L'Hypercube progettato dall'architetto Boris Bernaskoni per Skolkovo (Foto: Ufficio Stampa)
La parola “Cubo” è spesso associata all'omonimo thriller fantascientifico (in Italia tradotto come "Il cubo 2", ndr). Nel film di Andrzej Sekula i fatti si svolgono in un fantasmagorico edificio a forma di cubo costruito da una sconosciuta mente geniale. È diviso al suo interno in cubi più piccoli e ciascuna celletta ha delle peculiarità uniche: in una il tempo va più veloce, in un'altra lo spazio si deforma. I protagonisti che ci finiscono dentro devono uscirne il più in fretta possibile, ma non tutti ce la fanno.
L'architetto del “Cubo” di Skolkovo, la Silicon Valley russa, Boris Bernaskoni, ha probabilmente preso spunto dal film mentre decideva il concept generale della sua creazione che però è risultata di gran lunga più accogliente in rapporto ai suoi ospiti. D'altra parte il principio di base è rimasto lo stesso: un manifesto ascetismo di interni ed esterni con un susseguirsi continuo di scelte innovative per ogni metro quadrato dell'edificio. In fondo si tratta del progetto ammiraglio del Centro d'innovazione di Skolkovo, qui dev'esserci il top dell'alta tecnologia.
![]() |
Skolkovo alla Biennale di Venezia |
Il “Cubo” è stato costruito seguendo il concept delle 4 "E": economicità, ecologia, ergonomia, efficacia energica. L'asso nella manica dell'edificio sta nella quasi totale autonomia delle sue comunicazioni. Tra le reti esterne soltanto quella dell'energia elettrica è allacciata. Su una delle pareti del “Cubo” sono installate dei pannelli solari, ma l'energia che se ne ricava non è sufficiente per rifornire l'intero edificio. Per illuminare uno o due piani di notte, invece, basta l'energia prodotta dai pannelli. Il riscaldamento è fornito da pompe di calore che utilizzano l'energia della terra; nei vari locali non ci sono pannelli normali, al loro posto si trovano speciali sistemi split a soffitto per il riscaldamento.
Anche la distribuzione dell'acqua è particolare: l'acqua viene presa da un pozzo artesiano, ma dopo essere stata usata passa attraverso un meccanismo di purificazione e va a innaffiare le zone verdi. Le finestre sono grandi, addirittura giganti: questo permette di sfruttare al massimo la luce del giorno per illuminare l'edificio. Di solito non si mettono finestre di tale grandezza alle nostre latitudini per paura di disperdere prezioso calore. Tuttavia degli speciali convettori installati nell'edificio creano una barriera di calore facendo rimanere la temperatura interna sempre stabile. Inoltre sono state impiantate delle fibre ottiche, attraverso le quali i raggi solari passano nei vani centrali dell'edificio. La questione di cosa fare della spazzatura è stata risolta in modo altrettanto ingegnoso: viene riciclata sul posto e trasformata in “gas di città”.
Anche la facciata della costruzione fa la sua parte: a breve distanza dalla facciata principale in cemento e vetro sandwich ne è stata collocata una aggiuntiva, un reticolo di metallo inossidabile che trasforma l'edificio in un gigantesco schermo: sulle parete si possono proiettare molteplici immagini, presentazioni o comunicazioni per gli abitanti del Centro d'innovazione.
Anton Jakovenko, amministratore generale di Skolkovo, racconta: il “Cubo” è il primo edificio eretto all'interno del Centro. Si trova in un campo aperto, tutte le scelte tecnologiche, che puntano all'autonomia dell'edificio, sono state perciò dettate dalle condizioni di vita. Abbiamo cercato di preservare al massimo il minimalismo, sia nel design degli interni che degli esterni. Dentro è suddiviso in sezioni ben distinte, abbiamo deciso di rinunciare alle decorazioni ricercate: al loro posto abbiamo lasciato i nudi muri di cemento. D'altro canto ben presto ognuno potrà godersi il 'Cubo' dall'interno: abbiamo ideato uno speciale videogame “itinerante” in cui il personaggio principale si sposta per tutti i piani dell'edificio”.
In tutto i piani sono sette. Al primo ci saranno la reception e il bar. Al secondo alloggeranno i principali partner di Skolkovo: IBM, Cisco e altre importanti società internazionali. Al terzo si sistemeranno le compagnie che realizzano progetti innovativi con il supporto del Fondo. Il quarto piano sarà interamente votato alla gigantesca sala conferenza in grado di trasformarsi per rispondere ai format delle varie iniziative. Sui tre piani rimanenti, con ogni probabilità, saranno collocate le ditte che si occupano di start-up all'interno di Skolkovo (il permesso di alloggio nell'edificio è stato offerto in tutto a 16 società).
Maksim Kiselev, direttore del parco tecnologico per lo Sviluppo, spiega: “Il 'Cubo' avrà un grande significato per tutte le compagnie e per la loro promozione, dato che di fatto sarà un enorme showroom per tutti quelli che ci lavorano. L'edificio e l'intera infrastruttura del Cubo è realizzata secondo il principio dell'ecosistema Skolkovo. Qui arriveranno delegazioni e visitatori di altissimo livello, inclusi i governanti di altri Paesi e i rappresentanti della comunità globale degli investitori. Sarà un momento importante per i residenti che avranno modo di incontrare i loro potenziali investitori”.
Anche se l'edificio verrà aperto ufficialmente alla fine di settembre alcuni residenti hanno già raccontato le prime impressioni del loro nuovo luogo di lavoro. Secondo Andrej Potapov, dirigente della “Sputnik srl”, il potenziale tecnologico del “Cubo” è alto, lo spazio aperto alle trasformazioni offre un'incredibile libertà di spostamento. “Allo stesso tempo il primo edificio del Centro d'innovazione è pieno di sorprese e di possibilità nascoste che a breve scopriranno tanto i residenti quanto i suoi creatori” assicura Potapov.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email