Il direttore artistico del Teatro Bolshoj di Mosca, Sergei Filin, rischia di perdere la vista e potrebbe essere trasferito in Belgio per le cure (Foto: Itar-Tass)
Sergei Filin, il direttore artistico del Teatro Bolshoj di Mosca, è stato sfigurato con l’acido in un attentato avvenuto il 17 gennaio 2013. Ora è stato dimesso dal reparto di terapia intensiva e i medici sostengono che le sue condizioni siano stabili. Filin può quindi iniziare a collaborare con la polizia per risalire agli aggressori.
Vladimir Neroyev, capo oculista del Ministero russo della Sanità e direttore dell’Istituto Helmholtz di chirurgia ottica, ha parlato alla stampa in merito alle condizioni di Filin: “Il nostro istituto è stato consultato per salvare gli occhi del direttore Filin. Sono necessari trattamenti chirurgici. Ma tutto dipende dalla gravità delle lesioni, dal risultato della diagnosi e dalle tempistiche della sua guarigione. È una situazione piuttosto complessa. Al momento la nostra priorità è quella di salvargli la vista”.
Ekaterina Novikova, a capo dell’ufficio stampa del Teatro Bolshoj, commenta le indiscrezioni secondo le quali Filin starebbe per lasciare la Russia per farsi curare in Europa. “Dobbiamo innanzitutto capire come si concluderà la prima operazione – ha detto –. Gli specialisti monitoreranno attentamente la situazione, e decideranno sulla necessità o meno di trasferire Sergei Filin in Belgio. L’ospedale militare belga è famoso per il suo centro ustioni. Al momento però dobbiamo assolutamente salvare la sua vista. Mosca ha assoldato i migliori esperti in questo campo”. Ekaterina Novikova ha inoltre confermato che l’inchiesta per fare luce sulla faccenda si sta notevolmente intensificando.
Sergei Filin, 42 anni, è entrato a far parte della compagnia del Bolshoj nel 1988, dopo aver conseguito la laurea all’Istituto di Coreografia di Mosca. Ha ballato negli spettacoli “La bella addormentata”, “Giselle”, “Romeo e Giulietta” e molti altri ancora. Ha assunto la carica di direttore artistico del corpo di ballo del Bolshoj nel 2011. Filin è stato assalito nella sera del 17 gennaio 2013 mentre si dirigeva verso casa: secondo la ricostruzione dei fatti, un uomo lo ha chiamato e, quando lui si è girato, gli è stato gettato in faccia dell’acido. L’aggressore è fuggito subito dopo.
“È stata passata in rassegna la sua mail personale – ha spiegato -. Ma non è stato trovato niente di sospetto, a parte alcuni commenti sgradevoli dei suoi più stretti collaboratori. Alcuni di loro sono già stati licenziati”.
Il direttore generale del teatro, Anatoly Isankov, ha chiarito alla stampa le preoccupazioni che Filin gli aveva confessato poco prima dell’attacco.
“Avevo parlato con lui non molto prima dell’accaduto, e mi aveva detto che si sentiva come se fosse in prima linea – ha detto Isankov -. Quindi io gli avevo risposto che, in realtà, tutti noi ci sentiamo come al fronte. Dovete capire che lavorare in un teatro è molto difficile. Soprattutto quando si ricopre una carica come la sua. Ovviamente noi eravamo a conoscenza di queste minacce. Ma nessuno ipotizzava che sarebbero potute sfociare in una simile tragedia. Mi risulta impossibile immaginare chi abbia potuto commettere una cosa del genere”.
Il dottor Andrei Vesyolov, specialista in ustioni, ha affermato che le bruciature causate dall’acido potrebbero lasciare sul volto gravi cicatrici, e potrebbero essere necessarie diverse operazioni, oltre a un intervento chirurgico.
Il 18 gennaio 2013 il ministro russo della Cultura, Vladimir Medinsky, ha chiesto al procuratore generale Yuri Chaika di aprire un’inchiesta speciale.
La polizia sostiene che l’attacco sia legato all’attività professionale di Filin, anche se non si esclude che possano emergere risvolti più personali.
Anche i colleghi della vittima si sono detti sconvolti per quanto accaduto. “Sono del tutto scioccata – ha dichiarato la prima ballerina del Bolshoj, Nina Kaptsova, in un’intervista a Ria Novosti -. C’è sempre stata grande sintonia all’interno della compagnia. Non ho notato alcun tipo di attrito, conflitti o intrighi. Tutti amano Sergei Filin. È una persona corretta e con la quale si può discutere”.
Nonostante i commenti positivi di Nina Kaptsova, c’è chi sostiene che la compagnia di ballo del Bolshoj non sia un posto così perfetto dove lavorare. Alcuni coreografi russi ricordano infatti precedenti casi di minacce. Makhar Vaziev, attuale direttore del corpo di ballo de La Scala di Milano, ha dichiarato di essere stato lui stesso al centro di alcune intimidazioni, quando lavorava a San Pietroburgo. “È incredibile che il direttore artistico possa ricevere simili minacce – ha affermato -. Quando ero a capo del corpo di ballo del Teatro Mariinskij, ricevevo avvisaglie quasi ogni giorno. Mi ero illuso che situazioni simili facessero ormai parte del passato”.
Alexei Ratmansky, ex direttore artistico del corpo di ballo del Bolshoj, ora coreografo dell’American Ballet Theatre, sostiene che la tragedia indichi la poca etica all’interno del Bolshoj. “Questo incidente non è stato una misera coincidenza – ha dichiarato -. Il Bolshoj ha un sacco di problemi: giri loschi tra gli interpreti, mercato nero dei biglietti, pettegolezzi e così via. Manca una vera etica teatrale. Una cosa che ha lacerato il Bolshoj per anni, coinvolgendone le persone che in esso lavorano. Questo è il vero caos che regna dietro le quinte del nostro grande teatro”.
L'articolo è stato realizzato sulla base di materiali tratti da Ria Novosti, Interfax, Kommersant, Komsomolskaya Pravda, lenta.ru e gazeta.ru
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