Lavrov e i russi emigrati

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in visita alla redazione di "Rossiyskaya Gazeta" e del network internazionale "Russia Beyond the Headlines", di cui "Russia Oggi" fa parte (Foto: Sergey Kuksin / Rossiyskaya Gazeta)

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in visita alla redazione di "Rossiyskaya Gazeta" e del network internazionale "Russia Beyond the Headlines", di cui "Russia Oggi" fa parte (Foto: Sergey Kuksin / Rossiyskaya Gazeta)

Il ministro degli Esteri illustra i progetti che un'appositiva commissione sta portando avanti per tutelare i cittadini della Federazione che vivono in altri Paesi

Il Governo russo ha istituito una commissione speciale che si occuperà di risolvere i problemi dei connazionali all'estero. Il suo compito principale sarà quello di facilitare la loro integrazione in ciascuno dei Paesi in cui vivono, ha affermato il Ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, nel corso di una colazione di lavoro presso la redazione della “Rossiyskaya Gazeta”.

Già in occasione dell’ultimo Congresso, con il sostegno delle organizzazioni stesse dei compatrioti, abbiamo delineato quali saranno i nostri obiettivi futuri. Abbiamo deciso di passare da un modello paternalistico di cooperazione, che si limita essenzialmente a fornire aiuti di natura umanitaria ai veterani e assistenza materiale ed economica a quanti vivono in condizioni di povertà, a un’attività mirata di cooperazione che punta a favorire l’inserimento dei nostri connazionali in ciascuno dei Paesi in cui vivono, di modo che possano raggiungere, in maniera più efficace, il rispetto e la tutela dei loro diritti.

La stragrande maggioranza di essi decidono di rimanere a vivere all’estero, ma vogliono essere trattati come cittadini paritari dallo Stato che li ospita. Noi li aiuteremo in questo, soprattutto alla luce di alcuni casi di discriminazione che si sono verificati non solo in Lettonia ed Estonia, ma anche in una serie di altri Paesi europei, dove i nostri connazionali non possono godere appieno dei loro diritti sociali, economici e umanitari, come ad esempio, la possibilità di studiare in lingua russa.

Questo argomento è diventato già una delle principali attività della Commissione governativa per gli affari dei connazionali all'estero. Ovviamente, l'assistenza umanitaria verrà mantenuta, ma gli sforzi saranno rivolti principalmente ad aiutare le organizzazioni dei nostri connazionali a ricoprire un ruolo di tutto rispetto nella vita interna dei Paesi in cui vivono. Noi le aiuteremo in questo, anche mediante la divulgazione di pubblicazioni in lingua russa.

A tal fine, esiste un portale, curato dalla sopraccitata commissione governativa, che è molto conosciuto e su cui vengono pubblicati regolarmente libri della serie “I russi in…”: ad esempio, per ora sono uscite le edizioni “I russi in Germania” e “I russi in Siria”, e si è appena conclusa la presentazione de “I russi in Inghilterra” e “I russi negli Stati Uniti”.

Abbiamo lanciato il progetto “La scuola russa all'estero”, che è in procinto di ricevere i primi finanziamenti. L’idea è quella - come primo passo – di poter avere una scuola che offra un’istruzione secondo gli standard russi in ogni Paese della Csi. Ovviamente, un solo istituto scolastico è poco, ma non appena riceveremo i fondi necessari, dirigeremo i nostri sforzi proprio in questa direzione. Vogliamo che il programma non si limiti solo alla Csi, ma che sia esteso anche ad altri Paesi, dove vivono molti dei nostri connazionali.

Per quanto riguarda il ritorno in patria dei capitali e dei “cervelli” la nostra commissione può fare ben poco. Ritengo che, in questo caso, il ricorso a direttive non serva a nulla. Le menti e i capitali ritorneranno non appena vedranno che la Russia potrà offrire loro opportunità produttive e redditizie. E questo è compito del governo. Il Consiglio dei Ministri e i leader del Paese lo sanno già; ciò è testimoniato dall'ordinanza del Presidente che mira a creare le migliori condizioni di lavoro possibili per le imprese. L’importante che tutto avvenga come stabilito.

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