Foto: Alexei Nikolsky / Ria Novosti
Nel corso del 2012, i cittadini russi hanno eletto il loro nuovo Presidente, si sono riuniti in manifestazioni di protesta, hanno seguito il caso delle Pussy Riot e hanno preso atto di una serie di nuove leggi, tra cui l’introduzione di una lista nera dei siti Internet.
1. Le elezioni presidenziali
Nel marzo 2012 si sono svolte le elezioni presidenziali russe. Si sono presentati cinque candidati: il leader del Partito Comunista Gennady Ziuganov, il rappresentante del Partito Liberal-Democratico di Russia Vladimir Zhirinovsky, Sergei Mironov di Russia Giusta e l’imprenditore apartitico Mikhail Prokhorov. Il vincitore, come c’era d’aspettarselo, dopo quattro anni di assenza alla conduzione del Paese è stato Vladimir Putin, che aveva ricoperto già due volte questa posizione. È stato sostenuto da più del 63 per cento degli elettori con una partecipazione del 65 per cento. Nel mese di maggio 2012 è avvenuto l’insediamento del nuovo Presidente al Cremlino. Grazie alle modifiche apportate in precedenza alla Costituzione russa, per la prima volta il mandato presidenziale durerà sei anni invece di quattro.
2. Il Consiglio dei Ministri di Medvedev
Il primo ministro russo Dmitri Medvedev stringe la mano al ministro degli Esteri Sergei Lavrov (Foto: AP)
Dopo il suo insediamento, Putin ha mantenuto fede all’“accordo tra gentiluomini” che lo legava al suo predecessore, l’ex Presidente Dmitri Medvedev, nominandolo primo ministro, nuovo leader del governo russo. Nel nuovo Consiglio dei Ministri, in particolare, sono stati destituiti dai loro incarichi il ministro della Sanità e dello Sviluppo sociale, Tatjana Golikova, il ministro degli Interni Rashid Nurgaliev e il ministro dell’Istruzione e della Scienza Andrej Fursenko, più volte criticati. Sono comparsi inoltre dei nuovi Ministeri: il Ministero della Sanità e il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Sociale (prima erano uniti), il Ministero per lo sviluppo dell’Estremo Oriente e il Ministero per il cosiddetto “Governo Aperto”.
3. Il nuovo leader di Russia Unita
Il primo ministro Dmitri Medvedev durante il suo intervento al congresso del partito Russia Unita a San Pietroburgo (Foto: AP)
La rotazione tra Vladimir Putin e Dmitri Medvedev è avvenuta non solo a livello di cariche dello Stato. Putin, che dal 2008 capeggiava il partito della maggioranza parlamentare Russia Unita, dopo l'elezione a Presidente, ha proposto a Medvedev di diventare il nuovo leader dell'organizzazione politica. Alla fine di maggio 2012, il congresso ha approvato all'unanimità la candidatura del nuovo rappresentante. A differenza di Putin, Dmitri Medvedev ha ricevuto anche la tessera del partito.
4. I disegni di legge di grande risonanza pubblica
La Duma di Stato (Foto: AP)
Formatasi sulla base dei risultati delle elezioni del dicembre 2011, la Duma di Stato in sesta convocazione ha iniziato i lavori nei primi mesi del 2012. Il primo anno è stato caratterizzato dall’adozione di un pacchetto legislativo di grande risonanza pubblica. I deputati hanno introdotto, ad esempio, lo status di “agente straniero” per designare le organizzazioni senza scopo di lucro finanziate dall'estero; hanno votato per un inasprimento delle pene legate al tradimento e alla diffamazione e infine è stata adottata una legge che prevede l’introduzione di una “lista nera” che riunisce tutte le pagine Internet considerate “illecite”, legate, secondo quanto prevede la normativa, a contenuti di pornografia infantile, propaganda di droghe e istigazione al suicidio.
5. I movimenti di protesta
Un momento delle proteste di piazza che hanno infiammato Mosca nel 2012 (Foto: AP)
L'ondata di proteste che ha avuto inizio dopo le elezioni parlamentari del 2011, si è riaccesa nuovamente dopo le elezioni presidenziali. Il simbolo del movimento di protesta è diventato un nastro bianco. A Mosca si sono svolte manifestazioni di protesta “a favore di elezioni eque e solidali” in Piazza Bolotnaja, seguite dalla “Marcia dei milioni” con la partecipazione di decine di migliaia di persone, e dalla contestazione del Cerchio bianco, durante la quale una catena umana si è formata lungo i 15 chilometri dell’Anello dei Giardini. La manifestazione del 6 maggio del 2012 si è conclusa con diversi scontri tra i manifestanti e la polizia: sono state arrestate più di 400 persone, feriti 40 membri dell'opposizione e 29 agenti di polizia. Il risultato del conflitto ha portato all'adozione di una legge che prevede un innalzamento, pari a dieci volte, delle multe legate a violazioni nel corso di manifestazioni.
