Il sistema post laurea funzionerebbe solo sulla carta in Russia, a detta di alcuni esperti (Foto: PhotoXPress)
Il 1° settembre centinaia di migliaia di studenti in Russia hanno iniziato il loro anno scolastico. In termini quantitativi, questo segna una rottura con ciò che era fino a venti anni fa, quando l'istruzione superiore sembrava essere passata di moda per sempre.
Nei turbolenti anni '90, i ragazzi, freschi di istituto, creavano dal nulla: davano vita a proprie imprese private, costituivano una società, facevano la rivoluzione invece che usurare i calzoni seduti nelle università, alla ricerca della conoscenza. Oggi, la tendenza è esattamente opposta: l'istruzione superiore è tornata in voga e la laurea è diventata quasi un must nei progetti di vita di chiunque. Ciò che è rimasto invariato, tuttavia, è che solo una minima percentuale di diplomati frequentano in realtà l'università per crescere in conoscenza. La maggior parte di loro ha un solo obiettivo, a "effetto pecora": la laurea.
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Dottorati, cosa cambia in Russia |
Naturalmente, questo tipo di aspirazioni ha svalutato l'istruzione superiore agli occhi dei potenziali datori di lavoro. Di conseguenza, se un diploma universitario può rappresentare un must per ogni candidato a un posto di lavoro, l'esperienza sul campo è ormai diventata il criterio più importante.
Con sedi di istruzione universitaria spuntate in tutto il Paese come funghi e, di conseguenza, la presenza di un esercito di candidati che si presentano ai posti di lavoro con curriculum identici, è estremamente difficile scegliere tra quelle università che in realtà preparano buoni specialisti.
Purtroppo, il sistema educativo russo è tale che anche una laurea in un prestigioso ateneo (come l'Università Statale di Mosca o la Scuola Superiore di Economia) non garantisce un background educativo adeguato. C'è una serie di ragioni che spiega ciò, non ultimo a diffusa pratica di barare tra gli studenti (che, fortunatamente, è di recente in calo) e le pratiche protezionistiche tra le amministrazioni universitarie (tipico di istituti privati).
La transizione della Russia verso il Processo di Bologna (e nel 2013 saranno 10 anni da quando la Russia ha firmato la Dichiarazione) ha livellato la situazione in una certa misura, anche se chiaramente non ha avuto l'effetto miracoloso in cui i funzionari speravano.
Marat Valitov, esperto di Risorse Umane, afferma: "In teoria, il Processo di Bologna è stato progettato per aiutare il datore di lavoro. Presumibilmente, il datore di lavoro può vedere che questo candidato ha un diploma di laurea, ha una formazione di base, quindi le sue qualifiche potrebbero essere migliori; quest'altro candidato ha una laurea, il che significa che è addestrato in una ristretta area ed è quindi un professionista migliore. In realtà, però, la situazione è molto diversa. Molti istituti di formazione universitaria considerano i master solo come una continuazione dei corsi di laurea, piuttosto che una selezione di specialità specifiche. Così, alla fine, offre un solo master con una specializzazione molto generale".
In poche parole, la maggior parte delle università produce una serie di cosiddetti "maestri di nessun mestiere". La situazione è migliore per una porzione di rinomate università statali. In genere offrono una selezione più ampia di master e gli studenti possono scegliere tra una specialità di ricerca e specialità a più alta domanda sul mercato. Tuttavia, questo non è altro che una goccia nel mare dell'uniformità squallida prodotta dagli altri atenei.
Per lo stesso motivo, la Russia è in una posizione simile quando si tratta di un altro elemento distintivo del Processo di Bologna, ovvero l'istruzione all'estero. Famose università hanno da tempo stabilito legami internazionali. Irina Ipatyeva, laureata alla Scuola Superiore di Economia dell'Università Nazionale delle Ricerche, racconta: "La mia università gestisce ampi programmi di scambio di studenti con Gran Bretagna, Germania, Francia, e un certo numero di altri Paesi. Così, quando venne il momento di decidere, questa scelta si è rivelata la cosa più difficile".
Nel frattempo, le possibilità di studio all'estero con le università private, che non hanno più di 10-15 anni al massimo, spesso non è più di una finzione. Dal momento che la Dichiarazione di Bologna è stata firmata, non sono stati introdotti meccanismi per facilitare l'integrazione in Russia.
"Il sistema di dottorati/master funziona solo sulla carta in Russia -, afferma Aleksandr Malyshev, dottore in Pedagogia. - Garantisce a funzionari e ispettori un senso di controllo assoluto della situazione: ecco il primo grado; il secondo è che tutto è agli atti. In realtà, la situazione è un po' diversa: importanti università possono fare pieno uso di tutte le funzionalità di questo sistema, che dà loro un vantaggio competitivo enorme. Ma università di secondo livello hanno dovuto riprogrammare i cinque anni di studi in 4+2, senza di fatto apportare nulla di nuovo. C'è da meravigliarsi, quindi, che i datori di lavoro non vedano nessuna differenza tra laureati generalisti e specializzati?".
Per inciso, il sistema a due cicli di istruzione è stato criticato più volte - per ragioni analoghe - anche in Europa. La riforma dell'istruzione attivamente sostenuta dal Ministero russo della Pubblica Istruzione, al fine di diminuire drasticamente il numero degli istituti di formazione, migliorando la qualità di quelli sopravvissuti, sembra una misura giusta. In effetti, se l'educazione non porta conoscenze e occasioni, qual è il suo scopo?
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