Per favorire l'integrazione multietnica nelle scuole russe, si riaprono i club dell'amicizia internazionale, eredità sovietica (Foto: Photoxpress)
Secondo quanto ha reso noto una fonte interna al Ministero dell'Istruzione e della Scienza della Federazione Russa, nell'ambito della strategia di politica nazionale dello Stato, il dicastero ha avanzato la proposta di creare negli istituti di istruzione superiore delle strutture internazionali gestite dagli studenti.
Sotto questa categoria il Ministero raccoglie i club dell'amicizia internazionale, i consigli delle comunità territoriali, le camere delle nazionalità e altre organizzazioni consimili. Il Ministero dell'Istruzione ha proposto anche di creare delle condizioni comuni per il coordinamento dei vari club e consigli.
La proposta è già all'esame del Ministero per lo Sviluppo Regionale. Secondo le nostre fonti, l'iniziativa nasce come risposta ai problemi dell'estraneità della gioventù dalla vita del Paese e della tendenza a rinchiudersi all'interno di singole comunità etniche.
"Per questo motivo i giovani, che sono sensibili ai modelli di comportamento e alle idee radicali, possono diventare preda degli estremisti religiosi e nazionalisti che cercano di plasmare un atteggiamento negativo verso i rappresentanti delle altre nazionalità", spiega il nostro interlocutore del Ministero dell'Istruzione.
Il concetto di "club dell'amicizia internazionale" (Kid, o "interclub") esisteva già in epoca sovietica. Un tempo questi circoli erano presenti in tutti gli istituti scolastici e nei Palazzi dei Pionieri e avevano l'obiettivo di stabilire buoni rapporti internazionali e interetnici tra i giovani. Dopo il crollo dell'Urss le iniziative di questo tipo scomparvero, ma alla fine degli anni '90 cominciarono a tornare in auge. Oggi queste organizzazioni si presentano come club studenteschi indipendenti, la cui attività è volta a instaurare rapporti internazionali, organizzare vari eventi e partecipare alla vita sociale e politica del Paese.
Izvestia ha intervistato i rappresentanti di diversi istituti dove già da alcuni anni sono attivi questi "club e circoli". Uno di essi è l'Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali (Mgimo), dove dal 2008 è in funzione un "Consiglio delle comunità di conterranei", che raccoglie i rappresentanti di oltre 33 Paesi. Tamara Salnikova, vice decana per le relazioni con gli studenti stranieri, considera positiva la possibile apertura di altri consigli del genere negli istituti di istruzione superiore in Russia.
"Ritengo che questi consigli siano senz'altro necessari. Svolgono vari tipi di attività e uniscono le diverse nazionalità, organizzano eventi, concorsi, e non solo per l'istituto, ma anche per se stessi", spiega la Salnikova.
Anche un altro istituto, forse il più internazionale di tutti, l'Università Russa dell'Amicizia tra i Popoli (Rudn), realizza programmi dello stesso genere. All'interno del Rudn è attivo un Centro culturale internazionale che organizza eventi culturali per tutti, dalle danze e dalle canzoni fino al gioco "Cosa? Dove? Quando?". Questa università è frequentata da studenti di 146 Paesi di tutto il mondo.
Il vicerettore del Rudn per le attività internazionali, Gulnara Krasnova, appoggia la sua collega del Mgimo, dichiarando che l'iniziativa in questione contribuirà a eliminare le barriere tra gli studenti di nazionalità diverse e permetterà di conoscere meglio le culture di altri Paesi.
"Naturalmente, tutto ciò contribuirà a combattere il razzismo, il nazionalismo, e così via. Noi abbiamo più di 200 circoli internazionali, e i ragazzi fanno tutto in collaborazione. Tutti ricordano, ad esempio, la nostra squadra multinazionale al programma Kvn (Klub Vesëlykh i Nakhodchivykh, un popolare gioco televisivo a squadre, ndr). Organizziamo delle settimane dedicate a ciascun Paese e delle "visite di ambasciatori" nelle quali gli studenti mostrano a tutti le proprie capacità presentando il loro Paese. Per conoscere un Paese c'è bisogno di uno stimolo emotivo, e anche per studiare una lingua, che è un fattore importante per instaurare nuovi contatti e scoprire nuovi punti di vista", dice Gulnara Krasnova.
Un altro membro della "comunità" è l'Istituto scientifico di ricerca Higher School of Economics (Hse), dove è attivo un club internazionale chiamato "Camera delle nazionalità". Il rettore dell'università Hse, Jaroslav Kuzminov, la ritiene un'idea utile. "Da noi, lo spazio è stato allestito dagli stessi studenti. Gli studenti che venivano da fuori hanno iniziato a radunarsi per delle iniziative culturali; poi hanno deciso di invitare anche gli altri alle loro feste, ai dibattiti, ecc. È indubbiamente qualcosa di utile, e credo che questo sistema possa essere d'aiuto nella lotta contro il raggruppamento per nazionalità", spiega Kuzminov.
Vero è, aggiunge il rettore dell'Hse, che questo tipo di aggregazione deve nascere spontaneamente per iniziativa degli studenti, e non per una direttiva imposta dall'alto.
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