La Banda dei Carabinieri durante il Festival di Musica Militare Spasskaya Bashnya a Mosca (Foto: Ria Novosti)
Non è difficile sapere come si stanno preparando al Festival Spasskaya Bashnya i musicisti dell’orchestra italiana dei Carabinieri. Basta arrivare alla fermata “Ottaviano” della metropolitana di Roma, nota a tutti coloro che conoscono la zona del Vaticano. Da lì è necessario uscire sul viale Giulio Cesare. E semplicemente ascoltare. Attraverso i muri della Scuola Allievi Carabinieri risuonano infatti le melodie classiche che comporranno la marcia militare.
Siamo arrivati qui proprio quando il direttore dell’orchestra e il tenente colonnello Massimo Martinelli hanno iniziato a marciare in piazza. A essere onesti, non tutti riuscivano a stare dietro al passo cadenzato e all’allineamento perfetto della marcia. Forse è proprio per questo motivo che il tenente colonnello si è leggermente innervosito, nel tentativo di mostrare con enfasi come mantenere l’ordine e l’allineamento.
Con la musica, però, tutto è risultato più semplice. Il gruppo è arrivato in piazza sulle note della Marcia dei Carabinieri, seguite dalla vivace melodia di Giuseppe Verdi, l’Aida. E poi la Turandot di Giacomo Puccini. Per finire, la nota canzone Katiusha.
Per gli italiani questa Katiusha doveva essere la ciliegina sulla torta, così come abbiamo capito dalle intenzioni di Martinelli. Peccato che per i Carabinieri è risultato più difficile del previsto cantare bene e ad alta voce quell'unico ritornello, che il direttore ha cercato in tutti i modi di mettergli in testa.
Il comandante ha detto che i suoi allievi hanno accolto con grande entusiasmo l’invito di partecipare al Festival Spasskaya Bashnya. “C’è un forte interesse verso la Russia – ha spiegato -. Sicuramente più grande rispetto a quello verso l’America”. A Mosca lui c’è già stato, invitato dagli organizzatori del Festival. E ora attende settembre 2012 per tornare con la moglie e la figlia.
“Spero che riusciremo a vedere tutte le cose interessanti della vostra capitale”, ha dichiarato. Sentenziando che a Mosca, secondo lui, è meglio non ritrovarsi da soli, visto che i nomi delle fermate della metropolitana non sono traslitterati in inglese, e in questo modo è facile perdersi.
Ma torniamo alla piazza, dove l’orchestra stava studiando il proprio programma per l’esibizione in Russia. Sapete come Martinelli è riuscito a far cantare i propri allievi, fino a prima intenti solo a bisbigliare le strofe? Ha fatto appello alla sua furbizia militare, invitando i corrispondenti di Rossiyskaya Gazeta a cantare davanti alla banda, chiedendo inoltre di spiegare come, secondo loro, si doveva interpretare questo pezzo. Nessuno è profeta in patria, ovviamente. Ma abbiamo cantato, promettendo onestamente a questi musicisti che sotto le mura del Cremlino sarebbe stato sicuramente un successo. Ovviamente solo se fossero stati in grado di mettere da parte l’imbarazzo, riuscendo così a cantare a voce alta e chiara il famoso ritornello.
In seguito il direttore Massimo Martinelli ha ammesso l’effetto benefico del nostro discorso: siamo stati presi sul serio. Ma il risultato lo vedremo solo nei primi giorni di settembre 2012 quando la Banda dei Carabinieri si esibirà in Piazza Rossa insieme alle migliori orchestre provenienti da altri dodici Paesi del mondo. Se agli spettatori piacerà, significa che sarà un po’ anche merito nostro.
L'articolo originale è stato pubblicato su Rossiyskaya Gazeta
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