Lo scintillio che inganna

(Foto: Lori/LegionMedia)

(Foto: Lori/LegionMedia)

Mosca vista dal basso di un'italiana. I post
Credit: Niyaz Karim
Credit: Niyaz Karim

2 dicembre 2012

Scintillante e affilato come una punta di diamante. Ma più mimetico di un camaleonte. È il ghiaccio il guastafeste delle mie giornate moscovite. Perché, fin quando nevica, tutto va bene, anche i miei piedi restano all'asciutto negli stivali logorati ormai al loro secondo inverno russo. Ma il ghiaccio non perdona. Soprattutto le suole lisce.

Durante il giorno, la luce naturale aiuta a schivarlo, per quanto possibile, in un faticoso percorso ad ostacoli. Altrimenti non resta che applicare la tecnica dello sci di fondo: strofinando le suole a terra, l'attrito aiuta a restare più saldi sulle gambe. Di notte, però, il nostro nemico si fa più insidioso; ma anche in questo caso è la luce a tradirne la presenza e a mettermi in allerta. Peggio va quando il ghiaccio, dopo qualche giorno al suolo, si mimetizza con il color dell'asfalto. E allora, mentre cammino convinta di poggiare i piedi su un piano sicuro, si inizia a slittare... alla ricerca di appigli per ritrovare l'equilibrio.

Così di questi tempi, incontrarsi tra amici vuol dire diramare ogni volta un bollettino di guerra: Oggi tutto bene, sono rimasta in piedi; Io ho sbattuto il mento prima di arrivare in metropolitana; Sono finita sulla busta della spesa, marmellata di frutta; Che botta alle ginocchia; Ci ho lasciato l'osso sacro... Anche tu? È la terza volta da quando sono a Mosca; È la mia prima caduta della stagione. E via discorrendo, come se fosse la cosa più normale del mondo rientrare a casa ogni giorno con un livido in più, i pantaloni inzaccherati di fango e il piumino da portare a lavare.

Nell'inverno moscovita, il ghiaccio ricopre strade e marciapidi, rivelandosi un vero pericolo per i pedoni più distratti (Foto:Lori/Legionmedia)


E mentre continuo a camminare con gli occhi fissi a terra, i miei amici, invece, mi invitano ad alzare lo sguardo, il più possibile. La pericolosità del ghiaccio può infatti sopraggiungere anche dall'alto, e non solo da terra. Sconsigliatissimo camminare, dunque, sotto i cornicioni per cercare riparo, anche quando il palazzo non è transennato. Possono venir giù, su incauti passanti, valanghe di neve dal tetto o stalattiti di tutte le dimensioni.

Però, che bello lo spettacolo che mi forniva il ghiaccio ieri sera lungo Ulitsa Vavilova, nella zona di Akademicheskaya. I rami scheletriti degli alberi sulla strada erano adornati da pendagli di ghiaccio che li rendevano lampadari di cristallo di notevole fattura. Mi sembrava di passeggiare nel salone delle feste di qualche aristocratico palazzo. Che spettacolo veniva prodotto dai fari delle auto che sfrecciavano e dalle luci della città su quei pendenti cristallini. Il ghiaccio incanta. E non perdona. Ma cerchiamo di farcelo amico.

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie