L'Ambasciatore italiano a Mosca Antonio Zanardi Landi (Foto: Elena Pochetova)
Dopo la presentazione di “ExhibItaly”, l’Ambasciatore italiano in Russia Antonio Zanardi Landi racconta in un’intervista i rapporti e i progetti che segneranno la collaborazione futura tra Federazione e Belpaese.
Ci dia per favore qualche dettaglio in più sul progetto “Eccellenze italiane”. Qual è l’obiettivo principale?
L’obiettivo del ricco programma di incontri “ExhibItaly: eccellenze italiane d’oggi” è quello di presentare al pubblico russo i risultati all’avanguardia del Made in Italy, ribadendo la capacità tipicamente italiana di unire tradizione e innovazione, che è anche uno dei motivi del successo della nostra produzione in tutto il mondo e spesso porta a identificare il nostro Paese e i suoi prestigiosissimi brand con concetti quali la raffinatezza, lo stile, la creatività, la classe e la qualità della vita.
I prodotti e i servizi italiani hanno già da tempo conquistato la fiducia dei consumatori russi. In che modo il programma potrà stupirci?
Lei ha ragione: la Russia e il suo mercato, costituito da consumatori sempre più attenti alla qualità, al gusto e alle sfumature, hanno indubbiamente una grande rilevanza per l’export italiano. Non a caso il nostro Paese è il secondo fornitore europeo della Federazione Russa. È difficile trovare al mondo consumatori con una competenza così approfondita in merito a tutti gli aspetti del Made in Italy, a partire dai prodotti delle grandi aziende, famose in tutto il mondo, fino a quelli più specifici e meno noti, talvolta di produzione artigianale.
In altre parole il nostro compito è quello di fornire all’opinione pubblica russa uno sguardo nuovo e variegato sul Made in Italy, attraverso iniziative originali e di forte attrattiva, ponendo l’accento sulla storia, sulle idee, sulle persone e sul contesto nel quale nascono le creazioni italiane di punta. Nel corso dei quattro mesi dell’ExhibItaly vogliamo invogliare i nostri amici e partner russi a scoprire ciò che unisce i nostri più celebri successi nei campi della moda, del design, dell’energia, del turismo, dell’agricoltura e dell’industria alimentare, senza dimenticare gli arredi d’internie le innovazioni tecnologiche, ponendo inoltre grande attenzione al gran numero di illustri realizzazioni artistiche del nostro Paese e alla storia dei risultati scientifici e tecnologici ottenuti.
La collaborazione tra Italia e Russia cresce in modo dinamico. Quali campi a suo parere non sono stati ancora toccati? In quali settori si possono ancora compiere dei passi avanti?
È difficile trovare un ambito non ancora esplorato, se si conta il volume e la diversificazione della cooperazione tra Italia e Russia. Tenendo in considerazione le relazioni economiche, col passare del tempo alla tradizionale collaborazione in campo energetico si sono affiancati molteplici contatti in altri settori. Limitiamoci ai più conosciuti: il settore agroalimentare, quello degli elettrodomestici, la produzione di pneumatici per automobili, i macchinari per l’industria metallurgica, l’edilizia, l’aviazione. Persino la collaborazione già menzionata in ambito energetico è significativamente cambiata nel corso degli anni: per molti decenni l’Italia ha principalmente acquistato gli idrocarburi russi; ora invece molti italiani lavorano nel campo dell’estrazione e vendita del gas, nella progettazione di importanti progetti sui trasporti e anche per l’elettrificazione, nella cornice di un’integrazione dei nostri sistemi economici che, grazie alla creazione di una serie di joint ventureitalo-russe strategiche ha raggiunto risultati straordinari.
Un esempio lampante. Negli ultimi anni la sinergia in una questione delicata come la cooperazione per la tecnologia militare ha ricevuto un nuovo impulso. Mi trovo spesso fuori Mosca, visito numerose regioni e noto con piacere che gli imprenditori italiani realizzano in molti campi e Repubbliche della Russia produzioni innovative capaci di integrarsi perfettamente con la realtà produttiva e sociale del vostro Paese. Ho in mente, per esempio, le aziende agricole italiane oggi in piena attività in alcune regioni del Caucaso del Nord.
