Un intervento del primo ministro russo Dmitri Medvedev (Foto: Konstantin Zavrazhin/RG)
Dmitri Medvedev non esclude una seconda candidatura alla carica di Presidente della Russia, scrive Le Figaro, pubblicando un’intervista che l'attuale premier russo ha rilasciato alla vigilia della sua visita in Francia. Il quotidiano francese descrive Medvedev come “il primo ministro di Vladimir Putin”. Alla domanda se gli risulta facile ricoprire un simile incarico, Medvedev ha risposto che se c’è una persona con la quale si trova bene a lavorare, quella è Putin .
Nella versione russa dell’intervista, la citazione completa è la seguente: “Dovete sapere che difficilmente avrei accettato l’incarico di primo ministro qualora al posto di Putin fosse stato eletto Presidente un altro esponente politico. Il Presidente Vladimir Putin è la sola e unica persona con cui sarei stato in grado di lavorare bene in qualità di primo ministro, dopo aver ricoperto, a mia volta, la carica di Presidente. Vi assicuro che con qualsiasi altro Presidente, non sarei mai stato in grado di esercitare tale carica. Questo perché non è affatto facile, dopo essere stato Presidente, passare alla poltrona di primo ministro, per quanto prestigioso, e altamente interessante possa essere questo incarico. Ammetto che mi trovo molto a mio agio a lavorare con lui”.
Medvedev ha definito il Cremlino un “luogo difficile”. Il premier non lo vede come un monumento architettonico, bensì come la struttura in cui ha lavorato per ben quattro anni. “Tempo fa mi sono convinto che non bisogna mai affezionarsi troppo a un posto di lavoro concreto, perché, quando arriva il momento di lasciarlo, è sempre difficile poi abituarsi a quello nuovo -, ha spiegato Medvedev. - Per chi si affeziona, il passaggio a un nuovo lavoro diventa una vera e propria tragedia”. Il primo ministro russo ha sottolineato che nessuno viene eletto per sempre e che il discorso riguarda tutte le posizioni.
Alla domanda se intende ritornare al Cremlino, Medvedev ha risposto di non escludere una simile possibilità, sempre che le forze lo accompagnino e la gente continui a riporre fiducia nel suo operato. Medvedev sostiene che in generale, non si dovrebbe mai rinunciare a nulla. “Come si dice: mai dire mai. Soprattutto perché sono già entrato una volta in questo fiume, e questo è un fiume in cui è possibile entrare una seconda volta”.
Sempre nel corso dell’intervista, Medvedev ha espresso il suo rifiuto nei confronti dell’operato di Stalin e la sua posizione in merito al caso delle Pussy Riot, sebbene possa fare ben poco contro la sentenza della Corte; ha dichiarato che non è possibile perdonare Mikhail Khodorkovsky e Platon Lebedev senza gli opportuni passi da parte degli accusati e ha infine fugato i timori dei giornalisti sul fatto che, dopo l’insediamento di Putin, in Russia, vigerà una politica molto più ferrea.
Parlando delle rigide misure attuate dalle forze dell’ordine contro i partecipanti alle manifestazioni organizzate dall’opposizione, Medvedev non si è sbilanciato né a favore degli uni né degli altri, si è limitato a fornire degli esempi su come “le autorità europee reagiscano alle violazioni dello stato di diritto, quali sanzioni vengano applicate, e che tipo di armi non letali vengano utilizzate dalle forze dell’ordine per contenere i disordini”. Il premier non ritiene che la reazione delle autorità russe sia stata eccessivamente dura. “In qualsiasi Paese, se un cittadino alza una mano contro un ufficiale di polizia, è considerato un criminale e viene arrestato, indipendentemente da quale sia il suo slogan o da che parte stia, se a favore dei rossi o dei bianchi, dell’opposizione o dell’attuale governo in carica”, ha dichiarato il primo ministro.
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