Putin, il discorso alla Duma

Putin parla ai deputati della Duma, riuniti al Cremlino, per l'annuale discorso presidenziale (Fonte: президент.рф)

Putin parla ai deputati della Duma, riuniti al Cremlino, per l'annuale discorso presidenziale (Fonte: президент.рф)

Dopo quattro anni, il capo della Federazione Russa torna a parlare al parlamento in qualità di Presidente. Immigrazione, riforme politiche ed economiche, lotta alla corruzione e tassa sul lusso i temi centrali dell'intervento

Per la prima volta dopo quattro anni di interruzione e il ritorno alla poltrona di capo dello Stato, il Presidente della Russia Vladimir Putin ha tenuto il discorso annuale al Parlamento russo. Gli esperti puntano l’attenzione sul fatto che questa volta nell’appello del Presidente non ci sia stata alcuna idea ispiratrice, sostituita dall’elencazione di misure secondarie.

Secondo la Costituzione una volta all’anno il Presidente della Russia rivolge un discorso all’assemblea federale, rendendo noto il corso futuro delle riforme legislative. Putin ha scelto il 12 dicembre 2012, giorno in cui si celebra il ventennale della Costituzione russa.

Il capo dello Stato non ha cambiato il format inaugurato dal suo predecessore Dmitri Medvedev, pronunciando il suo messaggio nella sala Georgievskij del Grande Palazzo del Cremlino.

All’inizio del suo intervento di circa un’ora e mezza, Putin ha fatto presente l’ineluttabilità dei cambiamenti globali e la ridistribuzione delle influenze mondiali, sottolineando che saranno prima di tutto i Paesi incapaci di trattenere le proprie risorse intellettuali a finire tra gli outsider. “Sullo sfondo di un nuovo allineamento delle forze economiche, civili e militari, la Russia deve essere un Paese sovrano e influente”, afferma il Presidente. In particolare, dovranno contribuire a questo processo la crescita demografica e lo sviluppo culturale.

Putin ha affidato l’elaborazione di una modalità accelerata per offrire la cittadinanza russa ai connazionali e a coloro che parlano russo, ai figli degli emigrati del periodo sovietico e agli emigrati ai tempi della Russia imperiale. La clausola fondamentale è la rinuncia alla cittadinanza vigente.

Poco dopo Pavel Krasheninnikov, capo del comitato della Duma di Stato per la legislazione, ha ribadito che la rinuncia della seconda cittadinanza a favore di quella russa sarà obbligatoria. Allo stesso tempo verranno inasprite le pene per gli immigrati clandestini. Il Presidente ha preteso che entro il 2015 sia vietato l’ingresso in Russia con i passaporti interni di altri Paesi (è ammesso per i cittadini della Csi), costringendo tutti a esibire alla frontiera il passaporto estero.

Nell’ambito dell’Unione doganale dell’EurAzEc e dello Spazio economico unico (oltre alla Russia, fanno parte di queste organizzazioni la Bielorussia e il Kazakhstan) vigeranno nuove regole semplificate per l’ingresso e la permanenza nel Paese. Putin ha anche promesso di dare un appoggio, anche finanziario, alle scuole russe all’estero.

Il leader russo ha parlato della democrazia russa che si basa su principi universali internazionali, ma possiede tradizioni proprie di autogoverno popolare e non modelli imposti da fuori. Il Presidente ha esortato a migliorare la concorrenza politica e in particolare a porre fine a qualunque ingerenza nei processi politici interni. “Una figura che per la sua attività politica riceve soldi dall’estero e sicuramente li usa per fare gli interessi di altre nazioni, non può essere un politico della Federazione Russa”, ha dichiarato.

Putin non ha parlato direttamente delle numerose manifestazioni di protesta diffuse nel Paese, ma ha detto che un dialogo civile è possibile soltanto con chi avanza le sue richieste in modo civile e nel rispetto della legge.

Vladimir Putin ha promesso che a tutti i partiti (oggi in Russia ce ne sono 47) sarà concessa pari visibilità nei mass media e non soltanto durante le campagne elettorali. Ha appoggiato l’idea di tornare alle elezioni della Duma con il sistema misto, cioè per liste elettorali e circoscrizioni monomandatarie. Questo modello era stato eliminato nel 2007. Da quel momento la Duma era stata eletta due volte secondo le liste elettorali.

All’inizio del 2012, il Presidente uscente Dmitri Medvedev aveva proposto di dividere il Paese in 225 unità territoriali, abolendo la parte unica, federativa, della lista dei candidati. In aggiunta Putin ha proposto di discutere la possibilità nelle elezioni di un ritorno dei blocchi politici, tema trattato a varie riprese nei circoli politici e analizzato dagli esperti, in relazione alla comparsa di numerosi “piccoli” partiti che non sono in grado di entrare autonomamente in Parlamento.

A proposito di lotta alla corruzione, il Presidente ha manifestato il suo sostegno al progetto di legge presentato alla Duma sull’obbligo dei funzionari russi e dei loro parenti prossimi di dare informazioni su conti bancari, azioni e titoli all’estero posseduti. In caso contrario nei loro confronti sarà applicata una responsabilità penale. Le proprietà immobiliari straniere, secondo Putin, devono essere dichiarate, e la fonte economica per l’acquisto deve essere motivata. La legge toccherà il Presidente, i funzionari della sua amministrazione, il premier, i membri del governo e del parlamento.

Putin ha espresso una critica verso l’abitudine del mondo degli affari russo di concludere affari importanti al di fuori della giurisdizione della Federazione, in zone offshore. Al governo spetta mettere a punto un pacchetto di misure che non permettano una tale pratica e ottenere la trasparenza degli offshore.

Il leader della Federazione Russa ha anche richiesto, a partire dalla prima metà del 2013, l’introduzione di una tassa sul lusso, inclusi gli immobili di prestigio e le macchine costose.

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