6. La lotta alle attività illegali dei deputati
Il deputato dell'opposizione Gennady Gudkov mentre lascia la Duma dopo il voto dei colleghi che ne ha decretato la defenestrazione (Foto: AP)
La Duma di Stato ha iniziato una campagna volta ad allontanare quei deputati implicati in attività commerciali non consentite dalla legge. La prima vittima è stata il politico dell’opposizione, membro del partito Russia Giusta, Gennady Gudkov. Nel mese di settembre 2012 la Camera dei Deputati ha accolto le argomentazioni delle autorità inquirenti e ha accusato il politico di svolgere attività commerciali incompatibili con il suo status di deputato. Gudkov è stato, senza alcun processo, destituito dal suo incarico parlamentare. In seguito, diversi altri parlamentari, per lo più di Russia Unita, sono stati sospettati di un reato simile, ma solo Alexei Knyshov ha volontariamente rinunciato al mandato, vista l’impossibilità di dimostrare che non si era dedicato ad attività commerciali.
7. Il ritorno delle elezioni dirette dei governatori
Seggi per le elezioni dei governatori (Foto: RIA Novosti)
Dopo una pausa di otto anni, a ottobre del 2012 in Russia si sono svolte nuovamente le elezioni dirette dei governatori. Secondo le nuove regole, i candidati alle cariche regionali devono superare una specie di “filtro”. Una volta nominati dai partiti politici, i candidati devono ottenere il sostegno dei deputati regionali o dei sindaci prima di poter passare al voto popolare. Nell'autunno del 2012 sono stati eletti i governatori di cinque regioni: quelle di Rjazan, Belgorod, Novgorod, Amur e Brjansk. In tutte hanno primeggiato i rappresentanti del partito pro-governo Russia Unita.
8. La riforma dei partiti
Da sinistra a destra: il cofondatore del Partito Repubblicano Parnas Boris Nemtsov con Vladimir Ryzhkov e
Mikhail Kasyanov (Foto: Itar-Tass)
Uno dei risultati delle azioni di protesta è stata la riduzione del numero minimo di componenti necessario per la registrazione di un partito, che è passato da 40mila a 500 persone. Come risultato il numero dei partiti politici in Russia, nel corso dell’anno, è passato da 7 a 44. Le elezioni di ottobre 2012 hanno visto la partecipazione di 19 nuovi partiti, ma solo 2 sono riusciti a emergere, il Partito Repubblicano Parnas e i Comunisti della Russia, rispettivamente nelle elezioni per i consigli comunali di Barnaul e Karachaevsk.
9. Il caso delle Pussy Riot
Le Pussy Riot alla sbarra durante il processo (Foto: AP)
Nel febbraio del 2012 il gruppo punk russo Pussy Riot ha messo in scena, nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, un’esibizione non autorizzata contro Putin. La band ha innalzato la preghiera “Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin!”. Nel mese di marzo 2012, tre donne del gruppo sono state arrestate con l'accusa di teppismo e istigazione all'odio religioso. Nel mese di agosto 2012, Nadezhda Tolokonnikova, Marija Alechina, Ekaterina Samucevich sono state giudicate colpevoli e condannate a due anni in una colonia penale. Nel mese di ottobre 2012, il tribunale municipale di Mosca ha inaspettatamente scarcerato la Samucevich. Il caso delle Pussy Riot ha innescato una serie di attacchi contro la Chiesa ortodossa russa, che continuano tuttora.
10. Il nuovo ministro della Difesa
Da destra a sinistra, l'ex ministro della Difesa Anatolij Serdjukov abbraccia l'attuale ministro della Difesa Sergei Shoigu (Foto: Kommersant)
Nel novembre del 2012, l’economista civile Anatolij Serdjukov è stato rimosso dalla carica di ministro della Difesa – incarico che ricopriva dal 2007 - dopo essere stato coinvolto in uno scandalo di corruzione. Al suo posto è stato nominato l’ex ministro per le Situazioni d’emergenza Sergej Shoigu, che dall’aprile del 2012 ricopriva l’incarico di governatore della Regione di Mosca. Shoigu è un veterano della Casa Bianca russa, avendo mantenuto il portafoglio ministeriale sotto la presidenza di Boris Eltsin, Vladimir Putin e Dmitri Medvedev. Gli esperti hanno accolto con favore la nomina.
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