La Russia esce a mani vuote dalla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, dove ha comunque registrato un ottimo successo di pubblico e critica (Foto: Gettyimages/Fotobank)
È calato il sipario sulla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma e, nonostante le ottime premesse, nessun premio è arrivato per la Russia, rappresentata al prestigioso concorso cinematografico da “Spose celestiali dei mari di pianura” di Alexei Fedorchenko, “La danza di Delhi” di Ivan Vyrypaev e il cortometraggio “Eternity” del duo Provmyza.
In una serata naturalmente ricca di emozioni sono stati assegnati i premi, dove Italia, Francia e Stati Uniti sono stati i grandi protagonisti, almeno nella sezione principale: proprio ai film di questi tre Paesi la giuria, presieduta da Jeff Nichols, e della quale faceva parte anche il kazako Timur Bekmambetov, ha assegnato i premi principali.
Nell’ambito del progetto CinemaXXI, invece, ci sono state alcune sorprese che hanno riguardato, seppur indirettamente, la Russia.
Il Premio CinemaXXI per i Cortometraggi e Mediometraggi è andato a “Panihida”, il film della moldava Ana-Felicia Scutelnicu che, emozionatissima, ha ritirato il riconoscimento. “Questo è il mio primo lavoro importante - ha spiegato la regista -, esono molto felice per questo premio. La Repubblica di Moldova è un piccolo Paese ma è ricco di storia e tradizioni. Desidero ringraziare in particolar modo la produzione di parte tedesca che ha creduto in questo progetto, e mia nonna che mi ha ispirato”.
“Panihida”, mediometraggio co-prodotto da Germania e Moldavia, racconta il rito ortodosso della sepoltura. La morte e la vita che vanno di pari passo. La storia è ambientata in un piccolo paese della Moldavia, dove un’anziana donna muore e il funerale viene fatto seguendo i riti della tradizione ortodossa moldava.
Sempre dal CinemaXXI arriva un premio per un altro Paese dell’ex blocco sovietico: la Lettonia, rappresentata da “Pizze” di Laila Pakalnina, alla quale è stato conferito il Premio Speciale della Giuria – CinemaXXI.
Un assaggio di Unione Sovietica arriva anche dal premio assegnato al lungometraggio CinemaXXI “Avanti Popolo” di Michael Wahrmann che racconta il viaggio commovente e ironico di Andrè per cercare di risvegliare la memoria del padre che da trent’anni aspetta il ritorno dell’altro figlio partito per l’Unione Sovietica e mai ritornato in Brasile.
Delusione, quindi, per i registi russi in concorso? Non per il duo Provmyza che dichiara: “Per noi è un grande onore aver presentato il nostro lavoro a un Festival prestigioso come quello di Roma: è già una vittoria”.
Diplomatico anche il regista Alexei Fedorchenko che glissa: “Il Festival deve essere una grande festa, non ho sofferto la concorrenza degli altri film”.
Se la giuria non ha assegnato premi ai film russi in concorso pare, invece, che il pubblico e la stampa, abbiano aver apprezzato i lavori provenienti dalla Federazione, premiandoli sempre con lunghi applausi alla fine delle proiezioni e non lesinando commenti e giudizi positivi.
Premi assegnati ai film in concorso:
Marc’Aurelio d’Oro per il miglior film: “Marfa Girl” di Larry Clark
Premio per la migliore regia: Paolo Franchi per “E la chiamano estate”
Premio Speciale della Giuria: “Alì ha gli occhi azzurri” di Claudio Giovannesi
Premio per la migliore interpretazione maschile: Jérémie Elkaïm per “Main dans la main”
Premio per la migliore interpretazione femminile: Isabella Ferrari per “E la chiamano estate”
Premio al migliore attore emergente: Marilyne Fontaine per “Un enfant de toi”
Premio per il miglior contributo tecnico: Arnau Valls Colomer, per la fotografia di “Mai morire”
Premio per la migliore sceneggiatura: Noah Harpster and Micah Fitzerman-Blue per “The Motel Life”
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