Obiettivo lunare per Russia ed Europa

Tecnici al lavoro per la messa a punto di un razzo nel Centro per il Progresso Spaziale (Foto: Itar-Tass)

Tecnici al lavoro per la messa a punto di un razzo nel Centro per il Progresso Spaziale (Foto: Itar-Tass)

Roskosmos e l'Esa progettano una missione congiunta per studiare il suolo dei poli del satellite naturale della Terra

Roskosmos, l’agenzia spaziale russa, e l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) hanno pensato di metter in atto una missione congiunta per trasportare sulla Terra dei campioni di suolo proveniente da uno dei poli della Luna.

Il progetto prenderà il nome di “Lunar Polar Sample Return” (Lpsr). Bruno Gardini, rappresentate dell’Esa, ha annunciato che la missione è prevista per gli anni 2020-2022.

Ancora non è noto l’aspetto del congegno spaziale, da quante parti sarà composto, c’è solo un’idea di come sarà. Probabilmente per la creazione del congegno tornerà utile l’esperienza che si acquisirà con le future missioni che è stato stabilito fare sulla Luna e su Marte, come presume l’accademico Aleksandr Zheleznjakov dell’Accademia di Cosmonautica russa: "Tutte le questioni sull’utilizzo di un apparato di ExoMars e Luna-Resource verranno trattate nei colloqui tra i partner russi ed europei. Ora si discute sul modo in cui questa missione verrà realizzata, ma è ancora presto per sapere quale sarà il suo programma. In merito bisogna prendere delle decisioni sostanziali e poi precisare i dettagli tecnici".

“ExoMars” è un progetto russo-europeo per lo studio del pianeta rosso che prevede il lancio di un congegno orbitante nel 2016 e di due rover nel 2018. Proprio in questi anni avranno inizio anche le missioni lunari russe: nel 2016 verrà lanciato l’apparato orbitale “Luna-Glob”, e dopo un anno atterrerà il “Luna-Resource” con il rover indiano. Il programma Lpsr erediterà da queste missioni le nuove tecnologie per la trivellazione del suolo, la capacità di orientamento “intellettuale” sul posto e il modo di aggirare gli ostacoli.

Per quanto riguarda il terreno lunare, questi è già arrivato nelle mani degli scienziati alcuni decenni fa. Nel periodo in cui si effettuavano i voli sulla Luna l’equipaggio dell’Apollo ne raccolse e portò indietro 382 chili in totale. Anche le stazioni russe si occuparono di fornire terreno lunare, come ricorda Aleksandr Zacharov, scienziato e segretario dell’Istituto di ricerche spaziale dell’Accademia delle Scienze russa: "Negli anni ’70 Luna-16, Luna-20 e Luna-24 avevano già portato a termine questo compito. Sono discesi sulla superficie della Luna, hanno raccolto dei campioni, sono decollati, tornati sulla Terra ed atterrati. Un diverso aspetto è che quegli apparati hanno raccolto dei campioni dalle regioni equatoriali della Luna, mentre ora si parla di portare dei campioni dalle regioni polari dove si suppone possa esserci acqua".

La differenza principale consiste in questo. I campioni verranno prelevati da un cratere vicino al polo che non viene illuminato dal sole, dove la temperatura non supera i -150° C. Gli studiosi vogliono mantenerli alla stessa temperatura durante tutto il volo e anche dopo l’atterraggio. Aleksandr Zacharov prosegue: "È importante che i campioni vengano conservati con sistemi criogenici, mantenendoli in temperatura e chiusi ermeticamente per preservarne gli elementi volatili, fra cui rientra anche l’acqua. È un compito molto arduo".

Gli scienziati sono del parere che l’appropriazione e la colonizzazione della Luna inizierà proprio dai poli. Quindi il campione di terreno che l’apparato russo-europeo trasporterà potrebbe presentare in modo più realistico le condizioni dei circoli polari della Luna, quali sono le materie prime e quale la quantità di acqua su cui potranno contare i futuri coloni.

Le discussioni sul progetto si protrarranno per tre anni, anche se un quadro generale potrebbe esser esaminato già a novembre 2012 durante l’incontro degli Stati membri dell’Esa.

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