Continua il tira e molla tra Russia e Ue per eliminare i documenti di ingresso (Foto: Kommersant Photo)
Il 27 novembre 2012 Anvar Azimov, console speciale del Ministero degli Esteri russo, ha formulato per i dirimpettai europei un ultimatum: “Se per la fine del 2013 non si farà qualche passo avanti nella stesura di un accordo (sugli ingressi senza visto) la Russia ne trarrà le sue conclusioni”.
Per dimostrare tutta la serietà delle sue intenzioni Mosca ha annunciato che dal 1° dicembre 2012 gli equipaggi degli aeromobili che appartengono alle compagnie aeree dei Paesi dell’Ue non potranno uscire dai confini della zona di transito dell’aeroporto senza il visto russo.
La revoca di Mosca della moratoria sui visti è avvenuta durante la preparazione del Trentesimo vertice Russia-Ue, che si terrà a Bruxelles il 21 dicembre 2012 e nel quale entrambe le parti ripongono grandi speranze anche riguardo alla questione dei visti. Seren Liborius, capo dell’ufficio stampa della rappresentanza della Commissione Europea a Mosca, ha riferito a The New Times che le parti si sono già accordate per il rilascio di visti a lungo termine a studenti e giovani specializzandi. La pietra d’inciampo sulla strada verso la firma di un accordo è la questione dei passaporti di lavoro russi, rilasciati ai quadri intermedi per i viaggi all’estero. Mosca insiste per abolire i visti per questa categoria, l’Europa si oppone.
La questione sull'introduzione di un regime senza visti per i possessori dei cosiddetti “passaporti azzurri” (i passaporti di lavoro ) era già stata sollevata a Pietroburgo al vertice Russia-UE di giugno 2012. L'Unione Europea aveva manifestato una certa dose di scettismo nei confronti dell'insistenza della controparte russa in merito alla questione: secondo dati non ufficiali i “passaporti azzurri” si possono acquistare sul mercato nero per 20.000-40.000 dollari.
“L'opinione pubblica russa segue con grande attenzione le trattative -, osserva Aleksej Muchin, direttore generale del Centro di informazione politica. - Quando capirà che i nostri funzionari hanno mandato a monte le trattative perchè l'Europa si è rifiutata di assecondare un loro personale capriccio, probabilmente la gente non li ringrazierà”.
Tra molti esperti circola un’unica opinione: in realtà l’Europa non ha alcuna intenzione di abolire i visti. “Alcuni anni fa ai governanti europei faceva comodo mostrare ai propri elettori che c’era una collaborazione con la Russia - dice Aleksej Muchin. - Allora si erano realizzati alcuni progetti di investimenti. Poi però i vertici europei ci hanno ripensato: nel contesto di crisi economica e di un nuovo flusso di immigrati dai Paesi balcanici l’idea di ricevere un’altra ondata migratoria dalla Russia non porterebbe di certo voti politici”.
L’irritazione di Mosca è probabilmente dovuta alla certezza che tutti gli impedimenti all’instaurazione di un regime a ingressi liberi sono di pura fantasia. Tra Bruxelles e Mosca vige un accordo sulla riammissione che prevede il rimpatrio degli immigrati clandestini a spese del Paese dal quale sono arrivati. “Il rallentamento nelle trattative da parte dell’Europa non ha decisamente alcuna motivazione -, sostiene Sergej Karaganov, preside della Facoltà di Economia e politica mondiale dell’Alta Scuola di Economia. - Se è per questo, i passaporti europei si vendono e si comprano con altrettanta facilità”. L’esperto ritiene che l’unica motivazione per cui l’Europa non vuole abolire i visti è che “è l’ultima leva che può usare per fare pressioni sulla Russia rispetto ad altre questioni, da quelle economiche ai diritti dell’uomo”.
L’obiettivo massimo di Mosca è ottenere l’abolizione completa dei visti per i Giochi Olimpici del 2014. D’altro canto il Cremlino non è pronto a passi unilaterali come ha fatto l’Ucraina che ha abolito il regime dei visti nel 2005 per i cittadini dell’Ue alla vigilia del festival musicale di “Eurovision”. “Per noi una soluzione del genere sarebbe riduttiva. Lasciamo che l’Ue abolisca i visti, poi ci penseremo”, ha fatto sapere ai giornalisti il console Azimov.
Ma non c’è da aspettarsi nemmeno qualche passo da parte di Bruxelles; una fonte de The New Times alla Commissione Europea ha riferito: “In tempi brevi non ci sarà alcuna abolizione dei visti”.
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