Il presidente della Georgia Mikhail Saakashvili (Foto: Itar-Tass)
È tesa l’atmosfera in Georgia man mano che ci si avvicina all’appuntamento elettorale del 1° ottobre 2012, quando verrà rinnovato il parlamento.
Il voto è particolarmente importante perché dovrà verificare la tenuta del partito di governo del presidente Mikhail Saakashvili. Il capo di Stato, arrivato al potere con la cosiddetta Rivoluzione delle rose nel 2004 e poi confermato nel 2008, non può più candidarsi alla presidenza e la permanenza al vertice del gruppo che intorno a lui gravita dipende molto dall’esito delle prossime elezioni.
In campagna elettorale Saakashvili sta ricevendo filo da torcere dal leader del nuovo partito "Sogno georgiano", il miliardario Bidzina Ivanishvili, che ha riunito intorno a sé una coalizione di numerosi partiti con lo scopo di ribaltare la situazione. Nei giorni scorsi vi sono state manifestazioni di protesta contro Saakashvili, accusato dall’opposizione di usare la mano pesante contro gli avversari politici.
Tra gli altri a farne le spese sarebbe stato anche l’ex giocatore del Milan Kakhaber Kaladze, passato dalla maglia rossonera a quella di Ivanishvili, che è stato condannato a pagare una multa di circa 8 milioni di euro per aver aggirato la legge e finanziato illegalmente "Sogno georgiano".
Nei mesi scorsi le autorità di Tbilisi avrebbero cercato ogni occasione per mettere i bastoni tra le ruote a Ivanishvili e compagni, anche alla luce dei sondaggi che danno il partito del presidente in difficoltà. Il miliardario buttatosi in politica rischia davvero di diventare un avversario pericoloso per l’attuale presidente, che non è riuscito sino ad ora a ricucire i rapporti con la Russia.
Dal Cremlino si guarda con interesse agli sviluppi in Georgia: Ivanishvili, secondo l’agenzia Ria Novosti, ha annunciato di voler rilanciare le relazioni con la Mosca, che, dalla guerra del 2008, hanno subito un sensibile deterioramento. La spinosa questione di Abkhazia e Ossezia è più che mai attuale anche in campagna elettorale e Saakashvili non ha perso l’occasione per ribadire che Tbilisi riavrà i territori perduti e ha assicurato che riuscirà a ristabilire l’integrità territoriale del Paese.
Diversa la posizione di Mosca e il premier Dmitri Medvedev, in visita nel Caucaso, ha sottolineato come la cooperazione russa con le repubbliche a cui è stata riconosciuta l’indipendenza verrà intensificata e “si potrà partire per una nuova fase della collaborazione socio-economica”.
Lo stesso Presidente Vladimir Putin, in una delle sue prime uscite appena rientrato al Cremlino, aveva già sottolineato in un incontro con il presidente ossetino Leonid Tibilov che gli aiuti russi verso la regione (circa 300 milioni di dollari nei passati due anni) saranno aumentati e la priorità è quella di “migliorare gli standard di vita e facilitare il ritorno dei rifugiati”. Insomma, il nuovo parlamento di Tbilsi e il nuovo presidente che sarà eletto dovranno ripensare la strategia dei rapporti con Mosca, alla luce della situazione reale a Tskhinvali e Sukhumi.
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