Il vice premier Dmitri Rogozin illustra la sua idea per il rilancio della cosmonautica russa (Foto: Itar-Tass)
Secondo il vice premier Dmitri Rogozin, per evitare la crisi, la cosmonautica russa dovrebbe prefiggersi un obiettivo principale. Rogozin stesso propone l'idea della stazione lunare.
Signor vice primo ministro, siamo in grado, secondo
Lei, attualmente, di realizzare progetti così ambiziosi? L'industria spaziale russa riuscirà a uscire da questa crisi profonda?
La situazione non
è affatto facile. Abbiamo sempre avuto la convinzione di
vivere in una grande potenza spaziale, che vanta il primo satellite e il primo astronauta nello spazio circumterrestre.
Abbiamo ottenuto grandi successi,
ma poi tutto a un tratto, nell’ultimo anno e mezzo, sette incidenti.
Sei lo scorso anno e uno nell’agosto 2012. Se esaminiamo attentamente tutta questa storia,
ci accorgiamo che la qualità della
produzione non ne è la causa bensì
la conseguenza: un foruncolo, visibile
ai nostri occhi. E quello che dobbiamo fare non è curare questo
foruncolo, bensì le cause che hanno portato alla sua comparsa.Abbiamo iniziato a
capire che cosa sta succedendo nel
dettaglio: il settore ha assunto oggi dimensioni spropositate. In più, il nostro Paese rimane molto indietro in termini di
possibilità economiche rispetto agli Stati Uniti. Visto
il nostro ritardo, dobbiamo cercare di essere molto
scrupolosi. Eppure, nel nostro Paese vi sono diverse grandi
società, fabbriche, aziende che
producono in parallelo prodotti simili. In queste condizioni, l'industria
spaziale russa ha un carico di lavoro pari solo
al 50 per cento. E i controlli di
qualità sono insufficienti. È stata sollevata la
questione della necessità di riforme profonde, ma da dove possiamo iniziare?
Dalla lotta per la qualità? Certo, sì, essa è necessaria, ma da sola non è sufficiente.
L’obiettivo principale, adesso, è uno
solo: la Russia
deve capire definitivamente ciò che vuole dallo spazio e definire i propri obiettivi strategici.Dopodiché, in base a questi obiettivi strategici, andranno strutturate
l’economia, le varie holding e sub-holding e così via.
Dobbiamo prefiggerci un obiettivo fondamentale, tre
obiettivi di secondo livello, cinque obiettivi di terzo livello, e via dicendo.
Solo così capiremo di quali sistemi di lancio, propulsori, missili – piccoli,
medi, pesanti, super-pesanti – avremo bisogno e da quali cosmodromi questi dovranno
essere lanciati. Dobbiamo ripristinare
un ordine elementare nelle nostre
teste.Ovviamente, io non sono un professionista del settore
spaziale. Ma il mio compito
professionale è quello di pensare e agire in maniera sistemica. E proprio dal punto di
vista di un approccio sistemico, io suggerirei di iniziare con la realizzazione
di un progetto ambizioso, che, ora come ora, potrebbe sembrare fantascientifico,
ovvero la creazione di una base lunare. Abbiamo imparato a lavorare nello spazio
circumterrestre nell’ambito della Stazione Spaziale
Internazionale. Perché non cercare
di realizzare una grande stazione spaziale proprio sul satellite naturale della
Terra e poi da lì condurre le stesse operazioni che vengono svolte a bordo
della Iss? Si tratta di un progetto molto
interessante dal punto di vista tecnico e scientifico, che se portato a termine
stimolerà la ricerca, sia quella di base che quella applicata. Ciò
costituirà la base per ulteriori progressi. Questo è il mio suggerimento. Sono possibili anche altre proposte, ma bisogna
scommettere su qualcosa, creare qualcosa di importante.
Si tratta di un obiettivo di grande prestigio politico. E credo,
personalmente, che il nostro Paese sia in grado di
realizzarlo.
E chi potrebbe realizzare un
passo avanti così importante? Dopotutto il problema del personale
ingegneristico è uno dei più sentiti?
È vero. Per questo motivo, il Consiglio
di sicurezza ha deciso di appoggiare
l'idea che è nata in seno alla Commissione militare-industriale che io presiedo. Creeremo un migliaio di posti di lavoro nell’'industria
della difesa russa. Andremo alla
ricerca di persone, anche provenienti dal settore privato.
In più, in questo momento, stiamo
creando, presso la Commissione militare
industriale, un consiglio speciale sul partenariato pubblico-privato, dove cercheremo di attrarre gli investitori privati. Ritengo che la loro energia, se incanalata nel settore
della Difesa, possa cambiare la qualità della produzione
e contribuire a un importante salto
in avanti per il futuro del nostro Paese.
Per leggere l'intervista in versione originale cliccare qui
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