Yuri Fedotov, vice Segretario Generale delle Nazioni Unite (Foto: Itar-Tass)
Organizzazioni internazionali come Human Rights Watch hanno suggerito ai donatori delle Nazioni Unite e ai donatori internazionali di congelare il finanziamento del programma iraniano per controllare il flusso di droga. Essi giustificano la loro posizione dal comportamento dei giudici iraniani che ignorano i diritti dei trafficanti di droga a un processo equo.
Yuri Fedotov, direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) e vice Segretario Generale delle Nazioni Unite, spiega perché non si dovrebbe escludere l'Iran dai finanziamenti anti-droga internazionali.
Yuri Fedotov è nato il 14 dicembre 1947. Laureato nel 1971 presso l'Istituto di Stato delle Relazioni Internazionali di Mosca (Mgimo), nel 1971-1999, ha successivamente ricoperto incarichi diplomatici in Algeria, India e presso le Nazioni Unite. Nel 1999 è stato nominato Direttore del Dipartimento delle Organizzazioni Internazionali del Ministero degli Affari Esteri e vice ministro degli Affari Esteri con delega alle Organizzazioni internazionali nel 2002.
Dopo cinque anni (2005-2010) da ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa nel Regno Unito, il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon lo nomina nel luglio 2010 Direttore Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a Vienna (Unov) e Direttore esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc). Ha il titolo di Assistente del Segretario Generale delle Nazioni Unite
A quanto ammontano i finanziamenti dell'Onu e dei donatori internazionali per l'Iran?
Il contributo dell'Unodc 2011-2014 ammonta a 10 milioni di euro. Questi sono contributi volontari provenienti da diversi Paesi, in primo luogo, da quelli occidentali. Questo denaro è utilizzato principalmente per ridurre la domanda di stupefacenti e per trattare la dipendenza della droga. Serve anche a rafforzare il sistema giudiziario nel suo complesso e le attività di lotta contro la corruzione. Ma questa è una goccia nel mare rispetto ai soldi che Teheran spende nella lotta alla droga. In dieci anni, più di 3.000 soldati sono stati uccisi in scontri e più di 10.000 sono stati feriti e sono rimasti disabili.
Quali possono essere le conseguenze di un blocco del finanziamento?
Iran stesso soffre del crescente numero di tossicodipendenti. Sono quasi un milione e mezzo nel Paese (secondo solo all'Afghanistan). Le autorità stanno attivamente combattendo a fianco delle Ong iraniane. Questo vale anche per le Nazioni Unite. Se sospendessimo il nostro aiuto, i decessi per droghe aumenteranno in Iran.
È possibile che, in risposta, l'Iran lasci i trafficanti attraversare liberamente il suo territorio?
Se gli aiuti internazionali saranno ridotti, Teheran potrebbe rivedere la propria posizione e aprire la strada al traffico di droga. I quantitativi intercettato oggi arrivano poi in Turchia e nei mercati europei e americani e in Russia. Ricordiamo che la dipendenza da eroina provoca 100.000 morti ogni anno in tutto il mondo.
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"La guerra all'Iran è vicina" |
I doganieri iraniani intercettano molta droga?
Gli iraniani sequestrano circa 30 tonnellate di droga ogni anno, circa il 33% della droga intercettata nel mondo. Circa 140 tonnellate di droga (prevalentemente eroina) da Afghanistan e Pakistan transitano ogni anno attraverso l'Iran. Molto più del traffico attraverso l'Asia centrale (circa 90 tonnellate l'anno) e più di ciò che entra in Russia (circa 70 tonnellate). L'Iran è, dunque, la strada più pericolosa e il Paese è leader in termini di intercettazione della droga. A titolo di confronto, sono 4,5 le tonnellate di sostanze stupefacenti che vengono intercettate ogni anno in Pakistan, due in Russia, 0,5 in Tagikistan.
Tuttavia, si pone anche il problema del trattamento brutale dei sospetti nella repubblica islamica, non è vero?
Un problema reale che io stesso ho più volte sollevato durante le varie riunioni. Gli iraniani sostengono che le condanne a morte sono per coloro che causano scontri alla frontiera o uccidono soldati. Ma, e questa è la debolezza della posizione iraniana, non dispongono di dati statistici, di dati ufficiali, c'è mancanza di trasparenza. Teheran risponde che tutto è regolato dalla sharia. L'Onu, naturalmente, è a favore di una riduzione o, meglio ancora, di una cancellazione della pena di morte, ed è per il rispetto dei diritti umani. Ma noi crediamo che dobbiamo continuare la nostra cooperazione con l'Iran, invitando gli iraniani ad osservare le norme del diritto internazionale e a trattare i prigionieri con umanità.
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