Biennale, blitz per le Pussy Riot

Nel padiglione di architettura della Russia, a Venezia, un centinaio di attivisti ha protestato contro la condanna del gruppo punk russo

Freedom for Pussy Riot. Con uno striscione lungo alcuni metri e il passamontagna colorato in testa, in segno di solidarietà al gruppo punk russo, un gruppo di attivisti dei centri sociali veneziani ha occupato, nella mattinata del 29 agosto 2012, il padiglione russo della Biennale di Venezia, dove stava per andare in scena un’importante cerimonia di premiazione, alla presenza di alcune autorità.

Passando da una recinzione per superare i controlli delle forze dell’ordine, un centinaio di manifestanti del collettivo Occupy Biennale ha dato il via a una protesta per denunciare l’arresto delle tre ragazze russe, condannate a due anni di carcere dopo lo show nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.

Foto: Itar-Tass
Skolkovo alla Biennale di Venezia

La protesta, andata in scena in occasione della Biennale di Architettura e nel giorno dell’inaugurazione della Mostra del Cinema, è stata pensata per denunciare la condanna del gruppo punk russo, la cui canzone incriminata è stata tradotta e letta a voce alta dai manifestanti. 

Le giovani Nadezhda Tolokonnikova, 22 anni, Maria Alekhina, 24, ed Ekaterina Samutsevich, 30, sono state condannate il 17 agosto 2012 a due anni con l'accusa di vandalismo aggravato da odio religioso. A sostegno delle ragazze si è movimentato il mondo del rock, da Madonna ai Red Hot, fino al gruppo italiano Elio e le Storie Tese

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