La rinascita del cinema russo non conquista l'estero

Vignetta Niyaz Karim

Vignetta Niyaz Karim

Nonostante la sua ripresa a livello nazionale, le prospettive per l'industria di celluloride russa, sulla scena internazionale, rimangono ancora cupe. Internet, nel frattempo, offre film sottotitolati per una visione globale

Riusciranno i nuovi film russi a sfondare sul mercato americano? O saranno sempre destinati a fallire, continuando a essere considerati “pellicole straniere”, e pertanto relegate a cinema d'essai? Queste sono le domande a cui molti cinefili russi vorrebbero trovare delle risposte.

Le proposte che ogni anno vengono avanzate agli Academy Awards per la categoria “Oscar al miglior film straniero” - quest'anno il comitato Oscar russo ha selezionato “Belij Tigr” (Tigre bianca) di Karen Schachnazarov - riportano sempre in primo piano queste domande.

In ogni caso, il panorama cinematografico russo a livello nazionale è un successo: i film d'essai affascinano i critici, i blockbuster entusiasmano il pubblico e i film per la televisione registrano buoni ascolti. I registi russi hanno riscontrato successi in generi diversi, che vanno dalle epopee storiche alle commedie divertenti, dalle pellicole d'animazione ai film di fantascienza.

Negli ultimi due anni, il “Faust” di Aleksandr Sokurov ha conquistato il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia e “Kraj” (The Edge) di Aleksej Uchitel’ era in lizza per il Golden Globe.

Se da un lato, questi sviluppi testimoniano la recente rinascita dell’industria cinematografica in Russia, dall’altro, va detto che le pellicole hanno a malapena intaccato i mercati cinematografici esteri.

È vero che alcuni registi russi, come Aleksandr Sokurov, Kira Muratova e Andrei Zvjagincev, hanno ricevuto diversi riconoscimenti da parte di critici cinematografici e appassionati stranieri, eppure, le loro opere rimangono film che solo critici intellettuali e cinefili appassionati di film stranieri possono apprezzare.

Per la maggior parte degli spettatori americani, “film straniero” significa “cinema d'essai”; in questo modo anche grandi successi cinematografici russi sono condannati a sale cinematografiche di piccole dimensioni. Solo cinque film stranieri hanno raggiunto i 25 milioni di dollari al box office statunitense. In vetta alle classifiche “La tigre e il dragone” di Ang Lee, che ha incassato quasi 130 milioni di dollari, più del doppio rispetto a “La vita è bella” di Roberto Benigni, al secondo posto.

Il film russo che ha registrato il maggior successo commerciale sul mercato americano è “Mongol” di Sergei Bodrov, uscito nel 2007 e al 52mo posto nella classifica dei film stranieri campioni di incassi nella storia del box office americano, con 5 milioni 700 mila dollari, nonostante in realtà il film fosse stato presentato dal Kazakhstan per la categoria “Oscar al miglior film straniero”, o l’“Arca russa” di Sokurov del 2002, al 114mo posto della classifica, con poco più di 3 milioni di dollari. Come si può vedere, non si tratta, in nessuno dei due casi, di numeri impressionanti.

Queste, però, sono le cifre che danno luogo a un sacco di strette di mano in Russia, in particolare in prossimità della cerimonia degli Oscar. Secondo alcuni, l’unico modo che un film russo ha per raggiungere il “successo” è attraverso la vincita di premi internazionali o una nomination agli Oscar.

Il dibattito in corso presso il comitato Oscar russo è se nominare un film che sembri “americano” e quindi possa convincere il pubblico, o se nominare un film d'essai perché più vicino all’idea che i giurati degli Academy hanno di “film straniero”.

Le proposte cinematografiche russe degli ultimi dieci anni sono state molto diverse in questo senso. “I guardiani della notte” (2004) di Timur Bekmambetov e “9 rota” (La nona compagnia) del 2005 di Fëdor Bondarchuk, entrambi grandi successi nazionali che hanno sbancato il botteghino russo e sono stati girati in perfetto stile americano, hanno riscosso cenni di assenso. Lo stesso discorso vale per “Rusalka” (The Mermaid) di Anna Melikjan del 2008 e “Italjanec” (L'italiano) di Andrei Kravchuk del 2005, ma solo “12” di Nikita Michalkov è entrato nella Top 5, nel 2007.

I numeri al box office e le nomination agli Oscar possono essere la strada che molti, nell’industria cinematografica, intraprendono per raggiungere la fama, ma non è l’unica possibile.

“I guardiani della notte” di Bekmambetov, ad esempio, non ha sbancato il box office statunitense come si aspettavano i produttori, con incassi di poco superiori al milione e mezzo di dollari. Eppure le vendite dei Dvd della pellicola, negli Stati Uniti, hanno superato i sette milioni e mezzo di dollari, più del suo budget, e anche il videogioco ispirato al film si è rivelato un vero e proprio successo internazionale.

Bekmambetov ha poi continuato a lavorare per Hollywood, dirigendo due film: “Wanted” nel 2008 e “La leggenda del cacciatore di vampiri” nel 2012. Una potenziale via di successo, pertanto, potrebbe essere quella di puntare sui crossover.

I consumatori americani sono molto propensi a pagare per un Dvd o un Blu-ray di un film straniero con contenuti extra e sottotitoli di qualità, e ancor di più ad acquistare videogiochi “stranieri”.

Un’altra strategia potrebbe essere la decisione presa da Shachnazarov non in qualità di regista, bensì di direttore della Mosfilm, la più grande casa di produzione cinematografica russa, ovvero creare un canale specifico su YouTube per la visione gratuita on-line e in alta definizione di diversi celebri titoli degli studi russi.

La raccolta non contiene solo i classici sovietici di Sergej Eisenstein e Andrej Tarkovskij, ma anche titoli popolari di Eldar Rjazanov, Leonid Gajdaj e altri. Finora ci sono state oltre 15 milioni di visualizzazioni sul sito.

Sebbene per molti, pubblicare film russi on line gratis, possa sembrare un controsenso, soprattutto per chi vede il successo solo in termini di incassi al botteghino, il canale di Shachnazarov rispetta appieno l’accordo di partnership con YouTube.

Prima di guardare un film, viene passata una pubblicità. YouTube divide poi i proventi con Mosfilm. Il catalogo on-line permette a spettatori internazionali di vedere film sottotitolati di ottima qualità. Gli ultimi due film di Shachnazarov, “Un cavaliere di nome Morte” (2004) e “Palata N°6” , in lizza per gli Oscar nel 2009, sono entrambi disponibili sul sito con sottotitoli.

Ed è questa la chiave: le società di produzione russe, gli studi e i registi farebbero bene a copiare il modello Mosfilm cercando delle traduzioni di qualità per i sottotitoli dei loro film, rendendoli disponibili on-line in versione HD e utilizzando le reti sociali, come YouTube e Facebook, per promuovere la straordinaria gamma di nuovi film russi.

Stephen Norris è uno storico cinematografico ed esperto di industria cinematografica

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