L'attrice Maria Grazia Cucinotta a Mosca (Foto: ufficio stampa)
Alta, con i capelli vaporosi, in un abito nero e lungo, entra nella sala e subito quasi scompare sotto i flash dei numerosi fotografi che la aspettavano all'ingresso. L'attrice italiana Maria Grazia Cucinotta è arrivata fino a Mosca, all'ex-fabbrica "Krasny Oktyabr", adesso centro culturale, per inaugurare, con l'ambasciatore italiano Antonio Zanardi Landi, la mostra sull'abbigliamento italiano "Nation of Fashion", nell'ambito del progetto "Exhibitaly. Eccellenze italiane d'oggi". E trova anche del tempo da dedicare a Russia Oggi per raccontare le sue esperienze su questo viaggio lampo a Mosca.
È per la prima volta a Mosca?
No, è la terza volta, dopo 9 anni dall'ultima visita, e sono stupita dai molti cambiamenti avvenuti in città in quest'arco di tempo. Il traffico è aumentato enormamente, sempre più ristoranti e bar. Si sente molto la voglia di godersi la vita. Ma nonostante la globalizzazione, la cultura è rimasta intatta ed è molto tutelata; ritengo ciò molto importante, perché rispettare la propria cultura
significa non perdere la propria identità.
Ha avuto una giornata impegnatissima, vero? Con una parola, come descriverebbe Mosca?
Tra il volo, le visite al Cremlino e in piazza Rossa e anche un po' di shopping, mi sono guardata bene attorno e la parola giusta che userei per descrivere Mosca alla prima impressione è: bellezza. La bellezza non solo del Paese, ma anche delle donne. Loro qua sono così belle, che io, pur essendo donna, mi fermo a guardarle. Sono proprio le donne più belle del mondo.
Un gran complimento detto da lei, simbolo nel mondo della bellezza italiana.
Le donne russe non sono solo belle. Penso che ormai possano insegnare al resto del mondo come vestirsi. Perché loro per prime amano essere fashion, amano vestirsi bene, sono amanti della moda italiana, quindi posso dire a loro solo una cosa: Grazie. Grazie per supportare il fashion italiano e grazie per essere così tanto innamorate dell’Italia.
Un suo giudizio sul cinema russo.
Il cinema russo, per me, non rappresenta solo un interesse cuturale, ma anche professionale. Il cinema russo mi piace, ma purtroppo è difficile trovare i film russi tradotti o sottotitolati in italiano. Così posso vederli solo nei
festival, perché la distribuzione penalizza moltissimo i film sia russi, sia italiani, comunque i film che non sono americani. Tutto questo comporta il fatto che per vedere un film
russo oppure bulgaro o francese l'unica possibilità èdi andare ai
festival. Appunto per questo sto lavorando a un progetto in co-produzione con il Ministero russo della Cultura. L'idea principale è, infatti, proprio creare co-produzioni in
modo da assicurare la distribuzione nel Paese in cui il film viene coprodotto.
Che augurio fa al film russo in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma “Spose celestiali dei mari di pianura” (Nebesnye zheny lugovykh mari) di Alexei Fedorchenko?
Faccio un grande in bocca al lupo! Andrò a vederlo. So che il festival inizia il 9 novembre, sarò già in Italia e andrò a fare il tifo per il film russo e il suo regista.
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