Da Losanna a Londra. Tre anni, da una vodka e Red Bull all’oro olimpico. Nella spedizione russa che supera il limite minimo di 75 medaglie vinte ai Giochi - tetto fissato dal Ministero dello Sport – spicca la storia personale di Ivan Ukhov.
Atleta dal talento cristallino nel salto in alto (anche se a inizio carriera praticava il lancio del disco), capellone da frontman rock di fine anni Sessanta. E una fastidiosa etichetta di bevitore accanito che l’ha accompagnato sino al titolo di campione a Cinque cerchi. Una favola. Vissuta stavolta da sobrio.
Nel 2008, al Meeting di Losanna, una delle piste più veloci del mondo che ha ospitato vari record mondiali (celebre il 9’85 di Leroy Burrell nei 100 metri nel 1994), il 22enne Ukhov si presentava in pedana ubriaco. Era da poco finita la storia con la sua fidanzata. Si appoggiò a un ostacolo per reggersi in piedi prima della ricorsa, poi staccò a due metri dall'asticella. Finì con il passarvi sotto. Prima di scendere in pista aveva bevuto vodka e Red Bull a bordo pista.
Una scena buffa, immortalata da un video impietoso che ha raccolto numerosi clic su YouTube. Dalle risate del pubblico a Ukhov che aveva bisogno di aiuto per sfilare la tuta. Poi la rincorsa e la fine goffa sul materasso. Arrivò una brutta figura che fece divertire il pubblico svizzero, meno la federazione russa e quella internazionale, la Iaaf, che non lo invitò alle gare ufficiali per qualche tempo.
Una lavata di capo, la richiesta di scuse ufficiali. E nessuna squalifica, anche perché il regolamento non prevedeva una sanzione per una bravata del genere. Ukhov faceva mea culpa, le sue scuse venivano accettate. Poi, testa a posto, nonostante la predisposizione a ingrassare nel periodo di assenza alle gare. La rottura con la fidanzata della discordia era alle spalle. Anzi, si sposava, diventando padre di una bimba. E la sua carriera che decollava.
Medaglia d’oro agli Europei e ai Mondiali indoor 2010. Poi arriva Londra. La chance di una vita, l’occasione del riscatto agli occhi del mondo. Ukhov era tra gli outsider dell’Armata russa che si era a lungo preparata per i Giochi londinesi. La scena spettava a campionesse da copertina come Sharapova, Isinbayeva, Kanaeva, Savinova.
In pedana il talentuoso russo saltava a 2,38, battendo lo sfortunato americano Kynard, fermo a 2,33 reduce da un solo errore in gara. Oro olimpico e un brindisi, di gioia, stavolta a gara conclusa.
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