Volley, fiori d’arancio dopo i Giochi

La squadra russa contro la Nazionale italiana durante le Olimpiadi 2012 di Londra (Foto: Itar-Tass)

La squadra russa contro la Nazionale italiana durante le Olimpiadi 2012 di Londra (Foto: Itar-Tass)

Tre pallavoliste della Nazionale russa sono convolate a nozze subito dopo la fine delle Olimpiadi di Londra, dimenticando l'amaro quinto posto e lasciando la squadra di Kuzyutkin orfana di campionesse nubili

Fiori d’arancio per alcune atlete della Nazionale femminile di pallavolo russa. Tre campionesse sono infatti convolate a nozze subito dopo il termine delle Olimpiadi di Londra. Chissà, forse per consolarsi dopo il quinto misero posto ottenuto ai Giochi. A salire sull’altare sono state Ekaterina Gamova, Natalia Goncharova e Lesya Makhno, che non ha preso parte alle gare ma ha seguito buona parte della preparazione della squadra. 

La regina del club Dinamo Kazan, Ekaterina Gamova, ha detto “sì” al noto cineoperatore e producer Mikhail Mikasej che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe conosciuto durante le riprese di uno spot pubblicitario con protagonista la giovane atleta. Il marito della pallavolista, autore non solo di decine di film ma anche di numerosi spot televisivi e clip musicali, è figlio della celebre regista Svetlana Druzhinina.

 

La giovane Natalia Goncharova ha indossato l’abito bianco al fianco di Aleksei Obmochaev, anche lui campione olimpico di pallavolo. Mentre la bionda Lesya Makhno, che nel 2010 ha portato a casa l’oro durante i campionati mondiali in Giappone, ha sposato un altro sportivo, per la precisione il giocatore di pallamano Egor Evdokimov.

 

Con questi tre matrimoni oramai nessuna pallavolista della Nazionale russa è rimasta nubile. A novembre 2011 si sono celebrate le nozze di Tatiana Kosheleva, mentre i fan dovranno ancora attendere per il matrimonio dell’anno: quello della tennista Maria Sharapova, che dovrebbe salire sull’altare a novembre 2012 con l’ex cestista sloveno dei Los Angeles Lakers, Sasha Vujacic.

L'articolo originale è stato pubblicato su Rossiyskaya Gazeta

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