L'oro russo Made in Italy

Il Presidente russo Vladimir Putin in veste di judoka durante la sua visita alle Olimpiadi di Londra (Foto: Reuters / Vostock-Photo)

Il Presidente russo Vladimir Putin in veste di judoka durante la sua visita alle Olimpiadi di Londra (Foto: Reuters / Vostock-Photo)

Primi bilanci in vista del giro di boa alle Olimpiadi: mentre la Russia si riconferma regina del judo, gli atleti della Federazione rendono omaggio al maestro Ezio Gamba che ha portato i campioni dell'Est sul podio

Le Olimpiadi di Londra si avvicinano al giro di boa ed è tempo di primi bilanci. L’inizio della Russia non è stato certo il migliore che si ricordi, ma c’è almeno uno sport in cui meglio di così non si poteva fare. Si tratta del judo, che ha portato in dote al medagliere russo gli unici tre ori vinti nei primi 7 giorni di competizioni.

L’oro è il metallo più prezioso del “forziere” olimpico e determina la posizione dei Paesi nel medagliere, la cartina tornasole di ogni spedizione a cinque cerchi. E qui le sorprese non mancano: l’Italia su 11 medaglie conquistate (dato aggiornali al 2 agosto 2012, ndr) ne ha vinte cinque d’oro ed è quindi davanti alla Russia, che vanta sì 17 medaglie, ma ha gioito per la vittoria solo tre volte.

D’ora in avanti, con l’ingresso dell’atletica, la situazione non potrà che migliorare e si spera che sul gradino più alto del podio qualcuno vada a fare compagnia ai tre judoki Arsen Galstyan, Mansur Isaev e Tagir Khaibulaev. Ironia della sorte, queste tre medaglie d’oro sono state “coniate” da un maestro italiano: Ezio Gamba, oggi tecnico della Nazionale russa di judo, dopo esser stato atleta plurimedagliato ed allenatore azzurro fino alle Olimpiadi di Atene.

Dal 2009 Ezio Gamba si è trasferito in Russia, ricevendo il prestigioso incarico di guidare la Nazionale verso Londra 2012. Il primo straniero in assoluto. Un compito accettato con entusiasmo e determinazione, senza perdere di vista l’umiltà che è alla base della cultura del judo. “Quella in Russia per me è una grande avventura. Se in Italia ci vogliono 10 anni per scoprire e far crescere un atleta, qui si può fare lo stesso in un solo ciclo olimpico – ha dichiarato Gamba -. Il bacino di praticanti è enorme e la Federazione appoggia in pieno i miei metodi. Posso continuamente sperimentare nuovi ragazzi e portarli all’estero per fare esperienza. I successi di Londra saranno un nuovo trampolino di lancio per tutto il movimento”.

Ezio Gamba, da buon tecnico ed ex atleta di successo, concede volentieri la ribalta ai suoi atleti e gli riserva parole d’oro, come le medaglie di Londra. “L’esperienza di queste Olimpiadi è iniziata 3 anni fa, quando sono arrivato in Russia. Gli atleti sono persone speciali perché hanno ambizione, vogliono raggiungere il massimo e ci credono fino in fondo, lavorando moltissimo per realizzare un sogno. Per questo motivo stare con loro è un’esperienza unica. I ragazzi mi hanno dimostrato un impegno costante, seguendomi fin dall’inizio. Le medaglie di questi giorni vogliono dire molto: significa che il nostro obiettivo di diventare i più forti del mondo è raggiunto. Ora godiamoci il successo, ma non dimentichiamo quanta strada abbiamo fatto per arrivare fin qui. Finora abbiamo lavorato bene, ma è da adesso a Rio 2014 che viene il bello”.

E gli atleti? Dopo la vittoria, com’è giusto che sia, si lasciano andare, e tra i flash, i brindisi e la musica, in quel di “Casa Russia” a Londra ci raccontano qualche aneddoto della loro esperienza con il tecnico Italiano.Tagir Kahibulaev, oro nella categoria più prestigiosa, quella dei 100kg, s’inchina davanti al maestro: “Anche prima avevamo dei buoni tecnici, ma mancava qualcosa – ha spiegato -. Gamba è arrivato dall’Europa, è stato messo nelle condizioni di lavorare per il meglio e ha sfruttato tutto al 100 per cento. Mi tolgo il cappello di fronte a lui, perché ha preparato ognuno di noi al massimo proprio per le Olimpiadi”.

Dello stesso parere è Mansur Isaev, oro nei 73 kg e “creatura” di Ezio Gamba, che in questi anni lo ha “plasmato” come atleta e come uomo, infondendogli nuova fiducia nei propri mezzi e portandolo a esprimersi appieno nella categoria superiore (in precedenza Isaev combatteva nei 66kg). “Devo tutto a lui – ha ammesso Isaev -. Con me è stato fantastico. Mi ha preso da zero e mi ha portato all’oro olimpico. Per me quello che sto vivendo è fantastico. Spero tanto che lui rimanga il nostro tecnico: la squadra è con lui, gli dobbiamo molto e vogliamo proseguire insieme il cammino verso Rio 2014”.

Che il clima nella squadra russa sia affiatato lo ribadisce il gigante Khaibulaev, che ha vinto la sua finale proprio sotto gli occhi del presidente Vladimir Putin, grande appassionato e praticante di judo, a Londra in visita ufficiale. “Con Gamba si può parlare di ogni cosa – ha aggiunto Isaev -. Infonde fiducia all’atleta, ma sa anche come alleggerire la pressione. Una volta eravamo in ritiro in Repubblica Ceca e stavamo facendo un’uscita in campagna. Ci stavamo allenando sull’erba, quando ad un certo punto Ezio ha visto una cavalletta ed ha fatto finta di mangiarsela. Tutti noi lo abbiamo guardato sotto shock, lui ci ha sorriso e l’ha tirata fuori dalla bocca tutta intera. Da allora in poi ‘la cavalletta in bocca’ è diventato un tormentone della nostra squadra”.

Non resta allora che portare qualche cavalletta al Villaggio Olimpico, per stuzzicare la “fame di vittoria” degli atleti russi impegnati anche nelle altre discipline.

Il palmares di Ezio Gamba non ha bisogno di presentazioni. Per l’Italia ha disputato nella categoria pesi leggeri del judo (71kg) quattro edizioni dei Giochi olimpici estivi: Montréal 1976, Mosca 1980, Los Angeles 1984, Seoul 1988. Proprio a Mosca vinse la medaglia d'oro, seguita dall’argento a Los Angeles quattro anni dopo. In mezzo ai due Giochi Gamba ha vinto i Campionati Europei del 1982. Nella sua carriera vanta inoltre due secondi posti mondiali e tre ulteriori podi europei. Smessa l'attività agonistica dopo Seoul, Gamba è stato allenatore della Nazionale italiana di judo fino al 2004. Prima dell’approdo in Russia, Gamba è stato per un anno responsabile tecnico del judo nella Federazione Africana di Arti Marziali.

L'articolo originale è stato pubblicato su La Voce della Russia

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