Il rovente autunno russo del 1993

Carri armati davanti alla sede del parlamento russo in quei giorni di ottobre del 1993 che segnarono la storia politica del Paese (Foto: Itar Tass)

Carri armati davanti alla sede del parlamento russo in quei giorni di ottobre del 1993 che segnarono la storia politica del Paese (Foto: Itar Tass)

Il 4 ottobre di diciannove anni fa, le forze armate russe bombardarono e assalirono la Casa Bianca di Mosca al termine di una crisi istituzionale che segnò la storia politica russa

Sfociarono negli scontri armati del 3 e 4 ottobre, i conflitti tra istituzioni che sorsero a Mosca nel 1993. Sullo sfondo delle radicali riforme economiche, avviate in Russia il 1° gennaio 1992, nel Paese aumentò l’opposizione del Presidente Eltsin da un lato, e dall’altro, del Congresso dei deputati e del Consiglio Supremo, con a capo Ruslan Khasbulatov, che si opposero alla politica socio-economica del governo. Il Consiglio Supremo, inoltre, supportò anche il vice Presidente Aleksandr Rutskoj.

Il 21 settembre dello stesso anno, con il decreto numero 1400, Eltsin sciolse il parlamento, violando la Costituzione in vigore. Il Consiglio Supremo non accettò la decisione di Eltsin e decise di deporlo dalla carica di Presidente.

Le forze dell’ordine, sotto il controllo di Eltsin, bloccarono l’edificio del Consiglio Supremo sulla Krasnaja Presnya. Il 3 ottobre 1993 i sostenitori del Parlamento attaccarono la Casa Bianca. Successivamente, su ordine di Rutskoj, assalirono il vicino edificio che ospita il Municipio di Mosca e, in serata, cercarono di assalire la sede della televisione ad Ostankino.

Gli spetsnaz, i corpi speciali russi, che difendevano l’edificio, aprirono il fuoco. Furono molti i morti e i feriti tra i sostenitori del parlamento. Nella mattina del 4 ottobre 1993 le forze armate, fedeli a Eltsin, assalirono la Casa Bianca, dopo averla bombardata con i carri armati. Secondo i dati ufficiali, gli scontri di Mosca si conclusero con 150 morti.

L'articolo originale è stato pubblicato su Gazeta.ru

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