Quello della convivenza tra nazionalità diverse è un problema che affligge la Russia, creando spesso dissapori e scontri tra popolazioni. Un sondaggio della Fom ha cercato di fotografare la situazione all'interno del Paese (Foto: Itar Tass)
La Russia è un Paese multietnico. O forse no. Un sondaggio elaborato dalla Fom, Fondazione per l'Opinione Pubblica, ha cercato di fotografare le relazioni tra i russi e gli stranieri.
Secondo quanto emerso dallo studio, l’opinione pubblica è divisa in parti uguali tra chi sostiene che “la Russia è un Paese multietnico” (37 per cento) e chi, invece, non è d’accordo con questa affermazione (anche qui, 37 per cento). Per quanto riguarda invece la questione della convivenza fra diverse nazionalità nel territorio della Federazione, nel 1997 il 45 per cento dei cittadini riteneva questo fenomeno un fatto positivo, al contrario del 27 per cento, che lo reputava un fenomeno negativo.
“I nativi dovrebbero godere di maggiori diritti rispetto alle persone di altra nazionalità”, sosteneva il 18 per cento della gente nel 1999, mentre oggi la percentuale è salita al 36 per cento. Al contrario, il numero di cittadini favorevoli all’uguaglianza di diritti, indipendentemente dalla nazionalità, è diminuito negli anni dal 76 al 53 per cento.
A sostenere la necessità di godere di maggiori diritti rispetto agli immigrati, secondo lo studio, sarebbero soprattutto gli abitanti di Mosca e delle grandi città, spesso con redditi medio-bassi. A difendere l’uguaglianza sono invece i cittadini di centri minori, magari in una situazione economica non privilegiata e con un’istruzione superiore.
Tre quarti della popolazione (il 75 per cento), ha dichiarato di “non sentire alcun tipo di ostilità verso nazionalità diverse”. Mentre il 19 per cento degli intervistati ha ammesso di relazionarsi in maniera difficile.
Generalmente le tendenze nazionaliste si osservano in una fascia di persone con redditi medio-alti, residenti nella capitale russa. Al contrario, secondo l’inchiesta, i russi con un salario più basso e residenti nelle zone rurali del Paese, confessano di non manifestare sentimenti nazionalisti.
Fra le nazionalità verso le quali si registra la maggior ostilità, ci sono i caucasici (6 per cento), i tagiki (4 per cento), e gli uzbeki (3 per cento).
Il 62 per cento degli intervistati è poi convinto che sarebbe necessario controllare gli arrivi, visto che sono in tanti a dichiarare una forte presenza di stranieri sul territorio (il 76 per cento).
Il 45 per cento sostiene comunque che non ci siano dissapori tra la comunità nativa e gli immigrati, al contrario del 34 per cento.
Molti hanno infine dichiarato che, per evitare i conflitti interetnici, è necessario educare i cittadini all’uguaglianza, alla fratellanza, iniziando fin dall’infanzia. Bisogna smetterla, dicono, con gli slogan “La Russia ai russi”. Il 19 per cento degli intervistati sostiene infine che sia indispensabile celebrare feste comuni e mostrare in televisione programmi dedicati alla cultura di diversi Paesi.
L'articolo originale è stato pubblicato su Rossiyskaya Gazeta
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