(Foto: per gentile concessione di Davide Monteleone)
(Foto: per gentile concessione di Davide Monteleone)
"Cardo Rosso" è il suo terzo libro sulla Russia. Il Caucaso è la regione che ha esplorato negli ultimi quattro anni. Mosca è la sua seconda casa. Davide Monteleone, fotografo, vive tra l'Italia e la Russia e racconta il suo rapporto con la Federazione in occasione della presentazione di "Cardo Rosso" e dell'omonima mostra che sarà inaugurata venerdì 30 novembre 2012 nello Spazio Labò di Bologna, per poi approdare a Milano nella galleria Micamera il 15 gennaio 2013.
Come è iniziata
la sua passione per la Russia
e la sua vita nella Federazione?
È iniziata un po'
per caso, in realtà. Dieci anni fa lavoravo per l'agenzia Contrasto e ho iniziato a
seguire la Russia.
Lentamente sono diventato un po' il loro corrispondente ed è
partita la mia avventura. Poi, come tutte le cose, c'è stata una commistione
tra necessità professionali e desideri personali. Io ero interessato a quel mondo e così ho trovato
un'occasione per poterci andare. Ora sono legato alla Russia da 10 anni e
continuo a lavorarci perché continua ad essere una fonte di ispirazione.
Dopo il primo
libro "Dusha. Anima Russa" nel 2007 e "La linea inesistente" nel 2010, si è
dedicato ai territori del Nord del Caucaso. Perché?
La zona di Caucaso
che ho trattato fa parte quasi tutta del territorio russo e quindi era all'interno della mia esplorazione del Paese. Il primo libro che ho realizzato era più
sulla Russia europea e poi mi sono spostato un po' più a Sud per scoprire
un'altra area di Russia che è diversa da Mosca, da San Pietroburgo, dalla
Siberia. Parliamo di un Paese molto esteso, con tante differenze da esplorare.
(Foto: per gentile concessione di Davide Monteleone)
Ha dichiarato che cerca la quotidianità
oltre le breaking news, come arriva all'intimità delle persone?
Credo che tutto nasca
dall'interesse personale. Non ci sarebbero storie di successo se non guidate da
una propria curiosità. Lavoro su progetti medio-lunghi, per cui i miei viaggi
sono fatti di esplorazioni, incontri con le persone e questo automaticamente
scaturisce in rapporti più intimi, personali, sui quali poi è più facile
fotografare. Mi interessa conoscere la situazione e poi scattare.
Esporrà il
lavoro sul Caucaso anche in Russia?
No, non è ancora
previsto, e non so se si farà. Il Caucaso è un tema non facilissimo da
affrontare. A dir la verità non
ho mai fatto mostre in Russia, solo una mini-presentazione del primo libro
in una piccola galleria. Gli spazi dove esporre fotografie a Mosca non erano
tantissimi, adesso ce ne sono diversi, ma è una cosa che richiede tempo e poi
diciamo che i russi sono più interessati a conoscere cosa succede al di fuori del loro Paese. Posso dire che ci sono delle trattative ma niente di certo.
(Foto: per gentile concessione di Davide Monteleone)
A gennaio 2013 terrà un workshop a Mosca con
l'associazione YʼArt Project. È la sua prima esperienza formativa?
Sì, è la prima
volta che faccio un workshop a Mosca con questa modalità. In realtà lo scorso
inverno avevo già insegnato in una scuola, ma questa sarà un'esperienza diversa
perché non ci saranno solo russi ma studenti di diverse nazionalità, quindi più
persone che sono curiose di lavorare in Russia che russi che già conoscono il
proprio Paese. Credo che insegnerò, o meglio suggerirò quella che è la mia idea
di fotografia e come realizzare dei progetti fotografici in base alle mie
esperienze.
(Foto: per gentile concessione di Davide Monteleone)
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