Gli imprenditori agricoli russi chiedono un intervento del governo per ripararsi dai rischi conseguenti all'accesso nel Wto (Foto: Itar-Tass)
Il Presidente Vladimir Putin ha tenuto una seduta allargata del Consiglio di sicurezza per discutere la questione del Wto. L'ingresso nell'Organizzazione sarà uno stimolo per la modernizzazione dell'economia, per migliorare il clima imprenditoriale, e permetterà alla Russia di occupare posizioni più vantaggiose nel sistema internazionale della distribuzione del lavoro, ha affermato Putin.
Ma, a causa della crisi, difficilmente tutto ciò avverrà in tempi brevi, ha avvertito il Presidente: "Sono aumentati i rischi legati agli impegni che abbiamo preso: si tratta innanzitutto dell'impegno di ridurre i dazi doganali per l'importazione di una serie di merci". Al ministro del Lavoro è stato assegnato il compito di valutare il rischio di un aumento della disoccupazione collegato all'ingresso nel Wto.
La Russia non chiederà al Wto di rivedere le condizioni per diventare un Paese membro: lo affermano diverse fonti federali e lo conferma il responsabile dell'ufficio stampa del Presidente, Dmitri Peskov. "Il Presidente intendeva dire che in seguito alla contrazione dei mercati, soprattutto nei Paesi dell'Ue, un maggior flusso delle merci sulle quali noi stiamo riducendo drasticamente i dazi di importazione, ad esempio le macchine agricole, potrebbe riversarsi sul mercato russo", spiega uno dei funzionari. Putin inoltre ha affermato che anche altri Paesi non sempre mantengono al cento per cento gli impegni presi con il Wto: ad esempio, restano in vigore delle misure discriminatorie ingiustificate nei confronti di alcune merci russe, aggiunge Peskov.
Dopo l'ingresso nel Wto, la media dei dazi d'importazione sarà ridotta in tre anni dal 9,5 al 6 per cento. Secondo le stime del Ministero per lo Sviluppo Economico, per il bilancio federale le minori entrate derivanti dalla riduzione dei dazi potrebbero ammontare nel 2013 a 188 miliardi di rubli e nel 2014 a 257 miliardi. Ma al dicastero sperano che in realtà le perdite saranno minori, grazie all'aumento degli scambi commerciali e della base imponibile. L'industria sarà avvantaggiata dall'ingresso nel Wto, grazie alla riduzione dei dazi d'importazione sui macchinari; saranno favoriti anche il retail e l'industria chimica: è quanto emerge dalle ricerche di Renaissance Capital e di UniCredit.
Non a caso il Presidente ha dato questo annuncio: il governo sta valutando attentamente le conseguenze dell'entrata nel Wto, confida un funzionario dell'esecutivo. "Una volta alla settimana teniamo degli incontri con gli imprenditori, che si lamentano con noi del Wto, ma bisogna capire che non potrebbero parlarne bene: il nostro lavoro consiste appunto nel cercare di capire quali situazioni richiedono effettivamente il nostro intervento", osserva l'interlocutore di Vedomosti.
In effetti, non è prevista una revisione dei dazi sulle importazioni, ma sono possibili altre misure di sostegno al settore, aggiunge poi. Una di queste è stata citata ieri dal ministro per lo Sviluppo Economico Andrei Belousov: il governo sta valutando la possibilità di introdurre a partire dal 2013 un dazio anti-dumping sulle importazioni di macchinari agricoli, ma bisognerà attendere i risultati delle indagini anti-dumping della Commissione Economica Eurasiatica. L'indagine è partita a luglio 2012, su richiesta della Rostselmash e della fabbrica di macchinari agricoli di Krasnojarsk.
La Russia potrà modificare i dazi di importazione non prima di tre anni, ma le decisioni dovranno essere singole, osserva il funzionario del Ministero per lo Sviluppo Economico. Alcune imposte verranno riviste in ogni caso; vi sono stati degli errori nella fase di approvazione definitiva dei documenti ad esse relativi e sono state fissate delle aliquote errate, fa notare un collaboratore della Commissione Economica Eurasiatica: "È il caso, ad esempio, dei dazi per l'importazione di suini, carta e cartone". Per ora non è chiaro come cambieranno le aliquote.
Dopo l'ingresso nel Wto è stato annullato il sussidio dell'80 per cento ai produttori agricoli per l'acquisto di macchinari di produzione nazionale, per il quale lo Stato aveva speso 8 miliardi di rubli, spiega il direttore dell'associazione Rosagromash Evgenij Korchevoj. Si può cambiare il meccanismo: finanziare una parte delle spese per il personale, non dei compratori, ma dei produttori di macchinari agricoli, consiglia Korchevoj.
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