Kiev ha la necessità impellente di ridurre i prezzi del gas che acquista da Mosca (Foto: Ufficio stampa Gazprom)
Il 2012 è stato un anno importante nella partita energetica tra Russia e Occidente, che ha segnato punti a favore di Mosca, ma che lascia ancora alcune incognite sul tappeto verde per il 2013 e oltre.
Tra Mosca e Bruxelles vi è infatti ancora il problema dell’inchiesta contro Gazprom e la questione del Terzo pacchetto energetico, che disturba i rapporti un po’ traballanti.
Negli scorsi mesi è stato comunque dato il via alla seconda tratta di Nord Stream, il gasdotto sotto il Mar Baltico voluto da Russia e Germania per assicurare un collegamento diretto tra i due Paesi bypassando le repubbliche baltiche e la Polonia.
Anche la variante Sud, la tenaglia meridionale pianificata per aggirare l’Ucraina, è arrivata al nastro di partenza, con la simbolica posa della prima pietra di South Stream sul Mar Nero. Il progetto, che parte dall’asse tra Gazprom ed Eni e coinvolge i tedeschi di Wintershall e i francesi di Edf, dovrebbe essere terminato nel 2015.
Il condizionale è d’obbligo, dato che i ritardi già visti nella preparazione potrebbero ripetersi anche nella costruzione. I prossimi mesi chiariranno la situazione.
Un fattore decisivo per capire quanto potrà essere veloce la realizzazione, fattore importante per la strategia di approvvigionamento coordinata dal Cremlino, è la soluzione della controversia tra Russia e Ucraina, che da mesi sta impegnando i due Paesi e che sembrava a una svolta a dicembre 2012, poco prima che il programmato vertice tra Vladimir Putin e Victor Yanukovich fosse disdetto improvvisamente.
Kiev ha la necessità impellente di ridurre i prezzi del gas che acquista da Mosca (per il 2013 si va verso i 500 dollari per 1.000 metri cubi), Mosca è disposta a concedere forti sconti dietro la partecipazione all’Unione euroasiatica ed è interessata a rilevare il sistema di trasporto di gas ucraino, come ha già fatto con quello bielorusso.
In caso di una veloce soluzione del genere, South Stream potrebbe subire qualche rallentamento. Sino a ora però tra il Cremlino e la Bankova non si è mosso nulla, ma in questo 2013 le carte dovranno essere scoperte del tutto.
Putin nella conferenza di fine 2012 ha affermato che se Mosca ritiene il Terzo pacchetto con l’Europa “inaccettabile” alle condizioni in cui è stato formulato, la Russia continuerà in ogni caso il suo percorso per contribuire alla sicurezza energetica del continente attraverso i nuovi gasdotti e l’utilizzo dei vecchi. A buon intenditor poche parole.
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