Il processo alle componenti del gruppo punk Pussy Riot (Video tratto da Ria Novosti)
“Abbiamo sbagliato, ma siamo innocenti”. A poco servono le scuse delle tre giovani componenti del gruppo punk russo Pussy Riot, dietro le sbarre con l’accusa di “vandalismo per motivi di odio religioso”, per le quali si è da poco concluso il settimo giorno di un processo che sta facendo il giro del mondo. Il 7 agosto 2012 ci sono state le arringhe finali degli avvocati che difendono le ragazze.
Nonostante la mobilitazione degli artisti rock, che chiedono la scarcerazione delle ragazze (tra i quali gli italiani Elio e le Storie Tese e la rock star Madonna, dove a Mosca durante il suo concerto ha difeso le cantanti), la questione va avanti, e il 17 agosto 2012 si conoscerà il verdetto della sentenza.
Il pubblico ministero Aleksandr Nikiforov ha chiesto tre anni di reclusione per le giovani Maria Alyokhina (24 anni), Nadezhda Tolokonnikova (22 anni) e Ekaterina Samutsevich (29 anni). Secondo lui, le tre cantanti avrebbero violato le regole di condotta nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, dove è avvenuto il concerto costato loro le sbarre. Ma le giovani si difendono: “Non siamo state spinte da alcuna ostilità religiosa”, hanno dichiarato, attribuendo motivazioni politiche a quanto accaduto nella chiesa principale della capitale russa.
Il loro avvocato ha sottolineato ancora una volta che “qualsiasi verdetto diverso dall’assoluzione sarebbe illegale”. In attesa della sentenza, la società russa, così come il mondo occidentale, continua a dividersi.
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