Un buon indicatore della varietà e intensità dei rapporti commerciali ed economici tra i nostri Paesi è fornito dagli accordi firmati durante la recente visita del primo ministro italiano Mario Monti, riguardanti la prospezione geologica nel Mar Nero e nel Mare di Barents, la realizzazione di strutture turistiche nel Caucaso del Nord e i progetti di sviluppo urbano di Mosca, la modernizzazione del servizio postale, il finanziamento di piccole e medie imprese, il risanamento dell’ambiente. In definitiva la Russia si conferma per l’Italia un partner strategico.
Esistono prospettive molto promettenti in tutti i settori, universalmente riconosciuti come ambiti decisivi per la modernizzazione dell’economia russa. Mi riferisco, per esempio, all’industria farmaceutica e biomedica, al miglioramento del rendimento energetico, alle fonti di energia alternativa e alla conservazione dell’ambiente. In tutti questi campi l’Italia può offrire un’esperienza e una tecnologia assolutamente all’avanguardia. Altrettanto importante per il futuro dell’economia russa è lo sviluppo di importanti elementi infrastrutturali quali autostrade, ferrovie e aeroporti. Qui ci sono già alcuni esempi positivi della cooperazione italo-russa e sono convinto che esistano ampi margini per un loro ulteriore sviluppo.
Un’altra sfera privilegiata di crescita per la collaborazione bilaterale è la ricerca scientifica: esistono già numerosi progetti collettivi sotto la guida delle università e del Nii (Istituto di Ricerca Scientifica, ndr) dei nostri Paesi. Tuttavia non ci sono limiti alla prospettiva di ulteriori collaborazioni ed è nel nostro interesse contribuire all’ampliamento dei contatti nella comunità accademica e allo scambio di ricercatori e studenti. A proposito della collaborazione negli ambienti accademici, voglio ricordare le interessanti idee, fissate durante l’incontro di luglio 2012 tra il ministro italiano della Giustizia Paola Severino e il suo omologo russo Aleksandr Konovalov, riguardo alla promozione di una comune attività nell’ambito di ricerca del diritto romano e civile da cui prende il via – tanto in Russia quanto in Italia – l’attuale diritto internazionale.
Per di più l’Italia può fornire un enorme contributo dal punto di vista delle conoscenze teoriche e delle decisioni pratiche nei progetti di sviluppo urbanistico, al fine di rispondere in modo puntualealle sfide dei processi di veloce trasformazione attualmente in corso nelle città russe. Abbiamo infatti notato un grande interesse da parte russa nei confronti della nostra esperienza nel campo della conservazione dei beni architettonici e storici.
Non entrerò nei particolari dell’enorme potenziale di progetti culturali condivisi: nel 2011 ha avuto un grande successo l’”Anno incrociato della lingua e della cultura italiana in Russia e della lingua e cultura russa in Italia”, che è stato possibile realizzare grazie agli sforzi congiunti delle strutture pubbliche e private di Russia e Italia, insieme al sostegno incondizionato dei cittadini dei nostri due Paesi.
Non bisogna infine dimenticare la vastità dei rapporti tra la società civile russa e quella italiana che trova la sua incarnazione, anche statale, nel “Foro di dialogo italo-russo delle società civili” che va di pari passo con i rapporti intergovernativi, in costante crescita, e rappresenta la piattaforma per uno scambio di idee ed esperienze nei più diversi ambiti.
La cosa importante è che al centro dei rapporti italo-russi rimanga la persona! Sono convinto che il futuro sviluppo della cooperazione a tutto campo tra cittadini italiani e russi – che si tratti di turisti, studenti, specialisti o imprenditori – sarà conforme agli interessi a lungo termine di entrambi i Paesi. Proprio per questo, cercando di osservare il vigente sistema di Schengen, la parte italiana ha impiegato tutti gli sforzi possibili per semplificare e velocizzare al massimo l’ottenimento dei visti di ingresso per i cittadini russi. In attesa, speriamo non lunga, di una piena libertà di spostamento tra la Federazione Russa e l’Unione Europea.
L'articolo originale è stato pubblicato su Rossiyskaya Gazeta
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