Ocse, la Russia passa la prova Urali

Londeria di rame “Sredneuralsk”, uno dei complessi chimico-metallurgici più importanti della regione degli Urali (Foto: Itar-Tass)

Londeria di rame “Sredneuralsk”, uno dei complessi chimico-metallurgici più importanti della regione degli Urali (Foto: Itar-Tass)

Gli esperti dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico hanno valutato positivamente la situazione ecologica nella regione, roccaforte della lavorazione dei metalli

Un gruppo di esperti dell’Ocse, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha fatto visita ad alcuni complessi industriali della regione di Sverdlovsk, importantissima zona industriale degli Urali. Gli analisti sono andati a osservare quanto fosse sviluppato il sistema di difesa dell’ambiente dalle emissioni inquinanti, oltre a valutare quale fosse il livello di supporto legislativo per i mutamenti in ambito ecologico.

La Russia e l'Ocse

La Russia è in trattativa per l’adesione all’Ocse dal 1996. La dirigenza di allora dichiarò che la partecipazione della Russia all’organizzazione era uno scopo comune, ma non sarebbe stato possibile a causa della mancata conformità della legislazione russa agli standard dell’Ocse Nel 1997 fu sottoscritto un Protocollo per la formazione di un comitato speciale per le relazioni tra l’Ocse e la Federazione Russa che prendesse in esame il percorso delle riforme economiche russe e analizzasse il completamento dei programmi di lavoro annuali dell’Ocse nel Paese, fornendo le raccomandazioni per realizzare promettenti percorsi di collaborazione

"Per ottenere il diritto di entrare nell’Ocse la Russia deve conformare il più velocemente possibile la propria legislazione agli standard fondamentali della nostra organizzazione – riferisce Simon Upton, direttore della sezione Ambiente dell’Ocse. – Ora stiamo proprio studiando in che misura le leggi russe siano state vagliate e messe in pratica".

Gli Urali sono ben noti agli specialisti dell’Ocse dai tempi dell’Urss, a causa delle numerose imprese e fabbriche di arricchimento dei minerali sorte nell’area, responsabili di aver inquinato in modo indiscriminato l’aria e l’acqua.

Non sorprende quindi che questa volta il gruppo di esperti abbia fatto visita in primo luogo alla fonderia di rame “Sredneuralsk”, uno dei complessi chimico-metallurgici più importanti della regione, produttore per lo più di rame non epurato e acido solforico. I membri della spedizione sono rimasti colpiti da quanto hanno visto: grazie ai processi di modernizzazione, negli ultimi tre anni gli scarti sono stati ridotti di circa dieci volte, passando da 223 chilogrammi per tonnellata di rame a 26 chili. 

"Abbiamo appreso molte informazioni sul modo di operare della legislazione russa e di come questa impresa e la sua casa madre partecipino alle sedute durante l’iter di discussione delle leggi alla Duma di Stato", ha aggiunto Upton.

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Nel febbraio del 2013, durante la riunione del comitato dell’Ocse verrà espressa la valutazione dei risultati ottenuti nella presente missione in Russia. I rappresentanti russi del mondo degli affari e delle strutture pubbliche sperano che l’esito sia positivo e che il Paese possa a breve diventare membro effettivo di questa organizzazione internazionale.

"L’adesione della Russia all’Ocse permetterà di accelerare i processi di ascesa economica nel nostro Paese – sostiene Nuritdin Inamov, direttore del Dipartimento di Collaborazione internazionale del Ministero delle Risorse naturali della Russia. – Stiamo seguendo un percorso di riforma della legislazione ambientale, seguendo le raccomandazioni dell’Ocse, e contiamo che l’organizzazione interpreti correttamente il nostro operato nel campo dell’ecologia".

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