Alcuni giocatori della Dinamo Mosca esultano dopo un goal. Per loro, quello del 2012-2013, è per ora un campionato con poche emozioni (Foto: sito ufficiale fcdynamo.ru)
Un campionato anonimo. Nona in classifica, a 16 punti dal Cska Mosca capolista, lontano da altre big come l’Anzhi, che ottiene risultati nelle Coppe europee. Sessantasette anni fa, a novembre, era la Dinamo Mosca, glorioso club della capitale russa e campione nazionale, a sfidare per la prima volta le potenze dell’Occidente. Un tour in Inghilterra su invito della Football Association, la federcalcio inglese, nel 1945.
Atterraggio all’aeroporto di Croydon, accolta da fiori e nebbia. Niente bandiera dell’Urss. La Seconda Guerra Mondiale si era appena conclusa. Tra vittime, intrecci di politiche militari ed economiche. Nessun atleta russo aveva mai visitato la Gran Bretagna. Nonostante i due Paesi stessero dalla stessa parte, contro il delirio nazifascista che univa la Germania di Hitler e l’Italia del Duce. Il Partito comunista sovietico era diffidente a spedire i suoi atleti in Occidente. Insomma, accoglienza tiepida.
Primo indizio della grande – e reciproca - diffidenza tra i due Paesi. E la Cortina di Ferro, che tre anni dopo sezionerà in due parti il controllo politico dell’Europa, era ancora lontana. Dopo la prima notte passata all'ambasciata dell'Urss, fu ipotizzato un rapido ritorno a Mosca del club. Nonostante la federcalcio inglese avesse accettato 12 delle 14 clausole richieste dal club russo per sbarcare in Inghilterra, tra cui 600 biglietti per i sovietici residenti nel Regno Unito e l'obbligo di giocare contro l'Arsenal.
La gara contro i Gunners fu di sicuro la più sentita dai sovietici. Finì in pareggio al White Hart Lane, la casa del Tottenham. Highbury, leggendaria tana dell’Arsenal, era stata utilizzata come base aerea nel secondo conflitto bellico. La Dinamo giocò anche contro Chelsea, Cardiff City (battuti 10-1) e Rangers Glasgow. I sovietici avrebbero dovuto affrontare anche l'Aston Villa ma dopo la gara contro gli scozzesi (un inferno l’Ibrox Park, 92mila anime che sognavano di essere i primi a battere i russi, gli inglesi non ci erano riusciti) volarono direttamente a Londra.
In realtà, il calcio fallì. Niente disgelo, come fu sottolineato dalla stampa britannica e pure dal grande George Orwell. Nel suo saggio "Sporting Spirit", Orwell scrisse che in quelle partite era emerso il peggio, che ci fossero stati vari episodi di violenza in campo. Per la Dinamo Mosca, quattro gare, nessuna sconfitta. E il titolo di “maestri dello sport” ricevuto in patria. Con la dimostrazione che il calcio orientale poteva competere con i leoni britannici.
Un anno dopo la tournèe, l'Urss entrava nella Fifa. Scrivendo l'incipit di una nuova fase per lo sport sovietico.
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