Il 28 novembre 2012, per la prima volta, verrà battuto all’asta materiale personale del cineasta russo (Foto: Sotheby's)
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Il 28 novembre 2012, per la prima volta, verrà battuto all’asta materiale personale del cineasta russo (Foto: Sotheby's) |
Andrei Tarkovskij segnò la storia del cinema con solo sette titoli. E diciamo “solo” perché la lista dei progetti che aveva in mente era molto più ampia. Bulgakov, Dostoevskij, Ibsen, Mann e Hesse rimasero senza la versione cinematografica firmata dal più celebre regista russo dopo Eisenstein.
Dopo Lo specchio (Zerkalo), Tarkovskij si scontrò con il muro del Goskino (il Comitato di Stato per il cinema), il cui presidente ostentava il rango di ministro. “Di tutte le arti, il cinema è la più importante”, diceva Lenin. Eppure, uno dei registi più ammirati a livello internazionale, il 10 luglio del 1984, a Milano, indisse una conferenza stampa in cui annunciava che non sarebbe più tornato nell’Urss.
Erano anni che Tarkovskij chiedeva di poter realizzare, perlomeno all’estero, i propri progetti personali, dal momento che in patria non gli era più permesso farlo. Una storia tristemente poco originale. La bozza di una di queste missive indirizzate a Brezhnev fa parte del lotto che la casa londinese Sotheby’s metterà all'asta con un prezzo di partenza stimato sui 120mila euro.
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I segreti dietro i ciak di Tarkovskij |
La fama dell'autore di Andrej Rublëv non ha mai smesso di crescere, né tantomeno la letteratura circa la sua opera, le edizioni rimasterizzate e i documentari che cercano di far luce sulla complessa personalità del regista. Ed è proprio grazie al tempo - il delicato materiale su cui si basava il sistema filosofico di Tarkovskij - che questi sette titoli sono diventati i lavori cinematografici più apprezzati dalla critica specializzata.
Il regista pubblicò il suo corpus teorico e, dopo la sua morte, comparvero i suoi diari personali (1970-1986), così come altri materiali e ricordi di amici e colleghi. Ciò, tuttavia, non era sufficiente a colmare la curiosità generale, per non parlare di quella dei suoi fan. Non c’è da stupirsi, pertanto, se la notizia della vendita all’asta di materiale personale di Tarkovskij - in buona parte inedito - e custodito, fino ad oggi, della collega Olga Surkova, coautrice di Scolpire il tempo, abbia suscitato una così grande aspettativa.
Tra i materiali messi all'asta, incontriamo quattro album di foto con immagini, mai pubblicate prima, dei suoi anni in esilio; tredici nastri e altrettanti minidischi con interviste inedite; dodici lettere di Andrei Tarkovskij indirizzate al critico cinematografico russo Evgenij Surkov; manoscritti di Scolpire il tempo che includono bozze, commenti e la versione finale dattiloscritta; le surreali edizioni di lavoro di Solaris, Stalker e de Lo specchio, dove viene descritta in maniera dettagliata la struttura delle opere, sequenza per sequenza, rendendo possibile il confronto con il risultato finale.
(Foto: Sotheby's)
Secondo Stephen Roe, esperto di libri e manoscritti presso la casa d’aste Sotheby’s, è molto difficile che in futuro si possano ripetere aste simili
dedicate al regista russo. Alcuni pezzi del lotto rivelano momenti
particolarmente difficili e duri dell’artista. Nella bozza di una delle lettere
si legge: "Per tre anni e mezzo, il mio film è stato
vietato nelle sale ... Andrej Rublëv
non era stato, né poteva essere utilizzato per nessun tipo di propaganda
antisovietica. Non mi è concesso, in nessun modo, di portare a termine le mie
idee creative. Dicono che questo problema sia strettamente collegato alla sorte
di Andrej Rublëv ... Ma io non ho un
lavoro, non posso mantenere né me, né tantomeno mia moglie e mio figlio. Non mi
sento molto a mio agio a parlare di questo, ma è da tempo ormai che la mia
situazione non accenna a cambiare, e non posso più tacere".
Il destinatario della lettera era il segretario generale del Comitato centrale, Leonid Brezhnev, che aveva vietato la distribuzione del film sul pittore di icone. "La notte scorsa ho sognato Brezhnev, che si rivolgeva a me con benevolenza. Dio mio!", scrive nel suo diario lo stesso anno della morte del leader. Un potenziale creativo, quello di Tarkovskij, alla costante ricerca di nuove forme d’espressione, come, ad esempio, il teatro. Il suo adattamento dell’Amletoebbe un tale successo che il regista pensò persino di mettere su una compagnia tutta sua.
O come la fantascienza, considerata un genere minore da parte delle autorità, ma che Tarkovskij non abbandonò nemmeno dopo Solaris, vista la sua capacità di inserire nelle trame fantastiche le proprie preoccupazioni morali e filosofiche. "L'artista deve, per principio, muoversi controcorrente, non può essere un conformista", dichiarò in un'intervista con la rivista Time Out.
Tarkovskij divise i registi in due gruppi: coloro che cercano di ricostruire nei loro film il mondo che li circonda, e quelli, invece, che creano un mondo proprio. I secondi sono quelli che si scontrano con i gusti del pubblico, dal momento che non cercano di compiacerlo bensì di dare voce alle proprie aspirazioni.
Tarkovskij aveva la modestia di non includersi in questo gruppo, nel quale rientravano Bresson, Bergman e Kurosawa, ma non vi è alcun dubbio che anche il regista russo cercasse di "capire le emozioni interne dei suoi potenziali spettatori, nonostante le loro rispettive lunghezze d'onda rimanessero molto distanti ", come egli definiva il lavoro di questi registi.
Dovremo aspettare fino al 28 novembre per vedere chi si aggiudicherà il lotto,
se un privato o un’istituzione. Se la “scatola” verrà nuovamente chiusa per il
gusto e il piacere di qualcuno, o se i cimeli passeranno nelle mani degli
specialisti, permettendoci così di avvicinarci un po' di più al mondo di questo
geniale artista.
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