Ha stretti legami artistici e culturali con l’Italia Daniil Trifonov, il nuovo astro russo del pianoforte. Dalla vittoria del 2011 al “Concorso Tchajkovskij” di Mosca, il ventunenne pianista, nato a Nizhnij Novgorod, ha un’agenda fittissima di concerti, che sempre più spesso lo porta nel nostro Paese.
L’incontro a Milano, in occasione di un trionfale recital al Conservatorio, restituisce l’immagine di un giovane colto e sensibile, amante dell’arte e della natura, appassionato di trekking e cartografia. E anche dell'Italia.
I suoi soggiorni italiani la influenzano
artisticamente?
L’Italia è il Paese che può lasciare
l’esperienza più determinante su un artista in crescita. Non potrò
mai dimenticare lo shock provato davanti ai dipinti di Leonardo da
Vinci, Michelangelo, Raffaello alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Se invece parliamo di musica Le Poème de l’extase di
Aleksandr Scrjabin, per esempio, è stato composto sulle coste della
Liguria. Recentemente poi ho camminato in un bosco nel Nord
dell’Italia e tra le tante sensazioni che mi hanno ispirato è
stato bello vedere gli alberi utilizzati in passato da Stradivari per
fabbricare i suoi strumenti e oggi da Fazioli per i suoi pianoforti.
La storia e il repertorio musicale italiani la
affascinano?
Innanzitutto noi musicisti dobbiamo essere grati
all’Italia perché è il Paese che ha visto nascere il moderno
sistema di annotazione musicale di Guido d’Arezzo e l’invenzione
del pianoforte da parte di Bartolomeo Cristofori. Anche il melodramma
mi affascina molto: appena riuscirò ad avere una vacanza verrò alla
Scala di Milano e all’Arena di Verona per assistere alle vostre
grandi opere.
Che impressione ha del pubblico italiano che
affolla i suoi concerti?
Il vostro è un Paese così vario che in ogni
regione si trova un pubblico nuovo e unico. Quando ho suonato a Parma, per esempio, il Teatro Regio era pieno di studenti, venuti in autobus
e in treno anche da altre città: tutti mostravano una grande
passione per la musica.
Come giudica le nostre istituzioni musicali
presso le quali ha suonato?
È veramente una delle collaborazioni più
affascinanti… se non ci sono scioperi!
Ricorda il suo primo concerto italiano?
Fu a Fabriano, molti anni fa. Passai l’intera
giornata a visitare i musei e assaggiare specialità, fino a quando,
tutto a un tratto, mi resi conto che mancavano solo 15 minuti al
concerto! Ricordo come già allora fu grande la sorpresa nel
constatare che in Italia anche nelle piccole città ci sono
meravigliose sale da concerto e pianoforti di ottimo livello.
Quali sono i suoi migliori ricordi dei suoi
concerti in Italia?
Le tante richieste di bis da parte del pubblico.
Considera un traguardo suonare al Teatro alla
Scala di Milano?
A Milano ho già avuto il piacere di suonare con
l’Orchestra Verdi e per le Serate Musicali al Conservatorio. Il mio
calendario è ancora in via di sviluppo e per il momento posso dire
che per un musicista è un onore esibirsi alla Scala.
Trova il tempo, in occasione dei suoi concerti italiani, di
visitare le città che la ospitano?
Con l’agenda che ho attualmente è complicato
combinare i concerti e le visite, non solo ai monumenti e ai musei,
ma anche alla natura circostante, visto che preferisco esplorare i
luoghi a piedi e per questo occorre tempo. Forse dovrei imparare a
guidare il deltaplano… sarebbe più veloce!
Quali tra le nostre città preferisce?
Direi un caleidoscopio di città, tra le quali
includo Firenze, Roma, Gubbio.
Dove ha imparato ad amare la storia dell’arte
italiana?
Quando studiavo in Russia, alla Scuola musicale
Gnessin di Mosca, per alcuni anni ci siamo concentrati esclusivamente
sugli artisti italiani. Gli esami erano molto impegnativi e noi
allievi non dovevamo solo riconoscere i capolavori dell’arte
italiana, ma anche scrivere lunghi saggi su di essi.
Lei ama molto anche il cinema: le piacciono i
registi italiani?
Credo che l’arte di Federico Fellini e
Michelangelo Antonioni resti insuperata: per la grande attenzione ai
dettagli, il disegno delle inquadrature, la purezza dei voli di
fantasia, il gusto della scoperta. Solo il regista sovietico Andrei
Tarkovskij può essere paragonato a loro.
Le date italiane del 2013
4 gennaio: Bologna, Auditorium Manzoni
8 gennaio: Verona, Teatro Ristori
12 gennaio: Mestre, Teatro Toniolo
3 marzo: Catania, Teatro Bellini
4 marzo: Udine, Teatro Giovanni da Udine
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