Uno dei quadri in mostra (Foto: ufficio stampa)
La bellezza, vista come un ponte per superare le divisioni del mondo moderno. È questo il grande pregio della mostra “La mia Tauride” del pittore Igor Petrov, che, ispirandosi al paesaggio della Crimea – di recente al centro di aspre tensioni – ci accompagna alla scoperta della mitica Tauride, antica colonia greca dove Omero aveva collocato il temibile tempio di Artemide nel quale Ifigenia fu sacerdotessa. Nel corso dei secoli la penisola del Mar Nero, chiamata di seguito Chersoniso e poi Crimea, diventò, specialmente nell’immaginario collettivo dei popoli Slavi, un luogo meraviglioso di villeggiatura e riposo. La mostra di Petrov riesce quindi a riconsegnarci quell’immagine idilliaca e solare che ha da sempre caratterizzato quella terra, un’immagine ben lontana dal clima di conflitto che purtroppo l’ha portata alla ribalta nell’ultimo periodo.
“La mia Tauride” è il titolo del percorso espositivo che l’artista, paesaggista di San Pietroburgo, professore presso l’Accademia di Belle Arti Repin e membro dell’Unione degli Artisti della Russia, ha scelto per la sua prima mostra personale in Italia. Si tratta di un progetto molto significativo per l’autore, frutto di lunghi anni di lavoro creativo che si ricollega in modo originale alla recente attualità internazionale.
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Foto: ufficio stampa |
Il pittore crea di una serie di paesaggi che introducono lo spettatore all’incredibile bellezza della penisola. Immagini che ci inizializzano al fascino di questa terra, ci aprono una finestra attraverso la quale possiamo ammirare la fortezza genovese di Balaklava e sullo sfondo la città di Sudak illuminata dal colore intenso del cielo della Crimea; contempliamo le antiche rovine di Chersoniso (odierna Sebastopoli) e di Cembalo piene di pittoresca eleganza, la reggia di Vorontsov ad Alupka, trasformata in immagine irreale, fantastica, appartenente ad un’epoca passata, immersa nel misticismo colorato dei giardini verdi.
La stessa forza ci trasmettono anche i panorami esotici delle città di Koktebel e Simeiza appellandosi alla musicalità lirica dei nostri sentimenti, immagini di rocce enormi, meteore nella silenziosa solitudine di baie marine. Stradine e i vicoli stretti tra le case di pietra, ripide scalinate, scogliere vertiginose e ponti abbandonati ci portano in mente l’atmosfera della vita negli antichi borghi. Qualsiasi elemento acquista attraverso l’interpretazione dell'autore un’espressività plastica e cromatica. Proprio per questo, la sorprendente armonia della bellezza di questi luoghi infonde una speciale spiritualità.
I paesaggi della Crimea, magistralmente raffigurati da Petrov, intrisi di sole e di vento, riescono quindi a captare la sensazione della splendente eternità che ondeggia sulle distese di questa terra selvaggia e incantevole.
La mostra, allestita presso il Centro russo di Scienza e Cultura di Roma a cura di Marina Jigarhanjan, verrà inaugurata il 25 novembre alle 19, e resterà aperta fino all’11 dicembre 2014.
Per maggiori informazioni:
info@centroculturalerusso.it
Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma
Via Benedetto Cairoli 6 – Palazzo Santacroce
Orario di apertura: dal Lunedì al venerdì 9.00 – 18.00
Sabato e Domenica chiuso
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