Dal 29 marzo al 6 luglio 2014, Arca di Vercelli, il sofisticato spazio espositivo realizzato dentro la trecentesca chiesa di S. Marco la cui programmazione da anni si concentra sui protagonisti dell’arte del XX secolo, ospiterà una nuova grande e raffinata esposizione, dedicata a Wassily Kandinsky, l’artista che più di ogni altro fu cerniera fra occidente e oriente.
La rassegna, dal titolo “L’artista come sciamano”, si sviluppa intorno a ventidue capolavori del padre dell’astrattismo, provenienti da otto musei russi, accompagnati da selezionatissimi dipinti di maestri dell’avanguardia russa e da uno straordinario nucleo di oggetti rituali delle tradizioni popolari e sciamaniche, praticate nelle lontane regioni siberiane, da cui Kandinsky trasse profonde ispirazioni durante i suoi anni giovanili di studi etnoantropologici, e che contribuirono, insieme alle tradizioni contadine russe, allo sviluppo del suo percorso intellettuale verso l’astrazione come forma della spiritualità.
I lavori presentati a Vercelli appartengono prevalentemente agli anni che Kandinsky trascorse fra Monaco e la Russia, tra il 1901 e il 1922, quando fu costretto ad abbandonare per sempre la sua terra, che pure aveva sostenuto nei primi anni della rivoluzione, per accettare l’incarico offertogli da Walter Gropius di dividere con Paul Klee l’insegnamento al Bauhaus.
La mostra è ideata e curata da Eugenia Petrova, direttrice aggiunta del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
Per maggiori informazioni:
www.mostrakandinsky.it
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