio personale) |
Yaroslava Pulinovich (Omsk, 1987) è una delle rappresentanti più giovani della “Novaja Drama” e vanta una carriera davvero promettente. Laureata all’Istituto teatrale di Ekaterinburg e vincitrice del premio Debut, nel 2008, per la migliore pièce teatrale, le sue opere trattano la complessità dell'adolescenza e hanno fatto il giro di tutta la Russia, nonché partecipato a diversi eventi internazionali.
“In Russia ci sono molti concorsi e festival a cui è possibile inviare i propri testi. Grazie a loro, compaiono nuovi nomi e i registi si animano a portare in scena nuovi lavori”, spiega la Pulinovich a Russia Oggi.
“Affinché ti notino, tuttavia, i registi devono aver già sentito il tuo nome. Nel mio caso, ho iniziato a scrivere che ero una bambina, all'età di otto anni. Poi, a sedici, ho seguito un corso di drammaturgia con Nikolai Koljad, che mi ha cambiato la vita. Ho incominciato a scrivere per il teatro e continuo a farlo tuttora”.
“Natashina mechta” (Il sogno di Nataša), la sua opera più famosa, assieme a “Pobedila ja” (Ho vinto), costituiscono un dittico su ciò che significa essere adolescenti nella Russia contemporanea, raccontando la storia straziante di due ragazze adolescenti, che si chiamano entrambe Natasha e che hanno sacrificato i loro sogni giovanili. Entrambe sono un riflesso delle pressioni che soffrono i giovani e dei sentimenti che gli adulti proiettano su di loro.
Nella prima pièce viene approfondita la questione dei besprizorniki (“bambini senza famiglia”), che finiscono negli istituti per l'infanzia e dei quali solo il 10 per cento riesce a trovare la propria strada.
La seconda riguarda l’iperprotezione dei genitori che hanno vissuto il cambiamento politico in età adolescenziale e hanno trasmesso ai loro figli una visione della vita molto più individualista e timorosa del mondo esterno, che punta alla scalata sociale. “Mi interessa quello che sta succedendo adesso in Russia, nonostante, alla fine, le domande rimangano sempre le stesse: perché viviamo, come viviamo e perché soffriamo. Quando scrivo, mi baso soprattutto sulla realtà attuale piuttosto che sulla tradizione, sebbene quest’ultima sia sempre presente, in modo inconsapevole”.
L’opportunità che questa generazione ha di viaggiare e conoscere altre fonti di ispirazione si nota nei risultati, che spesso sono proposte suggestive e universali. “Mi piace soprattutto la letteratura americana di autori come Fitzgerald, Salinger e Tennessee Williams, e ciò che sta succedendo sulla scena polacca e lituana”, spiega la drammaturga e sceneggiatrice russa, consigliando le produzioni del Teatr.doc e del Teatro Koljada di Ekaterinburg, dove risiede attualmente.
“In Russia stiamo vivendo una serie di eventi politici molto importanti che riguardano tutti noi”, commenta Mikhail Durnenkov (nato a Tynda, Siberia orientale, nel 1978). Questo scrittore e drammaturgo siberiano fa parte del “fenomeno Togliatti”, un’esplosione di autori che si è originata attorno al Festival May Readings.
“L’espressione che ritengo più importante è quella della drammaturgia giovane del Ljubimovka, quest'anno alla sua 25° edizione. I teatri russi sono attenti a ciò che succede nei cinque festival più o meno importanti -, commenta a Russia Oggi. - Come la maggior parte di quelli della mia generazione, sono influenzato dalla cultura pop americana” .
“Ma cerco sempre di preservare la mia lingua e cultura. A volte, nel corso di questa ricerca, compare qualcosa di nuovo e sorprendente, qualcosa di particolare che esiste solo in Russia”, conclude.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email