Aleksandr Babakov (Foto: Ria Novosti)
Come vivono i cittadini russi all'estero e con quali problemi si scontrano? Ogni quanto tornano in patria? Come funziona il programma di rientro dei nostri connazionali in Russia dall'estero? A queste e ad altre domande ha risposto alla vigilia del Primo Forum economico dei nostri concittadini, dal 1° al 2 ottobre, Aleksandr Babakov, rappresentante speciale del Presidente della Russia per i rapporti con le organizzazioni dei russi all'estero nonché deputato della Duma di Stato.
Il
congresso mondiale dei connazionali russi si svolge con cadenza regolare. Il
prossimo forum è previsto per la fine di ottobre a San Pietroburgo. Sappiamo
anche che l'1° e il 2 ottobre a Mosca si terrà il primo forum economico dei
russi all'estero. Da quale necessità nasce questa iniziativa? Qual è il
potenziale di crescita della cooperazione tra il mondo del business in patria e
le associazioni di imprenditori russi all'estero?
Il congresso mondiale dei cittadini russi all'estero
è il più alto organo di rappresentanza che permette l'interazione dei nostri
connazionali con gli organi del potere statale della Russia e dei soggetti
della Federazione Russa. Il congresso si svolge almeno una volta ogni tre anni.
Quest'anno la quarta edizione è stata indetta a San Pietroburgo per il 26 e 27
ottobre 2012. Quanto al forum economico dei cittadini russi
all'estero, mi risulta che sia organizzato dal governo di Mosca, e in
particolare dal Dipartimento per i Rapporti Economici Internazionali della
capitale. L'obiettivo è quello di
sviluppare una collaborazione reciprocamente vantaggiosa tra il mondo del
business in Russia e gli ambienti imprenditoriali dei nostri concittadini
all'estero, mettendo a frutto le loro capacità e la loro esperienza per
promuovere gli interessi economici della Russia negli altri Paesi. I
partecipanti al forum discuteranno di vari temi, tra cui quello dei meccanismi per
creare nel mondo un'immagine positiva di Mosca come centro finanziario, economico
e culturale internazionale. Il coinvolgimento dei nostri connazionali che
vivono all'estero in progetti economici in Russia sta diventando un indirizzo
sempre più importante, prioritario nella nostra politica di rapporti con la
diaspora russa. Molti ex concittadini sono uomini d'affari di grande successo
nei paesi in cui risiedono. Noi, in Russia, siamo interessati a che prendano
parte attiva allo sviluppo della loro patria d'origine.
Nel 2006 è
stato approvato un programma statale di sostegno per il rientro su base
volontaria dei concittadini che vivono all'estero. Quanto si è rivelato
efficace questo programma? Quanti concittadini sono tornati a vivere in Russia?
Da quando è entrato in vigore il programma
statale sono rientrate in Russia più di 98.000 persone, di cui 36.000 solo nel
2012. Il maggior numero di potenziali fruitori del programma statale e di loro
familiari si trova in Kazakhstan, Uzbekistan, Moldavia e Armenia. Rimane ancora
un notevole potenziale di immigrazione dal Kirghizistan, dal Tagikistan e
dall'Ucraina. Hanno manifestato il loro
interesse per il programma anche i connazionali che oggi vivono in Georgia,
Azerbaigian, Bielorussia, in alcuni paesi dell'Unione Europea (Germania,
Lettonia, Lituania, Estonia), ma anche in Israele, negli USA e in Bolivia. Attualmente al programma di aiuti statali
partecipano 40 delle 83 regioni della Russia. Rimane alta la percentuale di
connazionali che si sono trasferiti nel Distretto Federale Centrale: le più
quotate sono le regioni di Lipetsk e di Kaluga. Un'altra priorità nel nostro
lavoro è attrarre i connazionali verso le regioni dell'Estremo Oriente russo e
della Siberia.
Che cosa
prevede in sostanza la nuova versione del programma statale firmata dal
presidente della Russia Vladimir Putin il 14 settembre 2012?
Innanzitutto, il programma d'ora in poi diventerà
a tempo indeterminato. Quello attualmente in vigore scadeva alla fine del 2012.
Poi, è stata ampliata la gamma delle attività dei potenziali beneficiari. D'ora
in poi vi potranno partecipare non solo i connazionali che svolgono un lavoro
dipendente, ma anche gli studenti degli istituti superiori russi e coloro che lavorano
in proprio come investitori, imprenditori o agricoltori. Tra le novità posso
segnalare che è stato regolamentato lo status di partecipante al programma
statale: ciascun cittadino non può godere di questo status per più di tre anni
da quando gli viene conferito. Sono state stabilite anche le modalità di
annullamento dell'attestato di partecipazione. Infine, è stato precisato quali gradi
di parentela sono ammessi a costituire l'insieme dei famigliari dei
partecipanti al programma. Nel complesso, nella sua forma attuale il programma
offre ai nostri connazionali maggiori possibilità di avvalersi del diritto di
trasferirsi in Russia, e il programma stesso è stato reso più efficiente e
mirato.
