Difesa, una scelta d'emergenza

Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin a colloquio con il neoministro della Difesa Sergei Shoigu (Foto: Itar-Tass)

Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin a colloquio con il neoministro della Difesa Sergei Shoigu (Foto: Itar-Tass)

Perché Sergei Shoigu è stato nominato ministro al posto del destituito Anatoly Serdyukov? La risposta del politologo Leonid Zlotin

Tentare di capire che cosa sia avvenuto prima, se cioè le perquisizioni presso la Oboronservice abbiano portato all'esonero dal servizio del ministro della Difesa o se esse siano state disposte appunto per sostituire il ministro, è come tentare di risolvere il classico problema dell'uovo e della gallina.

Con un fattore in più, che è una costante della realtà russa: il successo negli affari è tipico di tutti coloro che dispongono di importanti risorse amministrative, ma la resa dei conti è sempre legata a qualche misfatto diverso o ad altre circostanze solo assai di rado direttamente collegate con ciò.

Nel caso del Ministero della Difesa, bisogna tener presente una circostanza importante: il Ministero sta partecipando a un programma di modernizzazione delle Forze Armate del valore di venti trilioni di rubli. E poi, sempre tenendo conto della nostra realtà, si può star certi che la somma sia destinata ad aumentare sensibilmente durante l'attuazione del programma.

Inoltre, è tuttora in corso un programma di ottimizzazione economica del patrimonio del Ministero della Difesa intrapreso quando era ministro Anatoly Serdyukov. Considerando l'entità di questo patrimonio, che comprende anche terreni e altri beni immobili, stiamo parlando della gestione (o, per usare il gergo contemporaneo, dell'amministrazione) di ingenti flussi finanziari. La sostituzione del ministro probabilmente modificherà la rosa dei beneficiari e non tutti ne saranno contenti. In questa situazione la scelta del successore è una questione molto seria.

Sotto questo aspetto, la nomina di Sergei Shoigu - un peso massimo dal punto di vista politico e amministrativo - alla carica di ministro della Difesa è una buona scelta. Sergei Shoigu, si ricorderà, è l'unico ministro dell'Amministrazione Eltsin ad essere ancora oggi nell'élite di governo con un ruolo importante ed effettivo, e non solo di rappresentanza. Sotto la sua supervisione il Ministero della Protezione civile ha raggiunto una particolare efficienza, non solo dal punto di vista professionale, ma anche per l'aspetto economico e della difficile gestione delle relazioni pubbliche.

Il ministro è stato sempre presente sugli schermi della televisione, con la sua giacca a vento rossa, in occasione di varie situazioni di emergenza: affidabile, competente e calmo. Chissà poi quanto siano stati efficienti nella realtà gli interventi del suo Ministero? Qui, di fatto, non esistono criteri di giudizio o possibilità di fare paragoni. Le emergenze, per loro stessa natura, non si prestano ad azioni preordinate. Comunque sia, quel che è noto è che sotto la direzione di Shoigu il Ministero è diventato più grande, influente, efficiente dal punto di vista economico e ha offerto condizioni di lavoro allettanti per i suoi dipendenti.

Sotto questo aspetto, i militari dovrebbero essere contenti della nuova nomina. Perché il loro nuovo responsabile non solo è in grado di organizzare il lavoro, ma è anche abile nello sfruttare possibilità amministrative e burocratiche, in parte al fine di migliorare il finanziamento delle attività del suo dicastero. Lo si vede non solo dalla situazione del Ministero della Protezione civile, ma anche dai primi risultati raggiunti nella sua attività di governatore della Regione di Mosca. A tal proposito bisogna dire che gli abitanti dell'hinterland moscovita sono stati meno fortunati dei militari: a quanto pare, non sarà possibile trovare un successore che abbia uno spessore e delle capacità amministrative paragonabili a quelli dell'ex governatore. Vogliamo sperare che questa volta, se non altro, si farà a meno di un farsesco scambio di poltrone come quello avvenuto in passato tra il ministro della Giustizia e il procuratore generale.

Non c'è dubbio che Sergei Shoigu se la caverà altrettanto bene con le questioni economiche e commerciali già formulate e risolte dal precedente ministro. Il problema di tener conto degli interessi delle varie lobbies nell'assegnare gli appalti della Difesa, invece, potrebbe rivelarsi un po' più complesso, poiché, come abbiamo osservato prima, la configurazione dei beneficiari potrebbe facilmente cambiare e ciò porterebbe a uno scontro tra gli interessi di gruppi che convenzionalmente si possono definire provenienti dall'entourage presidenziale o da quello del premier.

Sotto questo aspetto, è assai probabile che alla carica di ministro della Difesa segua anche quella di vice-premier. Per il momento non è chiaro come ciò potrebbe influire sulle mansioni del vice-premier Dmitri Rogozin e quali potrebbero essere i rapporti tra Rogozin, che formalmente occupa una posizione più alta, e il ministro Shojgu, dotato di un peso notevole nel sistema, ma che formalmente (per ora) occupa una posizione subordinata.

In ogni caso, per l'azione concreta un professionista della gestione con una grande esperienza amministrativa di certo si rivelerà non meno utile dell'ex attivista del Komsomol che ha scoperto relativamente da poco com'è fatto l'ingresso di una fabbrica. E la risoluzione dei gravi problemi dell'industria militare, che riguardano non solo la modernizzazione degli armamenti e dei mezzi, ma anche la formazione di ingegneri qualificati, è un compito attuale e comune. E non può certo essere risolto con gli slogan politici o criticando aspramente in pubblico i sottoposti. Questo è proprio il tipico caso in cui bisogna badare alla sostanza più che alla forma. E qui l'esperienza amministrativa ed economica di Shoigu può tornare utile non meno dell'esperienza politica di Rogozin.

E poi, naturalmente, il ritorno al governo di una figura di spicco allargherebbe la cerchia dei pretendenti alla carica di primo ministro, qualora il posto diventasse vacante.

Leonid Zlotin è scrittore e giornalista, caporedattore del quotidiano "Konservator"

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