Una famigliola di orsi polari (Foto: Bezrukov & Bashnaeva)
Il 2013 ha in serbo per gli ecologisti russi nuovi accordi internazionali e progetti di legge “verdi”, l’uscita dalla politica climatica di Kyoto, la battaglia a favore di un’industria ecologica pulita ed energetica e anche alcuni summit di alto livello.
L’anno dell’ambiente
Il 2013 sarà l’anno della difesa
dell’ambiente. Nei prossimi dodici mesi la Russia organizzerà un certo numero
di avvenimenti internazionali. A febbraio, a San Pietroburgo si svolgerà la
conferenza dei ministri della regione baltica che si occupano di
difesa dell’ambiente. Nella prima parte dell’anno, inoltre,
si svolgerà la Conferenza russa per la difesa delle foreste.
Il Ministero russo dell’Istruzione e della Scienza organizzerà tra luglio e agosto alcune crociere finalizzate allo studio e alla tutela dell’ambiente nel Mar Baltico, nel mare di Barents, nel Mare Bianco e nel Mare di Kara.
Le autorità federali dei poteri esecutivi propongono di istituire un numero verde al quale i cittadini possano rivolgere telefonicamente le loro domande e presentare le loro richieste su questioni ecologiche e di difesa dell’ambiente.
L’ultimo appuntamento del nuovo anno sarà il Congresso degli ecologisti, che tirerà un bilancio dell’anno appena concluso e definirà i piani per quello nuovo.
La Russia senza Kyoto
Alla mezzanotte del 2 gennaio 2013, come previsto dal Protocollo
di Kyoto, inizierà la seconda fase. Ma non per la Russia: con il Giappone e la
Nuova Zelanda, la Russia si è infatti rifiutata
di rinnovare l’impegno a procedere a
nuove riduzioni dei gas serra entro il 2020 come prevede il Protocollo.
Tuttavia, contrariamente al Canada, la Russia non è uscita ufficialmente dall’accordo. Inoltre, come è stato detto dai rappresentanti della delegazione russa ai negoziati dell’Onu, la Russia continuerà a rispettare quanto previsto dal Protocollo per ciò che concerne la dichiarazione annuale delle emissioni. Il rifiuto opposto dalla Russia al Kyoto 2 ferma l’iter di progetti di applicazione comune, che dal 2010 ne hanno accumulati oltre 150 con una riduzione complessiva delle emissioni pari a un quantitativo di circa 380 milioni di tonnellate di CO2.
Tutto come previsto
Due settimane
prima della fine del 2012, il governo ha adottato un piano d’azione per mettere
in atto la necessaria politica nazionale nell’ambito dello sviluppo
dell’ambiente della Federazione Russia per il periodo restante fino al 2030.
Il Ministero russo delle Risorse naturali nel 2013 preparerà un progetto di legge per la ratifica della Convenzione di Aarhus e della Convenzione di Espo, ma anche un progetto di legge per un riesame delle questioni ecologiche. Inoltre il Ministero russo delle Risorse naturali presenterà nel corso del nuovo anno un dossier sull’armonizzazione della legislazione ecologica nel quadro del processo di adesione della Russia all’Ocse, e anche proposte per “l’aggiornamento dei provvedimenti legislativi e di altre misure atte a raccogliere la sfida nell’ambito dello sviluppo ambientale del Paese”.
Mercurio su scala mondiale
Nel 2013 un
nuovo accordo internazionale sull’ambiente dovrebbe essere finalmente
inaugurato per ridurre drasticamente l’utilizzo del mercurio in ambito industriale e procedere all’eliminazione della contaminazione dovuta agli accumuli di
mercurio.
Come ha sottolineato il Ministero russo delle Risorse naturali, i negoziati sono molto “complessi e tesi”, soprattutto a causa dei diversi livelli di sviluppo dei paesi e dell’enorme complessità dei problemi riconducibili all’utilizzo del mercurio. Il prossimo round di negoziati è previsto a gennaio a Ginevra.
Manifestazioni contro il nichel
Dal punto di vista ambientale, uno dei principali “punti
caldi” del nuovo anno potrebbe essere la regione di Novokhoperskij nell’oblast
di Voronezh, dove gli abitanti stanno protestando da tempo contro lo sviluppo di impianti
estrattivi di nichel.
Il carotaggio di accertamento dovrebbe iniziare prima del 25 gennaio 2013. Gli abitanti della regione, che hanno manifestato per tutto il 2012, hanno deciso alla fine di dicembre di indire un referendum: secondo i promotori di tale iniziativa, infatti, lo sfruttamento del nickel costituisce una seria minaccia per la pianura alluvionale del fiume Khoper e per il bacino del Mare d’Azov, perché i danni arrecati all’agricoltura nella regione sarebbero incalcolabili e molto più gravi dei vantaggi apportati dalle miniere di rame e nichel.
“Via libera”
Il governo russo
all’inizio di ottobre 2012 ha adottato una serie di provvedimenti finalizzati a
incentivare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Numerose industrie leader di mercato ritengono che il pacchetto di
queste misure potrà finalmente far uscire dall’impasse lo sviluppo delle
energie rinnovabili in Russia che, secondo i piani governativi del 2009, alla fine del decennio dovrà costituire il 4,5
per cento della produzione totale di energia nel paese.
Tuttavia, secondo il Ministero dell’Energia, nel 2010 la cifra era prossima allo 0,9 per cento e molti esperti affermano che il piano sia fallito e che un rapido sviluppo delle energie rinnovabili in Russia dovrebbe cominciare alla fine degli anni 2020.
Il summit sull’orso bianco
Nell'autunno 2013 la
Russia potrà ospitare il summit internazionale o il forum per la protezione
degli orsi polari, la cui esistenza è messa a rischio dal cambiamento globale del clima, ha detto
Igor Tchestin, direttore del Wwf. “L’anno prossimo festeggeremo il quarantesimo
anniversario dell’accordo a cinque sulla protezione dell’orso bianco e in
Russia dovrebbe svolgersi un summit. Dipenderà interamente da chi prenderà
parte alle decisioni dei partecipanti determinare l’esito di tale summit e arrivare
a decisioni di alto livello.
Il leopardo delle nevi in Kirghizistan
In autunno il
Kirghizistan dovrebbe ospitare un summit internazionale sulla tutela dei
leopardi selvaggi delle nevi, ormai entrati nel Libro rosso (delle specie in
via di estinzione). Il forum potrebbe essere concomitante a un meeting
dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), dato che dieci dei
dodici Paesi della regione dei leopardi delle nevi sono membri o osservatori
dell’Organizzazione.
L’ecologia di Gazprom
Gazprom convertirà le sue apparecchiature perché siano
utilizzabili con gas naturale, e installerà anche pannelli solari sui
macchinari estrattivi e gli impianti di trasporto per produrre l’elettricità
per il proprio fabbisogno.
Gazprom intende piantare centomila alberi, pulire le discariche e attrezzare oltre duemila ettari di spiagge, foreste e regioni urbane.
Gli ecologisti, a loro volta, sono invitati nel 2013 a “fare un regalo di importanza mondiale” e a rifiutare l’installazione di un oleodotto di esportazione verso la Cina sull’altopiano di Ukok, che fa parte del patrimonio mondiale dell’umanità sotto la voce “montagne dorate dell’Altaï”.
Per leggere l'articolo in versione originale cliccare qui
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email