Gli scrittori russi e l’Armageddon

Gli scrittori russi e la loro personale fine del mondo (Foto: Shutterstock / Legion media)

Gli scrittori russi e la loro personale fine del mondo (Foto: Shutterstock / Legion media)

Da Zhachar Prilepin a Dmitri Bykov: ecco come gli autori della Federazione trascorrerebbero l'ultimo giorno del mondo, se i Maya avessero effettivamente ragione

Siamo piuttosto convinti che il mondo non finirà il 21 dicembre 2012. Fino ad ora, però, i sostenitori dell’Apocalisse non ci hanno ancora dato tregua. Stiamo vivendo la nostra vita appieno? Come vorremmo trascorrere il tempo che ci rimane, sia esso di due giorni, di vent’anni, o più? Cosa faremmo se effettivamente il mondo fosse giunto alla sua fine?

Gli scrittori russi sono noti in tutto il mondo per il loro profondo e infallibile esistenzialismo.

Cogliendo lo spirito di questi giorni, abbiamo chiesto agli autori più importanti: “Come trascorreresti il tuo ultimo giorno? Come ti comporteresti se veramente ci fosse l’Apocalisse? Cosa ti piacerebbe fare?”

Di seguito riportiamo le risposte date dagli eredi letterari di Tolstoj.

Lo scrittore ceceno German Sadulaev, conosciuto per il suo libro “I am a Chechen”, tradotto in inglese, è nato a Grozny, e ha accettato di rispondere alle domande di Russia Oggi. “Non sono molto sicuro che la fine del mondo sarà il 21 dicembre, o qualsiasi altro giorno. Ho come l’impressione che questo bordello da “fine del mondo” continuerà ancora per parecchio. Ognuno di noi è in attesa della sua personale Apocalisse”.

“Il mio piano per il 21 dicembre 2012 è il seguente: alle 11 sarò dal notaio per firmare dei documenti. Dopo il lavoro andrò in palestra. La sera, me ne resterò a casa con un buon libro. Cosa leggerò? Ovviamente Bhagavadgita (un poema religioso contenuto nel poema epico Mahabharata, ndr). Poi, andrò a dormire – ha aggiunto -. E quando mi sveglierò, il mondo sarà sicuramente diverso”.

Gary Shteyngart, lo scrittore di bestseller russo-americano, autore de “Il manuale del debuttante russo” (2003), “Absurdistan” (2006) e “Storia d'amore vera e super triste” (2010), risulta un po’ malinconico, pensando al suo ultimo giorno: “Cercherò probabilmente di recuperare un po’ di sonno – ha affermato lo scrittore, nato a Leningrado, trasferitosi a New York insieme alla sua famiglia quando era ancora molto piccolo -. Sono convinto che la fine del mondo risulterebbe molto rumorosa. Per cui preferirei riposarmi un attimo prima che inizi il divertimento”.

Sergei Shargunov rappresenta il nuovo spirito dei giovani scrittori russi. L’autore, 32enne, ha vinto nel 2001 il Debut Prize (il premio letterario russo dedicato ai giovani scrittori esordienti). Alla domanda su come trascorrerebbe la fine del mondo, Shargunov ha detto: “Cercherò di dare una risposta filosofica. Lev Tolstoj sosteneva che dovremmo imparare dai contadini a vivere e a morire. E dovremmo imparare il loro atteggiamento nei confronti della vita. Ma Tolstoj era una persona molto paradossale, e sosteneva anche che ogni giorno dovremmo ricominciare dall’inizio, suggerendo quindi di rompere una volta per tutte le tipiche regole dello stile di vita dei contadini. Per rinnovarsi di giorno in giorno”.

Così come Sadulaev, anche Shargunov parla in maniera molto intima dell’Armageddon. O della fine del mondo di ognuno di noi. “Uno scrittore dovrebbe capire che lo attende la sua personale Apocalisse. La sua morte. La vita non è poi così lunga, e dovrebbe cercare di creare qualcosa. Generalmente, sono quelle persone che non amano parlare della fugacità della vita, che si perdono in discorsi sulla fine del mondo”.

“Credo che se effettivamente arrivasse la fine di tutto, metterei in pratica il principio ‘sii ciò che dovresti essere e fai ciò che dovresti fare’. Andrei a giocare con il mio bambino e mi godrei gli ultimi momenti. Tornerei poi a scrivere il mio libro, senza pensare che sarebbe l’ultimo”.

Dmitri Bykov è conosciuto come uno dei grandi talenti letterari della Russia di oggi. Poeta, romanziere, autore di testi satirici. Sostiene che se dovesse veramente arrivare la fine del mondo, trascorrerebbe quella giornata insieme alla sua famiglia. “A causa del mio lavoro, non ci sono riuscito prima – dice -. Ma vi confesserò un segreto: non ci sarà nessuna fine del mondo. Perché accade ogni giorno, quando qualcuno muore. E allo stesso tempo la vita si rinnova. Continuamente”.

Zachar Prilepin, invece, conclude: “Non so esattamente cosa farei. Probabilmente non farei niente di speciale. Vivrei semplicemente la mia solita vita. Cercando di viverla al massimo”.

Hanno collaborato alla realizzazione del testo anche Xenia Grubstein e Olga Ivanova

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie