Vladimir Putin al Forum dei giovani "Seliger 2012". Il Presidente ha promesso maggiore attenzione da parte dei funzionari locali alla difesa dei diritti (Foto: Reuters / Vostock Photo)
Vladimir Putin ha riunito al Cremlino 66 difensori civici regionali, parlando di loro come di “alleati nella difesa dei diritti dei cittadini” e dichiarando che questa è la parte più importante del suo lavoro, definendola persino “ragione di vita”. In Russia c’è molta burocrazia e ci si relaziona alle persone in modo formale, ha ammesso il Presidente, promettendo di rendere l’istituto dei difensori civici obbligatorio in ogni regione (al momento esiste già in 67 regioni).
Tali difensori non hanno i mezzi per cambiare la situazione sul piano amministrativo, il che è giusto, “diversamente ci sarebbe più burocrazia”, ha sottolineato Vladimir Putin. “L’istituto è fondato sull’autorità del singolo, col quale il governo deve fare i conti -, ha aggiunto. - Lo strumento principale è la trasparenza”.
I presenti all’incontro hanno reso noto al Presidente che l’efficacia del loro lavoro non dipende soltanto dalla loro autorità, ma anche dalla volontà dei funzionari di mettere in pratica le loro linee guida. “Spesso le lettere indirizzate a governatori, assemblee legislative e procuratori sembrano svanire nel nulla”, hanno riferito a Vladimir Putin.
“L’unica cosa che possiamo fare è individuare i casi di violazione dei diritti umani e pregare che non si ripetano -, ha fatto sapere Irina Skupova da Samara. - Capita spesso di ricevere risposte formali. Non accettiamo formule del tipo “Ne prendiamo atto”. Se ne prende visione ma poi si continuano a violare i diritti umani”.
Al Presidente è stato chiesto di fare in modo che a tutti i livelli di potere si considerino con molta più attenzione le indicazioni dei difensori civici. E il Presidente, consapevole del fatto che la legge non obbliga nessuno a leggere queste relazioni, ma che comunque devono essere prese in considerazione, ha promesso di sistemare questo procedimento. Ma i presenti non hanno approfondito questo punto. Il noto difensore civico russo Vladimir Lukin ha continuato a difendere la posizione dei colleghi di quelle regioni che non hanno gli strumenti per influenzare l’operato federale a livello locale.
“Occorre elevare lo status dei difensori civici regionali a livello federale”, questa la spiegazione fornita ai giornalisti dal presidente del Consiglio per i diritti umani Mikhail Fedotov in merito alla risoluzione del problema. Putin ha promesso di fondare un gruppo di lavoro che si occuperà di questi problemi.
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Il difensore degli imprenditori |
I difensori hanno dichiarato all’unanimità che coloro che più di tutti commettono violazioni sono i giudici. Il Presidente ha dichiarato che non è contrario alla partecipazione dei difensori ai collegi di qualificazione, i quali impongono sanzioni ai giudici e possono limitarne l’influenza. Al momento i collegi si compongono prevalentemente di giudici e di rappresentanti della società.
Con un velato rimprovero i partecipanti hanno menzionato le proliferanti azioni di difesa dei diritti umani: presto nelle regioni ci saranno difensori per le imprese, difensori per le minoranze, si parla anche di difensori per i diritti dei disabili. “È chiaro che le azioni di difesa dei diritti umani non sono così in espansione ma devono essere regolarizzate a livello centrale”, hanno suggerito a Putin.
Da un incontro successivo è emerso in maniera evidente che i pareri contrari sono molti. Sotto la spada di Damocle della crisi, i difensori civici hanno cercato di capire se, come la volta precedente, la gente sarà lasciata senza un soldo in caso di fallimento delle imprese. In sala il difensore per le imprese Boris Titov ha lanciato la sua critica con fare discreto. “Ho dovuto far fronte più volte in prima persona a problemi legati al mancato pagamento in caso di fallimento delle imprese, qui le scappatoie sono tante”, ha affermato Titov accogliendo le lamentele del capo di Stato. “Mi è capitato di dover risolvere delle questioni in maniera fai-da-te e anche per me è stato difficile. Il mio raggio d’azione includeva singole imprese, nel Paese ce ne sono migliaia. Il problema è a livello di sistema. E le persone sono le ultime della fila”.
Notando lo sguardo perplesso di Titov, Vladimir Putin ha concluso: “Sì sì, Boris, la gente resta senza soldi per anni fin quando i titolari non dividono il bottino”.
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