Il doppiatore Francesco Pannofino arriva in Russia con il documentario "Il ribelle" di Giancarlo Bocchi (Foto: Ufficio stampa Disney)
Si chiamava Guido Picelli, era un antifascista e, secondo Giancarlo Bocchi che gli ha dedicato il documentario “Il ribelle”, anche un “eroe scomodo”. Nato a Parma nel 1889, morto ad Algora, in Spagna, nel 1937, durante la guerra antifranchista, visse con alterne fortune anche a Mosca, città dalla quale dovette fuggire perché perseguitato dagli stalinisti.
La sua storia, compresa la sua parentesi moscovita svelata per la prima volta, così come è emersa da una serie di documenti ritrovati nell'Archivio del Comintern e in altri due archivi della capitale russa ai quali il regista Bocchi ha avuto accesso, è stata raccontata in "Il Ribelle. Guido Picelli, un eroe scomodo".
Il documentario a quasi due anni dalla sua uscita, dopo essere stato presentato in Spagna e in Italia, dove è stato programmato anche su Rai Storia, viene presentato in anteprima in Russia il 29 gennaio 2013 al Gosfilmofond, l'Archivio Nazionale del cinema russo. Nel documentario, a dare voce all’antifascista Guido Picelli è il doppiatore Francesco Pannofino, mentre la voce narrante è quella di Valerio Mastandrea.
"Mi fa piacere che Il ribelle sia arrivato anche in Russia", afferma Francesco Pannofino, doppiatore famoso per dare la sua voce a George Clooney e Denzel Washington, ma che si presta anche a produzioni più leggere come il doppiaggio di "Doggywood", sitcom prodotta da Disney Italia che potrebbe arrivare, come "Violetta", presto nel mercato russo.
"Mi sarebbe piaciuto molto poter partecipare alla presentazione del documentario oggi a Mosca - aggiunge Pannofino, raggiunto al telefono -. Se mi avessero invitato a quest’anteprima, probabilmente, sarei andato. Ma devo ammettere che non ne sapevo nulla. Il documentario non è recente e, in qualche modo, ne avevo perso le tracce".
Come si è sentito a dare voce a questo personaggio, sconosciuto ai più, considerato un eroe dell’antifascismo e che in Russia non ebbe proprio una vita facilissima?
"È stato un lavoro abbastanza faticoso. Perché il documentario ha un linguaggio particolare, politicamente approfondito. Non è stato facile, ma sicuramente molto istruttivo. Nel mio lavoro mi capita spesso di avere da imparare da quello che faccio. Questa è stata sicuramente una di quelle".
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email