A sinistra, Emmanuele Francesco Maria Emanuele con Natalia Stepanova (Foto: Natalia Stepanova)
Signore, io credo!
Ma prendi nel tuo paradiso
La mia terra natale
Trapassata da
Frecce di pioggia (S. Esenin)
Roma, via del Corso, Palazzo Sciarra. Sono le 11 e sono puntuale. Oggi ho l’onore di essere ricevuta dal presidente della Fondazione Roma, il Professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele.
All’entrata della sede della Fondazione sono accolta da un portiere che mi accompagna fino all’ascensore. Puntualmente prelevata all’uscita dell’ascensore da una delle segretarie, vengo fatta accomodare in un’ampia stanza del cinquecentesco palazzo. Antichi specchi alle pareti, soffitto alto, arazzi, silenzio. Mi sento piccola… Fuori impazza la città. I clacson, il vociare, i rumori. Mentre attendo, sfoglio l’ultimo libro di poesie di Emanuele.
Ho conosciuto il Professore nell’inverno del 2011, quando con mia grande sorpresa fui invitata a partecipare a “Ritratti di Poesia”, il più importante appuntamento poetico della capitale, organizzato dalla Fondazione Roma. Ricordo, in chiusura di giornata, dopo l’esibizione di Lucio Dalla, che il Professore uscì sulla scena dell’antico Tempio di Adriano per ringraziare il numeroso pubblico: elegante e amabile nei modi, mi sembrò alto di statura e irraggiungibile. Percepii negli applausi dei presenti un autentico trasporto nei suoi confronti. Calore.
“Visto che sono nato poeta”, diceva Esenin in una sua poesia… Giulio Cesare, Michelangelo, Urbano VIII… quest’ultimo non solo scriveva le poesie ma manteneva alla corte papale i poeti, per conversazione e ispirazione… Già, è il mio papa preferito! E che dire di Lorenzo il Magnifico! La poesia è ancora un’espressione nobile dell’anima? Oppure nella nostra epoca di consumi e di comunicazioni fulminei il concetto di bellezza che sta sempre lì in attesa di salvare il mondo, di sentimenti, di buono e bene si concretizza nell’atto di possedere oggetti e cose?
In Russia un poeta è sacro, proprio come diceva Properzio. Un poeta in Russia è legittimato ad accostarsi al mistero al pari dei sacerdoti. La poesia e il mistero sono concetti che da noi russi non saranno mai considerati démodé .
Alto, elegante nelle movenze, affabile nei modi; il Professore mi riceve nel suo ufficio. Non è facile presentare un uomo come Emmanuele F. M. Emanuele! Nato a Palermo, vive e lavora a Roma. Avvocato, economista e professore universitario. Arte, beneficenza, finanza. Presidente della Fondazione Roma, della Fondazione Roma Mediterraneo, dell’Azienda Speciale Palaexpo, ente che gestisce le Scuderie del Quirinale, il Palazzo delle Esposizioni, la Casa del Cinema e la Casa del Jazz, e qui mi fermo, perché non mi basterebbero pagine su pagine per elencarne tutti i titoli e tutte le lauree Honoris Causa delle più prestigiose università del mondo che il Professore può meritatamente vantare.
Illustre mecenate del XXI secolo, ha ricevuto nel 2012 il prestigioso Premio Award “Culture and Business”. Membro del “Board of the Arts and Humanities Degree Program” per la facoltà di Arti liberali e Scienze dell’Università di San Pietroburgo. Aristocratico di nascita, grande uomo di cultura, è sovente paragonato ai cardinali del Rinascimento, mecenati e principi. Poeta. Il 3 ottobre 2012 riceverà a Palazzo Sciarra la sua ennesima laurea Honoris Causa dell’Università Americana di Roma. In letteratura.
La poesia è solo una parte della vita o l’essere poeti è determinante nelle scelte di vita, nelle molteplici attività? Poeti si nasce, oppure oggi ci si può definire poeti dopo un corso accelerato di scrittura creativa? È sufficiente imparare a volgere i sensi al bello o si è veggenti? O forse nella nostra epoca basta essere vedenti?
Alla domanda: “Perché la poesia nella sua vita?”, il Professore mi firma un inedito, una sua poesia della raccolta che sarà pubblicata nel gennaio 2013: “Questa è la mia risposta alla sua domanda.”
La poesia
vivrà più di altre
cose della mia vita che si disperderanno
come quelle di chi mi ha preceduto
perché ha parlato di sentimenti e di amore,
di dolore,
di rimpianto,di sogni, di speranze,
di desideri, di premonizioni
di sogni infranti e di tristezza
di tutte le cose che non hanno
tempo e che pertanto restano…
Mentre stiamo parlando, il telefono squilla più volte. Spesso alla fine di una comunicazione il Professore saluta con un “Ti voglio bene”. È da tanto tempo che non sentivo più le persone dirsi “ Ti voglio bene”.
Hermann Hesse diceva che non può esservi nessun’arte senza amore. “Non so se sono un poeta – continua il Professore -, so che la poesia è la mia ancora di salvezza, senza la poesia sarei un uomo diverso. La poesia compensa le difficoltà della vita di tutti i giorni in chi ha la fortuna di averla nel cuore. Il primo uomo della terra era un poeta perché parlava. Il poeta non ha bisogno di nulla, solo di se stesso.”
Ho sempre amato
Gli spazi
Le fessure del cielo
Tra le nubi che
Basse nere e
Dense di pioggia
Scorrono via
Senza poterle guardare…
La mia Russia è un Paese di grandi spazi aperti e di sconfinate pianure, di ampi cieli e di mistici silenzi… ”È mai stato in Russia?“ “Tutta la vita!” Che domanda, Natalia!
L’ultimo libro di poesie del Professore, Premio Laurentum per la Poesia 2010 , inizia con la poesia intitolata Africa, dal ciclo “La terra da cui tutto principia”.
Mi venne incontro nella
Polvere rossa,tra cespugli
Di spini portati dal vento.
Camminava veloce
Senza muovere il corpo.
La tunica fasciata al torso
Slanciato, i capelli di porpora
In trecce, il collo
Avvolto da anelli di ottone.
“Ti vedo” mi disse.
E andò oltre
Verso il punto in cui
Il cielo azzurro tocca la terra.
Rimasi a guardarlo sparire
Nel sole dell’Africa
Da quale terra principia l’anima di un poeta ? Forse da una terra su cui l’uomo cammina senza timore di scoprirsi un poeta… perché poeti si nasce. Il tempo del mio appuntamento, temo, sia giunto al termine. Mi congedo, facendomi autografare dal Professore “Le molte terre”… Oggi ho imparato che bisogna potersi dire spesso “Ti voglio bene”. Agli amici, alle persone che ci sono vicine, ai propri cari, semplicemente come un saluto. Fuori dal palazzo vengo investita dal tipico frastuono della città: clacson, voci, rumori… Tutto ad una velocità disumana.
Le querce d’oro
Immobili.
E lungo i viali
File di rami
Tra cui trapela la luce del giorno… (Emmanuele
F.M. Emanuele)
Ho dimenticato di chiedere al Professore chi tra i poeti russi è il suo preferito…
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