Uno scorcio di Vilnius in Lituania (Foto: Lori/LegionMedia)
È stata solo la prima puntata, ma il turno elettorale del 14 ottobre 2012, valido per la parte proporzionale, ha dato un chiaro segnale: con la vittoria del Partito del Lavoro di Victor Uspaskich, che ha ottenuto circa il 22 per cento dei voti, davanti al partito socialdemocratico di Algirdas Butkevicius (circa 19 per cento), la sinistra d’opposizione ha relegato ai margini il partito conservatore del primo ministro Andrius Kubilius (terzo con il 14 per cento).
A Vilnius ci si prepara così a voltare pagina. Dopo una legislatura caratterizzata dalle difficoltà economiche e una politica d’austerità nata per combattere la crisi che ha però penalizzato il governo, c’è la forte possibilità che il baricentro lituano si sposti a sinistra.
Le cose non sono così rapide, in primo luogo perché bisogna aspettare il 28 ottobre 2012 e i ballottaggi nei collegi maggioritari - anche se con grande probabilità non ci saranno scossoni rispetto alla situazione attuale –; in secondo luogo perché, sebbene Uspaskich e Butkevicius siano d’accordo per formare una coalizione, i vincitori parziali hanno bisogno di un altro alleato, che potrebbe essere l’ex presidente Rolandas Paksas, leader di Ordine e Giustizia, che ha ottenuto circa l’8 per cento dei consensi.
Solo dopo l’esito finale e con il nuovo parlamento insediato si avrà la nomina ufficiale del nuovo premier da parte della presidente Dalia Grybauskaite, ma è naturale che il balletto della trattative tra i partiti sia già iniziato. In ogni caso il nuovo governo a Vilnius si troverà questioni scottanti da affrontare, a partire da quella energetica e dal fatto che al referendum tenutosi sempre il 14 ottobre 2012 i lituani si sono espressi contro la costruzione di una nuova centrale nucleare nel Paese.
Anche se la consultazione popolare non ha valore vincolante, il progetto potrebbe arenarsi con la necessità di rivedere i piani per il futuro. Non solo: dopo che l’Unione Europea ha avviato un'inchiesta contro Gazprom per l’abuso di posizione dominante in alcuni Paesi tra cui proprio la Lituania, Vilnius ha deciso di portare il colosso russo di fronte alla corte d’arbitrato di Stoccolma per rivedere i contratti, come ha annunciato il gabinetto uscente di Kubilius.
Anche se il Presidente russo Vladimir Putin ha già espresso il desiderio che Mosca e l’Ue “trovino una soluzione che eviti danni a entrambe le parti”, la disputa con la Lituania è la prima che giunge a turbare i sonni del Cremlino, impegnato anche sul fronte ucraino in un braccio di ferro sulla riduzione dei prezzi. Il nuovo governo lituano guidato con ogni probabilità da Victor Uspaskich ha di fronte a sé un difficile compito di mediazione, sia a livello interno che con la Russia.
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