La Russia nel conflitto tra le due Coree

Se i fattori economici divenissero la base per normalizzare la situazione nella penisola coreana, la crisi missilistica avrebbe meno probabilità di verificarsi (Foto: Ria Novosti)

Se i fattori economici divenissero la base per normalizzare la situazione nella penisola coreana, la crisi missilistica avrebbe meno probabilità di verificarsi (Foto: Ria Novosti)

L’integrazione economica della penisola potrebbe diventare strategica anche per Mosca, coinvolta in vari progetti che tornerebbero utili per la risoluzione degli attriti

A quanto pare l’interminabile primavera araba, che già da tempo e senza difficoltà sta rimbalzando di continente in continente, ha spostato in secondo piano le notizie di alcune regioni calde del pianeta. Le ultime informazioni dalla penisola coreana ci dicono che questa terra arroventata da quasi sessant’anni non sembra avere intenzione di raffreddarsi. 

Nella seconda metà dell’autunno 2012 si è avuta la prova di come l’opposizione militare tra le due Coree, da un certo momento in poi fondata sulla questione missilistico-nucleare, stia prendendo forza. L’attuale scambio di minacce missilistiche risale all’inizio di ottobre 2012, quando Seul e Washington avevano firmato un accordo che permetteva alla Corea del Sud di possedere missili balistici a lungo raggio. Secondo la dichiarazione del portavoce della Casa Bianca Jay Carney, la decisione rappresenta una risposta “concreta e ragionevole” al pericolo rappresentato dalla Corea del Nord.

In base al nuovo accordo con gli Usa, la Corea del Sud aumenterà la gittata dei suoi missili, passando da 300 a 800 chilometri. Questo documento permette alla Repubblica coreana di progettare nuovi missili balistici in grado di coprire l’intero territorio della Cina se lanciati dalla città meridionale di Daejeon, situata a 100 chilometri a Sud di Seul.

Inoltre gli americani continuano ad appoggiare l’alleato dell’estremo oriente nel progetto di scudo missilistico. Alla fine di ottobre 2012 il capo del Pentagono Leon Panetta ha rilasciato una dichiarazione in proposito, sottolineando che “la Repubblica di Corea e gli Stati Uniti continuano il dialogo riguardo alla questione della difesa missilistica al fine di prolungare l’attento monitoraggio della Corea del Nord e sono intenzionati a scongiurare qualunque sua provocazione”.

La risposta nordcoreana non è stata da meno. Un comunicato ufficiale dell’agenzia informativa centrale coreana, la KCNA, (Korean Central News Agency, ndr) ha riferito che la Corea del Nord è in grado di sferrare attacchi missilistici non soltanto sulla Corea del Sud, ma anche sulle basi americane in Giappone, a Guam e addirittura in territorio americano. In breve, potrebbe far sentire a tutti i nemici della rivoluzione “il vero sapore della guerra, come il mondo non l’ha ancora conosciuta e come non è data nemmeno di immaginare”.

Secondo i dati dei mass media sudcoreani, il missile balistico “Taepodong-2” messo a punto dalla Corea del Nord, ha un raggio d’azione pari a 6.700 chilometri, con la quale potrebbe raggiungere alcune regioni dell’Alaska. C’è da dire che il recente tentativo di lancio di prova nella Corea del Nord è fallito.

La Corea del Nord si è autoproclamata potenza nucleare nel 2005. Nel 2006 e nel 2009 Pyongyang ha effettuato test nucleari a cui il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha reagito con alcune sanzioni. Le risoluzioni 1.718 e 1.874 contengono, oltre alle sanzioni, la richiesta nei confronti della Corea del Nord di non compiere test nucleari e lanci di missili balistici, di rinunciare al progetto di possedere armamenti nucleari e di riprendere la via diplomatica per la denuclearizzazione della penisola.

La storia insegna che il reciproco potenziamento degli armamenti è ben lungi dal contribuire a una coesistenza pacifica tra due Paesi. Quale altra strada si potrebbe intraprendere? Di questo si è parlato a Mosca nel momento in cui la questione missilistica ha raggiunto il suo apice.

Gli esperti, che hanno partecipato alla conferenza stampa sul tema “Il vettore asiatico di sviluppo della Russia e la cooperazione bilaterale con la Corea del Sud”, hanno espresso il parere secondo cui la realizzazione di progetti trilaterali, con la partecipazione della Russia nella penisola coreana, contribuirà alla risoluzione del conflitto tra la Corea del Nord e del Sud e potrà porre fine anche alla questione nucleare.

Attualmente esistono tre progetti importanti che coinvolgono Mosca, Seul e Pyongyang: il ripristino dell’arteria ferroviaria e il suo collegamento con la Transiberiana; la costruzione di un gasdotto che scorra dalla Russia alla penisola coreana e la realizzazione di una linea di trasmissione elettrica nella penisola.

“Se questi progetti verranno portati a termine con successo è indubbio che favoriranno la risoluzione del problema della pace e della sicurezza in Corea”, ha affermato Gleb Ivashencov, vicedirettore del Centro di ricerche russo dell’Apec (Cooperazione Economica Asiatico-Pacifica, ndr) ed ex ambasciatore di Russia nella Repubblica di Corea.

Come ha rilevato l’esperto, l’opposizione politico-militare nella penisola coreana, che “è stata complicata in misura ancora maggiore dalla presenza della questione nucleare”, è oggi il nodo cruciale dei problemi nell’Asia nordorientale. “La questione nucleare sarà risolta quando tra i due governi coreani si instaurerà un’azione di pace e cooperazione”, ha osservato l’ambasciatore.

Secondo Dmitri Labin, professore dell’Università Mgimo, “non è un mistero che a volte l’integrazione e i progetti economici portino a un ulteriore avvicinamento. Ed è possibile che diventi lo stimolo necessario a far cadere una volta per tutte le barriere tra quello che è in definitiva un solo popolo […], dando in questo modo la possibilità di provvedere alla crescita del benessere non soltanto della Corea del Sud, ma anche di quella del Nord”.

A giugno 2012 Konstantin Vnukov, ambasciatore della Russia nella Corea del Sud, ha comunicato che il progetto trilaterale di costruzione di un gasdotto tra la Russia e la Corea del Sud, che passi attraverso la Corea del Nord, potrebbe essere completato per il 2017. Nel caso si scelga il percorso più breve l’estensione complessiva del gasdotto sarà pari a 1.100 chilometri, di cui 700 attraverseranno la Corea del Nord.

Per l’esportazione di elettricità dalla Russia alla Corea si è ipotizzata la costruzione di una linea di trasmissione elettrica con una tensione di 500 kv che dal Territorio del Litorale, la regione che si estende nella Siberia orientale al confine con la Manciuria, arrivi fino a Seul, passando per la Corea del Nord.

Se si parte da una base economica per normalizzare la situazione nella penisola coreana le probabilità di crisi missilistiche diminuiscono notevolmente. Non avranno tempo per combattere.

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