Gazprom inaugura il secondo braccio di Nord Stream e punta ad ampliare ulteriormente il progetto (Foto: Itar Tass)
Nord Stream raddoppia, e apre a nuovi orizzonti. L’8 ottobre 2012 Gazprom ha lanciato la seconda tratta del gasdotto Nord Stream, raddoppiando così la sua produttività. Ma a quanto pare, la compagnia russa non sembra intenzionata a fermarsi. Entro la fine del 2012 gli azionisti del progetto sono intenzionati a investire per la realizzazione di un terzo e quarto ramo. Anche se molti analisti dubitano della convenienza di una simile decisione: la domanda da parte dell’Europa cade, e molti progetti già esistenti non sono stati portati a termine.
“Siamo giunti alla conclusione che la costruzione di un terzo e quarto braccio della pipeline sarebbe fattibile dal punto di vista economico, e realizzabile dal punto di vista tecnico”, ha affermato il capo di Gazprom, Alexei Miller, al termine della cerimonia di inaugurazione della seconda rete di Nord Stream. Aggiungendo che, per la fine di gennaio 2013 è stata pianificata la sigla di un memorandum per la realizzazione di nuovi sistemi di trasporto del gas attraverso il Mar Baltico, alla volta dell’Europa. “Una di queste reti potrebbe essere usata per rifornire la Gran Bretagna”, ha aggiunto Miller. A tale scopo gli azionisti prevedono di fondare una nuova compagnia per il 2013.
Una fonte interna a Gazprom ha dichiarato al giornale Rbc Daily che una delle reti potrebbe nuovamente collegarsi alla Germania, anche se in precedenza la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva espresso dubbi in merito a una simile decisione.
Una posizione chiarita dal vice direttore della comunicazione di Nord Stream, Jens Muller: “La Germania – ha affermato Muller –, è sempre stata interessata a progetti che potessero garantire la continuità delle forniture di combustibile al Paese”.
Il capo dell’amministrazione del presidente Sergei Ivanov ha aggiunto che Gazprom ha già trovato degli accordi con la Finlandia, la Svezia, la Danimarca e la Germania in merito alla sicurezza dal punto di vista ecologico.
La potenza della prima linea di Nord Stream è pari a 27,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Gli stessi della seconda linea: un totale di 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno che possono correre verso l’Europa. Tuttavia negli ultimi undici mesi di attività è stato possibile trasportare solamente un sesto di tutto il volume. Ovvero nove miliardi di metri cubi.
Gli esperti sono comunque convinti che a breve termine sia difficile sfruttare al massimo le potenzialità. L’import della Gran Bretagna, ad esempio, ha raggiunto i massimi livelli nel 2004 con 97 miliardi di metri cubi, scesi nel 2011 a 80 miliardi. Secondo l’analista Valery Nesterov, gli inglesi ben presto inizieranno ad aumentare gli acquisti di gas più economico dal Qatar e da altri Paesi, come l’Africa.
L'articolo originale è stato pubblicato su Rbc Daily
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