Quante associazioni
di connazionali si contano negli Usa? Vengono stanziati dei fondi per loro dal
bilancio della Russia?
Le associazioni di connazionali russi negli Usa
godono degli stessi diritti e possibilità delle associazioni analoghe negli
altri Paesi. Faccio osservare che la comunità di lingua russa negli Usa conta,
a seconda delle stime, da 2,5
a 4 milioni di persone. Secondo i dati dell'ultimo
censimento della popolazione del 2000, si dichiararono russi 3,1 milioni di
persone (circa l'1 per cento della popolazione degli Usa). Le zone in cui si
concentra la maggior parte dei parlanti russo negli Usa sono gli stati di New
York, California, Florida, New Jersey, Pennsylvania. Oltre la metà dei nostri
connazionali vive nelle città di New York, Chicago e Los Angeles. Circa il 65 per cento degli immigrati dalla
Russia appartengono alla comunità ebraica; il 15 per cento sono russi; il 20
per cento sono rappresentanti di altre etnie dell'ex Urss. Non esistono accordi bilaterali sulla
cittadinanza, l'assistenza sociale, la cultura e l'istruzione che riguardino i
connazionali russi in America. Entrambi i paesi non riconoscono, ma non vietano
neppure la doppia cittadinanza. Negli Usa non vengono riconosciuti i diplomi
conseguiti in Russia (il 63 per cento degli immigrati di lingua russa è in
possesso di un diploma di istruzione superiore). Negli Usa sono attive diverse
associazioni di connazionali che riuniscono quanti sono arrivati nel paese in
periodi diversi, dalla Russia o dall'Unione Sovietica. Purtroppo, le
vecchie associazioni di connazionali (Il Congresso degli americani russi, la Tolstoj Foundation,
Il gruppo accademico russo e altri) stanno uscendo di scena per via dell'età
avanzata dei loro responsabili. In America vi sono molte associazioni ebraiche
di lingua russa che fanno parte del Consiglio delle organizzazioni degli
emigranti ebrei. Negli ultimi anni i nostri connazionali che sono diventati uomini
d'affari di successo hanno intrapreso una più stretta collaborazione con
l'ambasciata russa. Ad esempio, un grosso lavoro per rendere coesa la comunità
di lingua russa viene svolto dal fondatore e presidente della holding mediatica
“Nash Dom” Igor Baboshkin, che è stato eletto presidente del Consiglio di
coordinamento dei connazionali russi negli Usa.
In
Argentina, Cile e Uruguay non vengono riconosciuti i diplomi russi, né in
Russia vengono riconosciuti i diplomi conseguiti in questi Paesi. La questione
riguarda moltissimi nostri connazionali e cittadini di quei Paesi che
vorrebbero trovare lavoro in Russia. Se ne è discusso a livello di Ministeri
dell'Istruzione, ma a quanto sappiamo per ora non vi sono risultati. Lei ha a
disposizione delle altre informazioni? Che cosa si sta facendo per risolvere il
problema?
Tutte le questioni che lei ha citato sono di
competenza del Ministero degli Esteri e del Ministero dell'Istruzione russi, e
sono oggetto di trattative bilaterali tra la Russia e questi paesi. Il problema,
effettivamente, sussiste e va risolto con le modalità previste in questi casi.
Personalmente posso aggiungere che in qualità di rappresentante speciale del
presidente sono pronto a utilizzare le mie possibilità e potenzialità, anche
come deputato della Duma di stato, per contribuire a risolvere i problemi che
riguardano i nostri connazionali, compresa la questione del riconoscimento reciproco
dei diplomi di istruzione.
In Serbia
di recente è stato fondato un nuovo partito politico chiamato "Russkaja
Partija". La maggior parte degli iscritti è di origine russa. Tra gli obiettivi
del partito c'è la salvaguardia della cultura russa in Serbia e la
reintroduzione della lingua russa nel sistema scolastico del paese balcanico.
Nel partito sono già entrati anche molti serbi. Il partito ha qualche legame
con le istituzioni di Mosca? Che cosa pensa lei di questa insolita
organizzazione spontanea dei russi in Serbia?
Noi seguiamo con attenzione i processi di
aggregazione dei nostri connazionali, e quindi anche la loro aspirazione a
formare strutture politiche e sociali. La Serbia è da tempo uno
stretto partner della Russia e nel paese è assai evidente l'influenza della
cultura e della lingua russe. Pertanto siamo contenti che quanti sentono la
propria appartenenza alla Russia diano vita a iniziative del genere. L'importante
è che queste strutture riflettano le reali aspirazioni dei nostri connazionali
e godano del loro sostegno.
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