Nel 2010 la Siberia venne colpita da grossi incendi che devastarono vaste aree di territorio: ora il disastro si ripete, e secondo Greenpeace potrebbe rivelarsi ben peggiore rispetto a due anni fa (Foto: Ria Novosti)
Gli incendi che stanno colpendo la Siberia potrebbero rivelarsi ben peggiori di quelli che si sono verificati nel 2010, avvertono gli esperti di Greenpeace che stanno monitorando la situazione. Secondo i dati del Ministero russo per le Foreste, la superficie totale dei terreni divorati dalle fiamme nel 2010 è stata pari a 1,2 milioni di ettari. Per quanto riguarda il 2012, non sono ancora disponibili dati ufficiali, ma le stime sono allarmanti.
Grigory Kuksin, a capo del programma Incendi di Greenpeace, ha detto al giornale russo Argumenty i Fakty che, “secondo quanto si può osservare dal satellite, si vede che ora l’area colpita dagli incendi è pari a 3 milioni di ettari circa, mentre attualmente 500mila ettari stanno bruciando”.
Il governo locale deve ancora dichiarare ufficialmente la stima dei danni, anche se la situazione dal loro punto di vista pare meno grave: in uno dei suoi rapporti quotidiani, il ministro per le Situazioni di Emergenza ha detto che sono 23mila gli ettari colpiti. Mentre il ministro delle Foreste parla di 18mila ettari in fiamme.
La notevole differenza di cifre ha scatenato in poco tempo polemiche: Kuksin di Greenpeace ha accusato il Ministero delle Emergenze di voler nascondere la portata del disastro: “Preferiscono tacere sulle vere condizioni delle foreste”, ha detto.
La situazione ad ogni modo si presenta in maniera ben diversa rispetto al 2010: due anni fa gli incendi avevano devastato buona parte del territorio russo, compresa la parte europea. Ora il fuoco sta minacciando soprattutto la Siberia, soprattutto la zona centrale, così come confermato dalla mappa tracciata da Greenpeace.
La regione di Tomsk, Krasnoyarsk e la Repubblica di Tuva hanno dichiarato lo stato di emergenza. Il fumo degli incendi ha paralizzato il trasporto aereo per diversi giorni.
Il fumo non ha risparmiato la costa occidentale degli Stati Uniti, e ha avuto ripercussioni anche in California, Oregon e nello stato di Washington.
Oltre 110mila gli uomini impiegati per spegnere gli incendi, per un totale di 17mila veicoli e 37 aerei. Gli esperti non sono in grado di prevedere quanto tempo ci vorrà prima di riuscire a domare le fiamme, e mentre Greenpeace si dice pessimista, il Ministero delle Emergenze è convinto che il massiccio lavoro dei vigili del fuoco impedirà il ripetersi dello scenario del 2010, aggiungendo inoltre che non c’è alcun pericolo per le comunità locali e per le strutture industriali.
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